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Giovedì, 25 Aprile 2024
"I can't breath!" / Stati Uniti d'America

Condannato a 22 anni di carcere il poliziotto che uccise George Floyd

"I can't breath!", non riesco a respirare, aveva ripetuto per oltre 20 volte Floyd, fermato e immobilizzato da quattro agenti per una sospetta banconota falsa da 20 dollari

Esattamente 13 mesi dopo la morte di George Floyd, il 25 maggio dello scorso anno a Minneapolis, Derek Chauvin è stato condannato a 22 anni e mezzo di reclusione. L'ex agente è stato ritenuto colpevole della morte dell'afroamericano soffocandolo con il ginocchio premuto sul collo per nove minuti e mezzo.

Per spiegare le proprie motivazioni il giudice Peter Cahill ha allegato alla sentenza un memorandum di 22 pagine. "La mia decisione - ha detto il magistrato - non è basata sulle emozioni e non vuole inviare alcun messaggio". L'accusa aveva chiesto una condanna a 30 anni. Dopo il verdetto i familiari di Floyd hanno riferito che "per una volta un poliziotto che si è preso con l'abuso la vita di un nero è stato chiamato a risponderne". Di sentenza "che sembra appropriata" ha detto il presidente americano Joe Biden.

Nel 2020 migliaia di persone sono scese in piazza in America per manifestare contro la violenza della polizia dopo la morte di George Floyd: una ondata di manifestazioni che arrivò anche in Italia e ancora è viva nella protesta del movimento "Black lives Matter" e nel gesto di inginocchiarsi in soliderietà alle vittime di violenza razzista portata in campo anche durante gli europei di calcio oggi in corso.

George Floyd: "I can't breath!"

"I can't breath!", non riesco a respirare, aveva ripetuto per oltre 20 volte Floyd, fermato e immobilizzato da quattro agenti per una sospetta banconota falsa da 20 dollari, implorando il poliziotto bianco, come ha mostrato il video dell'omicidio che ha shoccato l'America ed il resto del mondo, provocando l'enorme ondata di protesta di Black Lives Matter che ebbe nel grido disperato di Floyd il suo slogan. A girare il video, con il suo telefonino, è stata una teenager Darnella Fraizier, 17enne all'epoca dei fatti, che recentemente ha ricevuto il riconoscimento del premio Pulitzer per "aver coraggiosamente registrato l'assassinio di George Floyd, sottolineando il ruolo cruciale dei cittadini giornalisti nella ricerca della verità e della giustizia".

Proiettato durante il processo a Chauvin, il video è stata la prova più schiacciante ed incontrovertibile. La sentenza per Chauvin però non chiuderà il caso Floyd, non solo per il prevedibile appello che verrà presentato dall'ex agente, ma anche perché devono essere ancora processati gli altri tre ex agenti - Thomas Lane, J. Kueng e Tou Thao - che parteciparono all'arresto, senza fare nulla per fermare Chauvin e per questo sono stati accusati di complicità nel suo omicidio. Il processo del Minnesota doveva iniziare in estate ma è stato rimandato a marzo, perché intanto un grand jury federale ha rinviato a giudizio Chauvin e gli altri tre agenti per violazione dei diritti civili di Floyd. E quindi nel processo federale che si svolgerà nei prossimi mesi, Chavin, che è anche accusato di aver violato i diritti civili di un 14enne arrestato nel 2017, potrebbe ricevere un'ulteriore condanna.

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