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Venerdì, 29 Marzo 2024
G20

G20: niente accordo sulla crisi in Siria, lotta alla disoccupazione e all'evasione fiscale

L'incontro di San Pietroburgo si chiude con tanti buoni propositi sulla crescita economica e con un nulla di fatto diplomatico sulla crisi che infiamma il Medio Oriente

I leader del G20 mettono in guardia da una ripresa economica globale che resta troppo "debole", e sulla quale continuano ad incombere "rischi al ribasso". Inoltre "nell'ultimo mese la volatilità dei mercati finanziari è aumentata" e di fronte a questo contesto i maggiori paesi avanzati e emergenti concordano, secondo quanto recita il comunicato finale pubblicato al termine del vertice a Mosca, che la priorità numero uno resta quella di "rafforzare la crescita e la creazione di lavoro". "Siamo pienamente impegnati ad intraprendere azioni decisive per tornare ad un percorso di crescita equilibrato, sostenibile, solido e pieno di occupazione". E' questo quanto si può leggere nel comunicato finale diffuso al termine del vertice a San Pietroburgo.

Il leader del G20 si sono quindi impegnati a "politiche coordinate" sulla lotta a disoccupazione e sotto occupazione, specialmente riguardo al coinvolgimento dei giovani. Nel comunicato finale, promettono di "continuare i nostri sforzi volti a sostenere mercati del lavoro inclusivi, con lo scambio di piani specifici sui singoli paesi, sviluppati in maniera appropriata per le nostre diverse circostanze costitutive".

Per quanto riguarda l'evasione ed elusione fiscale internazionali o transfrontaliere, i leader globali hanno annunciato di aver adottato piani di contrasto a questi fenomeni. "Ci siamo impegnati ad intraprendere passi per cambiare le nostre normative in modo da affrontare l'evasione, le frodi fiscali" e le strategie fiscali aggressive da parte delle società.

SIRIA

Nessun cenno alla Siria è contenuto nelle 27 pagine di dichiarazione finale, pubblicate sul sito ufficiale del G20, che mettono fine alla riunione dei leader mondiali a San Pietroburgo, in Russia. Per quanto la crisi siriana non fosse ufficialmente in programma, si tratta di un silenzio che denuncia la mancanza di una posizione condivisa non soltanto su un eventuale intervento militare nel paese, ma anche sull'opportunità di denunciare il presunto uso di armi chimiche nel conflitto siriano come una violazione delle leggi internazionali.

"L'utilizzo di armi chimiche non è solo una tragedia siriana, ma è una minaccia per la sicurezza mondiale; è una minaccia per i vicini della Siria e una minaccia per la stabilità della regione". Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è intervenuto da San Pietroburgo sulla situazione in Siria. "Inoltre, rischia di vanificare la norma internazionale contraria all'uso di armi chimiche. Se non si risponderà, si manderà il messaggio ai Paesi canaglia che potranno sviluppare armi di distruzione di massa senza subire nulla" ha dichiarato il presidente Obama. "Continuerò a consultarmi con il Congresso e con gli alleati per adottare le misure necessarie. Non possiamo tollerare questo comportamento" ha aggiunto.

Più di 1.400 persone sono state uccise con il gas, non ci siamo inventati nulla. Putin non sarà d'accordo, ma è sotto gli occhi di tutti che le armi chimiche sono state usate contro la popolazione" da Assad. "Ci sono momenti in cui bisogna fare scelte difficili e questa è una di quelle volte" ha aggiunto. "Se non faremo nulla, che cosa significherà?" ha chiesto Obama. "Mi rivolgerò dalla Casa Bianca al popolo americano martedì".

I GRANDI ALLA RICERCA DI UNA SOLUZIONE ALLA CRISI SIRIANA

OBAMA - PUTIN

Il presidente russo Vladimir Putin e il collega statunitense Barack Obama hanno avuto un incontro bilaterale a margine del vertice del G20 che si sta concludendo a San Pietroburgo, nel quale "hanno parlato soprattutto di Siria e i loro dissensi sono stati confermati". Lo ha annunciato alla stampa presente al vertice il consigliere del Cremlino Yury Ushakov, riferisce Interfax.

