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Giovedì, 25 Aprile 2024
GRAN BRETAGNA / Regno Unito

Gran Bretagna, Caso Assange, Londra minaccia blitz nell'ambasciata dell'Ecuador

Attesa per oggi la decisione di Quito sulla richiesta di asilo politico presentata dal creatore di Wikileaks, ma aumenta la tensione con la Gran Bretagna

Il caso Assange rischia di trasformarsi in una vera e propria crisi diplomatica tra la Gran Bretagna e l'Ecuador. Le autorità britanniche sarebbero infatti pronte ad “attaccare” l'ambasciata dove ha trovato rifugio il giornalista. E' stato lo stesso Foreign Office a inviare una lettera a Quito, nella quale si critica il modo in cui il governo del Paese sudamericano ha gestito la questione di Julian Assange. 

Londra ha infatti disposto l'espatrio in Svezia per il creatore di Wikileaks, accusato di violenza sessuale contro due donne. L'Ecuador sta però ospitando il giornalista nella propria ambasciata inglese, in attesa che il governo decida se accettare o meno la sua richiesta di asilo politico. La decisione dovrebbe essere resa nota intorno alle due di oggi pomeriggio (ora italiana), ma intanto la tensione continua a salire. 

L'avvertimento lanciato dalle autorità britanniche - “Sappiate che esiste una base legale in Gran Bretagna, la Legge sulle rappresentanze diplomatiche e consolari del 1987, che ci permetterebbe di intraprendere azioni per arrestare Assange all'interno dell'ambasciata” si legge nella lettera inviata a Quito dalle autorità britanniche, pubblicata dalla Bbc. “Francamente non vorremmo arrivare a questo punto, ma se non siete in grado di risolvere la questione … per noi questa rimane una possibilità”. Londra ha inoltre voluto ribadire come questo utilizzo delle rappresentanze diplomatiche sia incompatibile con la Convenzione di Ginevra. 

La risposta di Quito non si è fatta attendere. “Non siamo una colonia britannica” ha tuonato il ministro degli Esteri Ricado Patino. “Se verranno intraprese le misure annunciate nella comunicazione ufficiale, queste verranno interpretate dall'Ecuador come atti inaccettabili, ostili e come un tentativo di minare la nostra sovranità”. 

Mentre la tensione tra i due governi continua a salire, decine di sostenitori di Assange si sono ritrovati davanti all'ambasciata dell'Ecuador a Londra, mentre una manifestazione antibritannica è stata organizzata a Quito, davanti alla sede della rappresentanza diplomatica del Regno Unito. 

Assange si è rifugiato nell'ambasciata ecuadoriana il 19 giugno, dopo che la Corte Suprema britannica aveva accettato la richiesta di estradizione avanzata dalla Svezia, dove il giornalista, che si è sempre proclamato innocente, dovrà rispondere dell'accusa di violenza sessuale contro due donne.

Il timore però è che Stoccolma possa mandare Assange negli Stati Uniti, dove l'hacker australiano teme di poter essere condannato a morte. Quello di Washington è infatti il governo che è stato maggiormente danneggiato dalle rivelazioni uscite su Wikileaks. Assange ha pubblicato più di 250mila documenti segreti, rendendo così noti i retroscena delle guerre in Afghanistan e in Iraq.

Non sono in pochi a credere che Quito alla fine concederà l'asilo politico al giornalista. Solo un mese fa il ministro Patino aveva definito “ridicole” le accuse avanzate dalla giustizia svedese contro il creatore di Wikileaks. 

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