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Giovedì, 25 Aprile 2024
REGNO UNITO / Regno Unito

Gb, ultimatum di Londra ad Assange

Il fondatore di Wikileaks dovrà consegnarsi domani alla polizia britannica. Intanto Michael Moore e Noam Chomsky prendono le difese dell'hacker

Il cerchio si stringe intorno a Julian Assange, l'hacker la cui vita sta prendendo sempre più i tratti di una Spy Story. Scotland Yard gli ha consegnato una lettera invitandolo a presentarsi domani mattina alla stazione di polizia di Belgravia. 

“Si tratta del processo standard per i casi di estradizione, e questo è il primo passo per avviare il trasferimento” ha dichiarato al The Guardian un portavoce del Metropolitan police service londinese. “Se non si arrenderà si tratterà di una violazione delle norme esistenti, e sarà passibile di arresto”, ha aggiunto il poliziotto britannico. 

Complotto statunitense - Il fondatore di Wikileaks si trova al momento nell'ambasciata ecuadoriana di Londra, in attesa che Quito prenda una decisione sulla sua richiesta di asilo politico. Le autorità svedesi hanno infatti chiesto ed ottenuto l'estradizione di Assange, accusato da Stoccolma di violenza sessuale contro due donne.

L'hacker ha negato ogni accusa, affermando di essere vittima di un complotto politico. Secondo il creatore di Wikileaks, organizzazione che ha pubblicato documenti segreti provenienti dai palazzi del potere di tutto il mondo, Stoccolma potrebbe decidere di estradarlo negli Stati Uniti, dove potrebbe rischiare la condanna a morte.

Una petizione per salvare il fondatore di Wikileaks - Al fianco di Assange si sono schierati numerosi intellettuali e giornalisti. Proprio questa settimana era stata recapitata all'ambasciata ecuadoriana una lettera, firmata da 4mila americani, dove si chiedeva a Quito di accettare la richiesta di asilo politico di Assange. 

La campagna è stata organizzata da Robert Naiman, direttore del Just Foreign Policy. Tra coloro che vi hanno aderito ci sono personaggi del calibro di Michael Moore, Oliver Stone, Noam Chomsky e Daniel Ellsberg, ex militare diventato famoso negli anni Settanta per aver consegnato al New York Times quei 'Pentagon Papers' che svelarono molte verità nascoste sulla guerra in Vietnam.

“Chiediamo di garantire l'asilo politico ad Assange, in quanto il suo 'crimine' è quello di aver fatto giornalismo”, si legge nella lettera indirizzata al presidente Rafael Correa. Secondo le 4mila persone che hanno aderito alla campagna,“si tratta chiaramente di un attacco contro la libertà di stampa e contro il diritto di conoscere importanti verità sulla politica estera statunitense”.

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