Durante la conferenza stampa finale del vertice lo stesso Putin ha parlato del suo incontro con Obama. "E' durato una ventina di minuti, è stato molto amichevole" ha detto Putin. Sulla Siria "ciascuno di noi ha ascoltato la posizione dell'altro, ma siamo rimasti delle nostre idee. Abbiamo ascoltato, abbiamo compreso il punto di vista dell'altro, ma non siamo d'accordo" ha detto il capo del Cremlino. Putin ha detto di aver cercato insieme a Obama una via d'uscita pacifica sulla Siria e di aver concordato che i ministri degli Esteri di Mosca e Washington, Sergei Lavrov e John Kerry, si incontreranno presto per affrontare "questo doloroso tema".

La Russia , ha poi concluso Putin, continuerà a fornire il suo sostegno alla Siria in caso di attacco militare da parte degli Usa e dei loro alleati. "Aiuteremo la Siria? Sì" ha detto Putin rispondendo a una domanda. Il capo dal Cremlino ha ricordato che Mosca fornisce armi a Damasco ed è pronta a proseguire la cooperazione umanitaria.

L'IRAN SOSTERRA' ASSAD "FINO ALLA MORTE"

OBAMA - HOLLANDE

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, apprezza il sostegno della Francia a un'azione militare contro il regime siriano del presidente Bashar al-Assad, colpevole di aver usato armi chimiche contro la popolazione. "Apprezzo molto l'impegno del presidente Hollande per una forte risposta internazionale per questi atti atroci" ha dichiarato Obama da San Pietroburgo, dove è in corso il G20, aggiungendo che "qualsiasi azione contemplata sarà limitata e focalizzata sulla deterrenza", per evitare in futuro "l'uso di armi chimiche".

LETTA

"Risultati utili soprattutto dal punto di vista economico e finanziario" ma "delusione" per le divisioni sul dossier siriano tra i leader del G20. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nella conferenza stampa a conclusione del G20.

Letta, nella conferenza stampa al termine del vertice, ha dichiarato che al G20 di San Pietroburgo si è parlato non solo di "rigore" ma anche di "crescita e occupazione". "Un G20 che non parla soltanto di rigore e austerità ma che parla di creare politiche per la crescita e l'occupazione. Credo sia un fatto molto importante, stamattina nell'incontro con le parti sociali ho molto insistito sul rischio di una crescita senza occupazione".

"L'ITALIA NON E' PIU' SORVEGLIATA SPECIALE"

Tra i leader c'è stata una "dolorosa divisione sulla Siria" al G20, "lavoreremo su questo tema sempre su posizioni che prediligano la via politica e che dimostrino che per noi la condanna dell'uso di armi chimiche è assoluta", ha detto poi il premier italiano riguardo al dossier siriano, ribadendo che l'Italia non parteciperà a interventi in Siria privi della copertura Onu, ma che il rapporto con gli Stati uniti resta uno dei "pilastri" della politica estera nazionale. "I rapporti transatlantici li consideriamo fondamentali, uno dei pilastri della nostra politica estera da sempre. Lavoriamo e lavoreremo per rinsaldare il legame con gli Stati uniti. Non vogliamo che si creino le situazioni di anni che tanti problemi hanno creato". Il legame con gli Usa è "un punto fermo che voglio riconfermare anche qui, nonostante la distinzione che è nota, visto che riteniamo - anche per motivi del nostro quadro giuridico - di non poter partecipare a iniziative senza egida Onu". "La posizione italiana ci vede fortemente impegnati per una soluzione" del dossier siriano "a livello europeo, con un impegno molto forte a essere il più possibile uniti e avere una posizione comune europea". Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta nella conferenza stampa a conclusione del G20.

L'Italia torna a giocare un ruolo da protagonista sulla scena internazionale, ha assicurato il presidente. "Ho trovato molto importante che l'Italia si sia presentata non più dietro la lavagna, non più sorvegliato speciale e quindi abbia potuto agire su molti temi con grande determinazione e anche con le mani libere dalle zavorre che ci siamo portati dietro in questi anni". "Non ci prendiamo le bacchettate sulle dita perchè i compiti li abbiamo fatti".

"Vengono da San Pietroburgo segnali molto forti, positivi, sul tema crescita, lavoro, occupazione. Avevo indicato sette punti che a mio avviso sono quelli essenziali, soprattutto rispetto alle aspettative italiane. Ci abbiamo lavorato in questi giorni, i nostri sherpa, il ministro Saccomanni e le sette priorità sono state alla fine raggiunte praticamente in toto e compensano la profonda delusione per le difficoltà e la divisione che si è registrata sulla Siria".

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