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Martedì, 23 Aprile 2024
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Ventuno profughi vivono nell'ex caserma del lager di Buchenwald

La Germania è alle prese con l'emergenza alloggi dopo l'enorme afflusso di richiedenti asilo. Le autorità della cittadina di Schewrte hanno deciso di ospitare 21 di loro in un'ex caserma del campo di concentramento di Buchenwald, suscitando forti polemiche. Ma i rifugiati non sembrano preoccupati. "Ci sono persone che non hanno nemmeno questo", dicono al Daily Mail

Lo scorso gennaio suscitò molto clamore la notizia che le autorità della cittadina di Schewrte nella Germania occidentale, stavano pensando di accogliere ventuno profughi in una ex caserma delle SS del lager di Buchenwald. La Germania, già prima dell'emergenza di questi giorni, era alle prese con l'esigenza di trovare alloggi per i richiedenti asilo, in arrivo soprattutto dalla Siria e dall'Iraq.

Il Daily Mail è andato a vedere come vivono oggi i ventuno profughi, tutti uomini, che da diversi mesi vengono ospitati nella struttura. Ognuno di loro riceve circa 135 euro per cibo e necessità varie in attesa di venire trasferiti. I locali originari sono stati demoliti e riadattati, al loro posto ora ci sono camerate con letti a castello e cucine essenziali. 

L'amministrazione di Schwarte difese all'epoca la propria scelta insistendo sul fatto che quella caserma non aveva mai ospitato i prigionieri del campo di sterminio, dove più di 40mila persone trovarono la morte, sebbene la direttrice del Centro di Documentazione per il lavoro forzato sotto il regime nazista, Christina Glauning, lo avesse descritto con parole di fuoco in un'intervista a Der Spiegel: "Non è un posto normale, non è un posto qualsiasi, è un luogo di sfruttamento, di oppressione e di violenza senza limiti".

Ma tra i giovani ospitati nella caserma non sembra esserci preoccupazione, come spiega Abdurahman Massa, 20enne in fuga dall'Eritrea e in attesa di ottenere il permesso di soggiorno. "Per me va bene", dice al Daily Mail. Gli fa eco un altro rifugiato, l'algerino Diaoyre, arrivato appena una settimana fa. "Si sta bene. Molte persone non hanno nemmeno questo", aggiunge. 

Tra il 1937 e il 1945, circa 250mila persone furono internate nel campo di Buchenwald e nei suoi 136 distaccamenti esterni, obbligate ai lavori forzati. Durante la guerra, numerosi prigionieri furono sottoposti a terribili esperimenti medici di vaccinazione e di "cura" ormonale per l'omosessualità. 

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