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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso / Regno Unito

Le forze speciali britanniche impegnate segretamente in 19 conflitti nel mondo

Dalle azioni di antiterrorismo al salvataggio di ostaggi, numerose sono le missioni compiute dal 2011 ad oggi da milizie slegate dal controllo parlamentare

Dal Medio Oriente all’Ucraina, passando per il Nord Africa e l’Europa centrale, negli ultimi 12 anni le forze speciali britanniche hanno operato segretamente in almeno 19 Paesi. A rivelarlo è Action on Armed Violence, un gruppo di ricerca che ha compilato un lungo elenco delle loro attività dal 2011 basandosi sulle fughe di notizie dei media. Questi reggimenti, protetti da assoluta segretezza, avrebbero svolto per anni missioni ad alto rischio in territori dove il Regno Unito non era impegnato militarmente, ponendo un punto interrogativo sull’effettività del "controllo democratico" sul loro operato.

Gruppi quali Special Air Service (sas), Special Reconnaissance Regiment (Srr) e Special Boat Service (Sbs), avrebbero condotto svariate operazioni di antiterrorismo, recupero di ostaggi, nonché segnalazione di obiettivi militari. In Siria – uno dei Paesi in cui le forze speciali sono più attive – nel corso del 2013 diverse squadre si dice abbiano identificato gli obiettivi militari di una campagna di bombardamenti alla quale si è poi opposto il Parlamento inglese. Come riportato dal Guardian, le forze speciali sarebbero entrate nel territorio siriano già nel 2012, con la finalità di sostenere i ribelli nella loro lotta contro il regime di Bashar al-Assad.

Queste unità militari d’élite opererebbero in segreto, senza che alcuna forza politica confermi le loro attività. Queste milizie possono essere dispiegate senza l’approvazione del Parlamento, e senza che le loro azioni siano poi soggette ad alcuna indagine da parte delle commissioni parlamentari. Successivamente all’attentato in Tunisia del 2015, in cui morirono 38 persone – tra cui 30 britannici – l’allora primo ministro David Cameron lasciò "carta bianca" a questi reggimenti per catturare o uccidere i mandatari dell’azione terroristica, oltre ad una serie di leaders islamici siti in Medio Oriente.

Secondo lo studio, almeno 50 membri delle forze speciali sarebbero attualmente presenti in Ucraina sebbene il Regno Unito non sia parte del conflitto. L’informazione sarebbe trapelata da alcuni documenti del Pentagono che avrebbero indicato anche la presenza di milizie francesi e americane, rispettivamente 15 e 14. Non c’è alcuna indicazione riguardo lo scopo di questi reggimenti, che potrebbero avere solo funzioni di consulenza o addestramento, visti anche i numeri esigui. Lo scorso aprile le milizie speciali inglesi avrebbero preso parte al salvataggio di oltre 20 diplomatici britannici – e delle loro famiglie – intrappolati a Khartoum, in Sudan, dopo lo scoppio della guerra civile. Operazioni simili sono avvenute in passato anche in Nigeria e nelle Filippine, dove le forze inglesi hanno anche partecipato attivamente all’addestramento dei soldati locali. Secondo il gruppo di ricerca, l’unico dispiegamento in Russia menzionato dai media risale al 2014, quando un giornale scandalistico riferì che i miliziani della Sas erano “a portata di mano” per proteggere la sicurezza degli atleti britannici alle Olimpiadi invernali di Sochi.

"Il vasto dispiegamento delle forze speciali britanniche in numerosi Paesi nell'ultimo decennio solleva serie preoccupazioni in merito alla trasparenza e al controllo democratico", ha affermato Iain Overton, direttore esecutivo di Aoav. "La mancanza di approvazione parlamentare e revisioni retrospettive per queste missioni è profondamente preoccupante". Il segreto che avvolge questi reggimenti d’élite è una prassi per la politica britannica. "È un modus operandi di lunga data quello dei governi del Paese di non commentare le attività delle forze speciali", ha detto un portavoce del ministero della Difesa. La rigidità di questa politica di riservatezza in materia è così elevato che nel 2018 la morte di un membro del Sas, Matt Tonroe, in territorio siriano, è stata riportata come decesso di un membro del reggimento paracadutisti.

Tuttavia, lo scorso marzo è iniziata un’inchiesta pubblica sulle attività contrarie al diritto internazionale compiute dalle forze speciali in Afghanistan. Tra il 2010 ed il 2011, infatti, le milizie del Sas si sarebbero rese protagoniste di almeno 54 esecuzioni sommarie ai danni di uomini afghani prelevati dall’interno delle loro abitazioni e giustiziati per la presunta "estrazione di un’arma da fuoco". L'elenco completo dei Paesi interessati dalla presenza dei soldati speciali inglesi comprende anche Algeria, Estonia, Oman, Iraq, Kenya, Libia, Mali, Cipro, Pakistan, Somalia, Yemen e Francia. Questa lista è stata inviata al ministero della Difesa britannico, il quale ha ribadito di non commentare le azioni delle forze speciali.

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