Frana una miniera di giada in Myanmar: centinaia di morti e dispersi
La tragedia intorno alle 8 di mattina, ora locale, nei pressi di Hpakant. Le squadre di soccorso sono al lavoro per liberare gli operai intrappolati. Non si tratta del primo caso: nel 2015 un crollo aveva provocato 116 vittime
Il crollo di una cava di giada a Hpakant, in Myanmar, ha provocato la morte di almeno 113 persone, mentre sono centinaia i lavoratori ancora dispersi o intrappolati. Da quanto riferiscono gli organi di stampa birmani, gli operai sono stati travolti da un'ondata di fango intorno alle 8 del mattino, ora locale, mentre i lavoratori erano intenti ad estrarre le pietre dal materiale di scavo.
Le squadre dei soccorsi sono entrate in azione e, sempre secondo i media locali, al momento sono circa 113 i corpi estratti senza vita dalle macerie. Al momento le operazioni sono rese molto complicate a causa delle forti piogge che si stanno abbattendo sulla zona settentrionale del Myanmar.
Lo scorso 23 giugno un'altra frana si era verificata nella vicina cava di Seng Tawng, ma in quella occasione le vittime erano state soltanto due.
Frana in una cava in Myanmar, il problema della deforrestazione
Purtroppo non si tratta del primo caso di incidenti nelle cave di giada nel Paese. Il 14 luglio 2018 vi erano state decine di vittime a causa di un violento crollo innescato dalle piogge monsoniche. Nel 2015 un'altra frana aveva provocato 116 vittime, mentre ormai da anni i gruppi ambientalisti continuano a denunciare, senza troppa fortuna, il grande aumento della deforestazione proprio una corrispondenza dell’area delle miniere, una delle principali cause di questi crolli. Infatti, gli scavi a cielo aperto diventano durante i monsoni dei bacini che si riempiono di acqua, divenendo quindi soggetti a crolli e frane dei terreni rimasti spogli perché privi della vegetazione.
