Grecia, centri di accoglienza al collasso: migranti costretti a vivere tra i rifiuti
La denuncia di Msf: mancano posti letto, servizi igienici e acqua potabile. Solo a Lesbo sono arrivate 15mila profughi nel mese di giugno: "La Grecia non può gestire questo tipo di numeri"
Migliaia di disperati ammassati in tende di fortuna e costretti a vivere in condizioni igieniche disastrose. Le strutture di accoglienza greche sono al collasso, denuncia Medici Senza Frontiere.
L’organizzazione ha diffuso numerose immagini che documentano la situazione nelle isole di Kos e Lesbo. Sono cinquemila i migranti arrivati a Lesbo negli ultimi giorni: molti di loro per dormire si arrangiano come possono; manca l’accesso all'acqua potabile, mancano i servizi igienici e l’assistenza medica.
Le immagini che arrivano dal centro di accoglienza di Moria, nei pressi di Mitilene, sono eloquenti: il pavimento dei bagni è sommerso da bottiglie e rifiuti, e così pure gli spazi dove sono accampati i profughi.
Va anche peggio nel centro di Kara Tep, dove gli oltre duemila migranti arrivati in pochi giorni hanno invaso ogni spazio disponibile, comprese le rotatorie stradali.
Qui manca perfino l’acqua potabile e i profughi sono costretti a bollirla sul fuoco utilizzando lattine di Coca-Cola.
"Molti migranti dormono su pezzi di cartone, altri utilizzano le reti destinate a raccogliere le olive per crearsi una sorta di rifugio", ha detto Elisabetta Faga, Coordinatore di MSF a Lesbo, al MailOnline.
L’organizzazione spiega che "il Comune fa quel che può", ma non riesce a garantire la manutenzione di queste strutture, specie in un periodo in cui Atene ha ben altro a cui pensare.
"Nel mese di giugno solo a Lesbo sono arrivate qualcosa come 15 mila persone. E’ molto difficile per un Paese come la Grecia gestire questo tipo di numeri".