Financial Times: "Italia troppo filorussa, blocca nuove sanzioni"
La posizione italiana verso la Russia nella crisi ucraina avrebbe indotto un gruppo di paesi dell'Europa orientale a lanciare una campagna per bloccare la nomina del ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, a nuovo capo della diplomazia Ue
Non è più la Germania, ma l'Italia a bloccare sanzioni più dure contro la Russia per la crisi in Ucraina. Questa l'accusa mossa da diplomatici europei e riportata oggi dal Financial Times.
"Fin dal primo giorno è stato chiaro che gli italiani avrebbero assunto una posizione estrema", ha detto al quotidiano della City un diplomatico dell'Europa occidentale. Diplomatici di paesi europei favorevoli a misure più dure contro il Cremlino hanno accusato Roma di tirarla per le lunghe per quanto riguarda la cosiddetta "fase tre" delle sanzioni - in cui ad essere colpiti non sarebbero più singoli individui ma settori dell'economia russa - per placare l'industria italiana, molto esposta sul mercato russo.
Lo scorso fine settimana, l'Ue ha inserito altri 11 nomi nella lista delle 61 personalità russe e ucraine colpite dalle sanzioni, molti dei quali sono di leader separatisti filorussi di Donesk e Luhansk. L'ambasciatore italiano all'Ue, Stefano Sannino, ha tenuto a sottolineare che la decisione di "mettere 11 nuovi nomi sulla lista" è stata adottata "all'unanimità dopo tre ore di discussione, e sottolineo all'unanimità". Altre fonti italiane interpellate dal Ft hanno respinto con forza l'accusa; una di loro ha fatto sapere che il presidente del Consiglio Matteo Renzi "ha discusso la questione con Merkel" venerdì scorso, ribadendo che la posizione italiana è "assolutamente in linea" con quelle di Germania e Francia.
Tuttavia, la posizione italiana verso la Russia nella crisi ucraina avrebbe indotto un gruppo di paesi dell'Europa orientale a lanciare una campagna per bloccare la nomina del ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, a nuovo capo della diplomazia Ue.
Stando a quanto riporta sempre il Ft, la campagna è guidata da Lettonia, Estonia, Lituania e Polonia, i paesi più favorevoli a sanzioni dure contro il Cremlino, e avrebbe ottenuto il tacito sostegno di altri paesi dopo l'invito rivolto da Mogherini a Vladimir Putin, la scorsa settimana, a partecipare a un summit tra leader europei e asiatici in programma a ottobre a Milano.
La nomina di Mogherini alla guida della diplomazia Ue incontrerebbe opposizione anche in seno al parlamento europeo, soprattutto nel blocco di centro-destra, ha precisato il Ft, a fronte della sua scarsa esperienza. "Si sceglie in base a capacità ed esperienza o per appartenenza politica e genere?", ha sottolineato un esponente politico contrario al nome del ministro degli Esteri italiano.
Ma la posizione tenuta nei confronti della Russia non bloccherebbe solo la nomina di Mogherini a capo della diplomazia Ue, ma anche quella di altri due candidati alla stessa carica: il polacco Radoslaw Sikorski e lo svedese Carl Bildt, ritenuti invece su posizioni intransigenti verso Mosca. Sarebbe quindi la bulgara Kristalina Georgieva, attuale commissario Ue agli Affari umanitari, ad emergere come figura di consenso.