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Domenica, 24 Settembre 2023
Gli scenari / Ucraina

Le conseguenze della "crisi del grano" in Ucraina

Quest'anno la produzione potrebbe diminuire di un terzo, ma il problema più urgente da risolvere è quello del blocco delle esportazioni a causa della situazione nel Mar Nero

La resa del prossimo raccolto di grano in Ucraina potrebbe diminuire del 35 per cento rispetto al 2021 a causa dell'invasione russa. È quanto emerge dalle immagini satellitari analizzate dalla società di geolocalizzazione Kayrros. Il conflitto ha gravemente interrotto la stagione della semina, che è in corso, e ha costretto gli agricoltori a lavorare sotto le bombe, mentre il carburante diventa sempre più difficile da trovare. Un altro dei problemi, forse il più urgente, è però quello del blocco alle esportazioni a causa della situazione nel Mar Nero dove l'esercito russo ha assediato la città portuale di Mariupol e la sua Marina ha bloccato l'accesso alle rotte marittime anche ad altre città, come Odessa.

Il blocco delle esportazioni fa salire i prezzi

L'Ucraina è uno dei maggiori esportatori mondiali di grano, ma la guerra sta mettendo a dura prova l'agricoltura e le forniture alimentari del paese, nonché le esportazioni all'estero. Secondo l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), i blocchi sono uno dei fattori principali alla base dei prezzi elevati dei generi alimentari, che hanno raggiunto un livello record a marzo (+17%) sulla scia dell'invasione russa dell'Ucraina, prima di diminuire leggermente ad aprile. Quasi 25 milioni di tonnellate di cereali sono bloccate in Ucraina a causa di problemi infrastrutturali e della chiusura dei porti del Mar Nero, tra cui Mariupol, attuata dalla Russia, ha affermato un funzionario dell'agenzia alimentare delle Nazioni Unite.

"È una situazione quasi grottesca quella che vediamo in questo momento in Ucraina con quasi 25 milioni di tonnellate di cereali che potrebbero essere esportate ma che non possono lasciare il Paese semplicemente per la mancanza di infrastrutture e il blocco dei porti", ha detto Josef Schmidhuber, il vicedirettore della Fao, aggiungendo che i silos pieni potrebbero causare carenze di stoccaggio durante il prossimo raccolto a luglio e agosto. Secondo la Fao infatti nonostante la guerra, le condizioni del raccolto non sembrano così disastrose. "Ciò potrebbe davvero far sì che non ci sia abbastanza capacità di stoccaggio in Ucraina, in particolare se non si apriranno corridoi per l'esportazione dei cereali dall'Ucraina", ha affermato Schmidhuber. Un'altra preoccupazione è che alcuni depositi di grano siano stati distrutti durante i combattimenti in Ucraina.

La direttrice dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc), Ngozi Okonjo-Iweala, ha dichiarato questa settimana di essere "seriamente preoccupata" per l'aumento vertiginoso dei prezzi dei generi alimentari. "Sarebbe davvero di aiuto per il mondo se potessimo far uscire questo grano dall'Ucraina. C'è un serio rischio che i prezzi dei generi alimentari salgano e si esauriscano in una spirale di accessibilità che potrebbe portare a maggiore fame". 

Polonia e Lituania vogliono aiutare Kiev a esportare grano

Intanto si studiano soluzioni per aggirare il blocco russo. Polonia e Lituania sono in trattative con l'Ucraina per fare in modo che il Paese esporti il proprio raccolto. In che modo? Come spiega l'agenzia Dire, la Polonia libererebbe spazio nei suoi porti marittimi di Danzica, Gdynia e Stettino, mettendoli a disposizione dell'Ucraina, ha affermato il presidente polacco Andrzej Duda. La Lituania ha fatto la stessa offerta, come confermato da un portavoce del ministero degli Esteri lituano.  

I due Paesi stanno anche cercando di creare uno spazio nei loro porti per l'olio di girasole, di cui l'Ucraina è il più grande produttore mondiale. Il problema più grande, ha detto Duda, oltre a immagazzinare e spedire il grano, è trasportarlo fuori dall'Ucraina, che ha subito ingenti danni alla rete ferroviaria. "Abbiamo messo un'offerta sul tavolo, se l'Ucraina vorrà potrà usarla. Potranno usare i nostri porti marittimi", ha detto, sottolineando che "ora la domanda è come inviare il grano a quei porti. Ci sono molti punti interrogativi e in un certo senso il tempo sta finendo".

La produzione giù di un terzo rispetto al 2021

L'anno scorso nel Paese sono state prodotte circa 33 milioni di tonnellate di grano, di cui circa 20 destinate all'esportazione. Quest'anno la produzione dovrebbe calare a 21 milioni, in diminuzione del 23% rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Se però la guerra dovesse proseguire (soprattutto a est) il rischio molto concreto, anzi probabile, è di una calo del 35% rispetto al 2021.

Le conseguenze del blocco di grano e mais

Un problema anche di costi che solo a marzo sono aumentati di oltre il 17% (anche se poi ad aprile sono scesi). L'aumento dei prezzi dei generi alimentari è motivo di preoccupazione in tutto il mondo, specie nei paesi in via di sviluppo già messi a dura prova dalla pandemia o da altri conflitti come nello Yemen o in Afghanistan.

La produzione dell'Ucraina rappresenta infatti il 10% delle esportazioni mondiali di grano, il 14% delle esportazioni di mais e circa la metà dell'olio di girasole a livello globale, secondo il dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti. Insieme ai problemi legati alla pandemia e ad altre interruzioni, si prevede che l'impatto mondiale della guerra sulle forniture alimentari supererà quello di qualsiasi crisi dal 1945, ha affermato il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. 

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