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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Arrestate i giornalisti": le purghe di Erdogan dopo il fallito golpe silenziano la stampa

Chiuse le testate non allineate con il regime, mandato di arresto per 42 "voci fuori dal coro": in Turchia si fa sempre più dura la repressione a due settimane dal fallito colpo di Stato ordito da parte dell'esercito ostile al presidente Erdogan

Le autorità turche hanno spiccato dei mandati di arresto nei confronti di 42 giornalisti, nel quadro delle indagini sul fallito golpe del 15 luglio scorso: lo hanno reso noto i media turchi, senza specificare se i fermi siano già stati eseguiti. Tra i giornalisti colpiti dal provvedimento vi è anche Nazli Ilicak, licenziato nel 2013 dal quotidiano filo-governativo Sabah per aver criticato dei ministri coinvolti in uno scandalo di tangenti - scandalo di cui il governo turco attribuisce la responsabilità all'imam Fethullah Gulen, ritenuto anche la mente del fallito golpe.

Secondo il quotidiano Hurriyet i mandati sono stati spiccati dall'ufficio della Procura anti-terrorismo di Istanbul, secondo la quale le operazioni di arresto sono già in corso. E proprio l'editore dell'edizione online di Hurriyet, Bulent Mumay, figura tra i 42 giornalisti destinatari degli ordine di custodia emessi dalla sezione antiterrorismo della procura di Istanbul.

I NUMERI DELLA REPRESSIONE

In totale sono 13.165 persone arrestate dal tentativo fallito di colpo di stato del 15 luglio in Turchia: lo ha spiegato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "Un totale di 934 scuole, 109 dormitori, 15 università, 104 fondazioni, 35 istituzioni sanitarie, 1.125 associazioni e 19 sindacati appartenenti al movimento di Fethullah Gulen sono stati chiusi. I loro beni sono stati sequestrati dallo Stato". 

Turchia, la repressione di Erdogan dopo il fallito golpe

Arrestati anche 31 professori universitari in 5 diverse province, tra cui Istanbul, ma anche circa 8.838 sono soldati, 2.101 sono giudici e pubblici ministeri, 1.485 sono agenti di polizia, 52 sono autorità locali e 689 sono civili", ha detto Erdogan in un discorso trasmesso nelle piazze della Turchia. Il presidente ha aggiunto inoltre che i generali arrestati sono 123, mentre a 282 ammontano gli alti ufficiali di polizia". "Gli interrogatori sono in corso", ha commentato affermando anche che un totale di 246 persone sono state uccise, tra cui 62 agenti di polizia, 179 civili e cinque soldati, mentre si contano 2.186 persone rimaste ferite.

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