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Venerdì, 29 Marzo 2024
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"Sarà un weekend esplosivo": un anno di proteste, ma il giallo dei gilet ora è sbiadito

Tutto era iniziato con la manifestazione del 17 novembre 2018, ma i tempi in cui la mobilitazione dei gilet gialli pareva davvero in grado di poter incidere in qualche modo nella società e nella politica francese sono lontani, lontanissimi

La protesta negli ultimi mesi ha visto una partecipazione in calo, ma il prossimo weekend - promettono alcuni - "sarà esplosivo". Sabato 16 novembre scendono di nuovo in piazza i gilet gialli per l'Atto 53. Sarà l'occasione per 'festeggiare' l'anniversario della prima manifestazione del 17 novembre 2018. Il movimento era nato sui social media per protestare inizialmente soprattutto contro il prezzo dei carburanti e contro il caro vita, per diventare poi una mobilitazione dai confini meno delineati. 

Gilet gialli, un anno di proteste

Il 24 novembre 2018 i primi incidenti a Parigi. Il terzo sabato durante le manifestazioni a Parigi, Marsiglia, Saint Etienne e Tolosa, iniziarono gli scontri pesanti e le prime vere devastazioni. Sabato dopo sabato le manifestazioni si sono trasformate in un'estesa 'rivolta' popolare che arrivarono a scuotere il presidente della Repubblica Emmanuel Macron e il governo guidato da Édouard Philippe. Una vera e propria crisi sociale che costrinse il governo, a dicembre 2018, a varare misure d'urgenza: congelate alcune riforme e stanziati quasi 17 miliardi di euro in riduzione di tasse e aumento delle prestazioni sociali per cercare di placare un movimento in piena ascesa. Macron lanciò un 'grande dibattito nazionale' e iniziò a girare la Francia per parlare ai connazionali.

Nei mesi seguenti la proteste perse di intensità fino a una data chiave: il 16 marzo 2019 ci sono stati i danni e i saccheggi più importanti. Oltre 10mila gilet gialli misero a ferro e a fuoco Parigi. A determinare la fine della crescita del movimento dei gilet gialli sono state secondo molti osservatori proprio le violenze di quel giorno. Le varie anime del movimento erano già entrate in rotta di collisione, fino al flop delle elezioni Europee. Il movimento ,rappresentato da alcune liste, va malissimo e prende meno dell'1% dei suffragi. 'Evolution citoyenne' di Christophe Chalençon, noto alle cronache per aver incontrato l'allora vicepremier Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista a febbraio 2019 scatenando una crisi diplomatica tra la Francia e l'Italia, ottiene un misero 0,01%, ossia circa 2.000 voti.

Il giallo dei gilet è sbiadito come non mai. Oggi come oggi le tematiche poste all'attenzione generale dei gilet gialli sembrano ancora riscontrare un qualche interesse nella popolazione, anche se prevale una certa esasperazione per i sabati di protesta. Sabato scorso, per il 52esimo sabato consecutivo, erano solo un migliaio i manifestanti che indossavano l'ormai caratteristico gilet giallo in Francia.

Chalencon: "Sarà un weekend esplosivo"

"Sarà un weekend esplosivo" quello del 16-17 novembre in occasione dell’anniversario della nascita del movimento dei gilet gialli in Francia. A sostenerlo parlando all’Adnkronos è Christophe Chalençon, uno dei leader riconosciuti dei gilet gialli, che a febbraio scorso aveva incontrato in Francia l’allora vicepremier Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

"Il presidente francese, Emmanuel Macron e i media francesi ritengono che il movimento ormai si stia spegnendo. E’ vero che da quest’estate il movimento ha perso un po’ di slancio e che solo una minoranza è rimasta a protestare ma c’era anche la necessità di tornare a lavorare. Ma il 16 e il 17 novembre saranno giorni esplosivi. Io sarò a Parigi a manifestare", sottolinea Chalençon che si dice convinto che "Macron non finirà il suo mandato. Ci metto la mano suo fuoco. [...] vogliamo creare una forza politica che possa essere speculare a ‘En Marche’", il partito di Macron. Per questo, rileva, "avevo deciso di incontrare gli esponenti del Movimento 5 Stelle che utilizzano la piattaforma Rousseau. Anche noi abbiamo lanciato una piattaforma Reconciliation per lanciare in Francia la democrazia partecipativa. Il progetto sta maturando. Alla presidenziali avremo un candidato che verrà dal popolo".

Parigi, Champs-Élysées vietati ai gilet gialli

Il prefetto di Parigi ha firmato questa mattina un'ordinanza per il divieto di manifestare nel fine settimana sugli Champs-Élysées, a un anno dalle prime dimostrazioni dei gilet gialli. Lo ha riferito alla tv BFM una fonte della polizia. Un appello a tornare proprio nella zona dove più danni fecero le prime manifestazioni, l'avenue des Champs-Élysées, circola già da alcune ore sui social network.

Va sottolineato come la mobilitazione dei gilet gialli abbia fatto breccia soprattutto fuori dalle grandi città. I gilet gialli contestavano, e ancora contestano, al governo una politica centralista, che non tiene nel dovuto conto le esigenze del resto della Francia. Contestano l'onere sproporzionato delle riforme fiscali sulle classi lavoratrici e medie, specialmente nelle aree rurali e suburbane. Ma i tempi in cui la mobilitazione dei gilet gialli pareva davvero in grado di poter incidere in qualche modo nella società e nella politica francese sono lontani, lontanissimi.

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Gilet gialli in piazza a Parigi (Ansa)

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