Francia, no alla detassazione degli straordinari, riforma chiave dell'era Sarkozy
La manovra porterà 5 miliardi di euro all'anno nelle casse dello Stato. Già nel 2009 i sindacati avevano chiesto l'abrogazione della legge
Il presidente François Hollande sta smontando sistematicamte l'apparato di leggi creato dal suo predecessore Nicolas Sarkozy. Mentre l'eliminazione di alcune misure, quali l'innalzamento dell'età pensionabile, hanno ricevuto il plauso della maggioranza dei francesi, nelle ultime ore alcune voci di dissenso si sono levate contro il nuovo inquilino dell'Eliseo a causa della sua ultima mossa.
Ieri notte l'Assemblea nazionale ha infatti annullato la detassazione degli straordinari, una misura fortemente voluta da Sarkozy, che nel 2007 aveva fatto dello slogan “lavorare di più per guadagnare di più” il suo cavallo di battaglia.
Secondo il governo questa nuova misura, che non riguarderà le piccole realtà con meno di 20 dipendenti, dovrebbe riportare nelle casse dello Stato circa 5 miliardi di euro all'anno.
La legge è passata con 89 voti contro 64. In un primo momento si era pensato di rendere questa misura retroattiva, iniziando cioè a tassare gli straordinari a partire dal primo gennaio 2012. La destra ha però gridato allo scandalo, e quindi la norma entrerà in vigore a partire dal primo settembre, come scrive Le Parisien.
L'Ump ha parlato di “un duro colpo al potere d'acquisto” dei dipendenti. L''ex ministro del Lavoro Xavier Bertrand ha fatto l'esempio di un operaio agricolo che, secondo i suoi calcoli, perderà “200 euro al mese”. Di fronte a questi dati Christian Eckert, relatore del Bilancio generale, ha fatto notare che con “l'annullamento dell'Iva sociale” la sinistra renderà “10,6 miliardi di euro in potere d'acquisto a tutti francesi”, vale a dire “circa 400 all'anno per ogni famiglia”.
Già nel 2009 i sindacati avevano chiesto l'abrogazione della legge, vista come “un'arma di distruzione di massa del lavoro” nei periodi di forte disoccupazione. La stessa Corte dei conti aveva invitato Parigi a un ripensamento.