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Venerdì, 19 Aprile 2024
ALGERIA / Algeria

"Il blitz in Algeria è stato un fallimento annunciato"

Gli esperti di intelligence concordano: "Hanno pensato al petrolio, non a salvare i sequestrati". L'Algeria si è lasciata cogliere di sorpresa da un lato della frontiera che da tempo promette problemi

Quel che è sicuro è che è stata una terribile strage, almeno 50 morti. Per il resto regna la confusione.

L'esercito algerino è intervenuto in forze a In Amenas, l'impianto per l'estrazione del gas nel cuore del Sahara dove mercoledì un commando integralista islamico ha preso in ostaggio 41 (ma anche la cifra è incerta) occidentali e circa 600 lavoratori algerini. In Amenas da solo produce il 18 per cento degli introiti da gas dell’Algeria: un impianto fondamentale per l'economia locale. I terroristi provenivano dalla Libia e l'attacco, riporta Le Figaro citando fonti della sicurezza europee e americane, era stato pianificato molto prima dell'intervento francese nel Mali.

L'ESERCITO ALGERINO ATTACCA: E' UN MASSACRO | IL VIDEO

Il blitz però, con l'eufemismo usato da un diplomatico straniero, "non è andato molto bene per gli ostaggi" . Il premier britannico David Cameron ha criticato Algeri per non essere stato nemmeno avvertito dell'attacco.

Non si conosce quasi nulla della dinamica dell’operazione e nemmeno dal sito  di In Amenas sono arrivate immagini o video che non fossero vecchissimi e di repertorio: il governo algerino ha imposto un blackout informativo rotto soltanto dall’agenzia di stato della Mauritania e, in parte, dalla Reuters. Quello sui cui tutti gli osservatori internazionali ed esperti di intelligence concordano è che il fallimento del blitz fosse "annunciato".

Michael Scheuer, ex capo dell’unità della Cia che diede la caccia a Osama bin Laden, non ha dubbi: "Hanno pensato al petrolio, non a salvare i sequestrati". Errori quindi dell'esercito di Algeri, "causati dall’eccesso di velocità dovuta alla fretta. Per l’Algeria contava più eliminare subito ogni minaccia nei confronti dell’industria energetica che non salvare le vite di ostaggi occidentali".  Jeffrey White, ex analista del  Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America, sostiene che è del tutto mancato il lavoro di intelligence che deve sempre precedere operazioni militari come quella di Im Amenas. "Servono informazioni di intelligence minuziose su dove si trovano edifici, porte e guardie, e per raccoglierle serve tempo, pazienza e tanto lavoro. Gli algerini hanno attaccato neanche 24 ore dopo il sequestro di massa e non potevano avere tutte le informazioni necessarie".

Blitz dell'esercito algerino a In Amenas

La sicurezza giornaliera di In Amenas era gestita da una piccola compagnia privata straniera, il gruppo inglese Stirling, che, in accordo con le leggi algerine, non aveva suoi uomini armati sul posto. L’insieme di militari e servizi algerini ha fallito, ma avrebbe dovuto prevedere che la guerra francese in Mali avrebbe scatenato rappresaglie. L'Algeria si è lasciata cogliere scoperta da un lato della frontiera che da tempo promette problemi, quello con la Libia, a soli 30 chilomentri dall’impianto BP.

Gli imprevisti e le sorprese ci possono essere. Anzi, ci sono quasi sempre. Lo sa bene Larry Korb, ex vicecapo del Pentagono negli anni ottanta: "Anche nel blitz di Abbottabad del 2011 in cui abbiamo ucciso Osama Bin Laden abbiamo perso un elicottero". La differenza è in quella che Korb definisce "gestione dell’imprevisto negativo". "Chi è al comando deve saper attuare in pochi istanti tutti i cambiamenti necessari per evitare che al male segua il peggio. I generali algerini si sono curati poco delle conseguenze politiche".

L'intelligence, per bocca di Scheuer, fa notare anche un altro dettaglio non da poco: "A In Amenas i jihadisti hanno separato i dipendenti algerini da quelli stranieri, di fatto mettendoli al sicuro". E' il paino di Al Qaeda: evitare a ogni costo vittime musulmane per riguadagnare popolarità.

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