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Venerdì, 19 Aprile 2024
IL PUNTO / Germania

Germania, dopo il salario minimo arriva la doppia nazionalità per i figli degli immigrati

Ventiquattro ore storiche per la Germania: il Bundestag dice "sì" al salario minimo e alla doppia nazionalità per i figli degli immigrati

Sarà la Grosse Coalition, sarà che anche il centrodestra si rinnova, o più semplicemente che il mondo cambia e i politici accorti se ne rendono conto e si adeguano. Fatto sta che in Germania in 24 ore il parlamento, che sostiene con l'accordo CDU/CSU ed SPD, il governo guidato da Angela Merkel, ha approvato due leggi che possiamo definire storiche: l'introduzione del salario minimo e la doppia nazionalità per i figli degli immigrati.

Il tema del salario minimo è stato per oltre dieci anni uno dei temi più caldi del dibattito politico tedesco, sul quale si sono spaccati trasversalmente partiti e alleanze, ma oggi, complice una rinnovata "tonicità" dei socialdemocratici e l'aria di crisi che inizia ad aleggiare anche a Berlino, i cristiano-democratici hanno rotto gli indugi facendo loro uno dei cavalli di battaglia della sinistra riformista.

Fortemente contestata dalle imprese e da numerosi economisti, soprattutto per il timore di un conseguente aumento della disoccupazione, oltre che del "costo del lavoro", la decisione spinge ancora più avanti il sistema sociale tedesco, "correggendo" alcune storture venutesi a creare con la riforma del lavoro che ha introdotto flessibilità e "mini jobs". E il centrodestra della Merkel imbocca con sicurezza la strada delle nuove tutele, rendendole post-ideologiche e molto pragmatiche.

Ancora più importante la decisione di facilitare l'accesso alla doppia nazionalità per i figli di immigrati residenti sul territorio tedesco, destinata soprattutto ai giovani turchi. Finora, i figli di stranieri nati in Germania dovevano scegliere tra la nazionalità dei loro genitori e quella tedesca tra i 18 e i 23 anni. Adesso invece i bambini potranno avere due passaporti se hanno vissuto almeno otto anni in Germania o se hanno frequentato le scuole per almeno sei anni.

I primi passi verso l'abbandono della "gelosia" per la nazionalità, che doveva essere esclusiva e legata allo ius sanguinis, erano già iniziati da qualche tempo: per esempio i cittadini dell'Unione europea e della Svizzera potevano già ottenere la nazionalità tedesca dopo otto anni di residenza in Germania, ma tale opzione era prevalentemente da inquadrare in una necessità di "buon vicinato" con i partner europei. Di tutt'altra importanza assicurare per tutti gli stranieri la possibilità di essere tedeschi "senza dover abbandonare la propria patria".

La nuova norma sancisce, in maniera inequivocabile, l'accettazione, per lo meno formale, di un'identità tedesca "plurale". E non è poco.

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