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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Grecia, si vota ma 1 elettore su 4 è ancora indeciso

Tra crisi economica e sociale, favorito il partito Nea Dimocratia, ma rimontano le formazioni minori come il neonazista Alba Dorata

E' una giornata importante quella di domani per la Grecia. In un Paese distrutto dalla crisi economica, i cittadini sono chiamati alle urne per le elezioni politiche, le prime che si tengono da quando il primo Ministro tecnico, Lucas Papademos si è insediato nel novembre 2011.

Secondo i sondaggi riportati dall'Ansa, in vantaggio con il 27% dei voti ci sarebbe il partito di estrema destra Nea Dimocratia (Nd), guidato da Antonio Samaras. Subito dietro, con il 20% delle preferenze, si trovano invece i socialisti del Pasok, che nelle ultime elezioni politiche del 2009 aveva ottenuto il 43,9% dei voti contro il 33,48% della Nd.

Samaras è favorevole alla permanenza della Grecia in Europa, sostiene l'importanza della Chiesa ortodossa nell'identità culturale del Paese, e ha proposto di abolire la "legge Ragusi", che concede la cittadinanza ai figli di immigrati che nascono sul suolo greco. A capo del Pasok si trova il socialista Evanghelos Venizelos, ex vice premier e ministro delle Finanze che propone, oltre a rimanere nella zona euro, l'abolizione graduale delle tasse speciali e del contributo di solidarietà imposte durante la crisi e l'eliminazione dei tagli a stipendi e pensioni, oltre che la riduzione del costo del lavoro. Al terzo posto nei sondaggi c'è il Partito Comunista di Grecia (Kke), che propone l'uscita dall'Unione e dall'Eurozona. 

Non si può non notare un calo dei consensi, rispetto alle elezioni del 2009, verso i due partiti principali ritenuti responsabili della crisi, Nd e Pasok, e che hanno sostenuto il governo di Papademos. Da domani, quindi, potrebbe essere messo in discussione il bipartitismo che ha caratterizzato il Paese dal 1974, anno della caduta del regime dei colonnelli. Sarebbero almeno una dozzina i partiti minori che potrebbero portare dei rappresentanti in Parlamento, tra i quali vi è anche un gruppo neonazista, Alba Dorata

"Un quarto dell'elettorato è ancora indeciso", ha spiegato l'analista Elias Nikolakopoulos al giornale francese Le Monde. "Questi indecisi si dividono in due. Alcuni esitano tra un voto che punisca i due partiti (maggiori, ndr) e un voto che non metta in pericolo gli aiuti europei. Gli altri indecisi vogliono votare contro le misure di austerità ma non sanno quale partito scegliere. Per questo i pronostici sono difficili".

I due partiti principali, per avere la maggioranza in Parlamento, devono raggiungere il 37% dei voti. "Un governo di coalizione che non gode di una maggioranza parlamentare sarebbe considerato come una sconfitta in un clima sociale che rischia di diventare molto teso", spiega Nikolakopoulos.

Bruxelles tiene il fiato sospeso in attesa dei risultati. Secondo i sondaggi, almeno il 70% dello greci sono a favore della permanenza nella zona euro, ma sono contrari alle misure imposte dalla troika (Fondo monetario internazionale, Commissione europea, Banca centrale europea) in cambio dei due piani di aiuto dati ad Atene. Anche se Venizelos ha promesso che non ci sarà un aumento delle tasse, e Samaras ha dichiarato di volerle abbassare, il prossimo governo dovrà tagliare 11 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. 

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