"Putin prepara la Russia a una guerra senza fine"
Le rilevazione del Guardian sul portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, i nuovi aiuti occidentali all'Ucraina, lo stallo e le minacce bielorusse nel 398esimo giorno di guerra
"Le cose diventeranno molto più difficili. Ci vorrà molto, molto tempo". Sono le dichiarazioni - pesanti - di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, fatte durante una cena di gala con esponenti dell'élite russa a dicembre. La dichiarazione - ottenuta dal Guardian - sembra confermata in quanto l'operazione di invasione russa in Ucraina si trova sostanzialmente in una fase di stallo. E Putin sembra non farne più una questione geopolitica ma di coesione nazionale.
Nuovi aiuti dall'occidente
In mattinata sono state consegnate all'Ucraina le bombe Glsbd (Ground Launched Small Diameter Bomb), come confermato dal presidente americano Joe Biden. Queste bombe, promesse dagli Usa lo scorso febbraio, sono arrivate in seguito al rifiuto americano di inviare i jet F-16, per evitare di far salire la tensione con Mosca. E sempre alle prime ore dell'alba, il ministro della difesa ucraino Oleksii Reznikov ha annunciato l'arrivo del primo carro armato inglese, mentre Boris Pistorius, suo omologo tedesco, ha confermato che saranno inviati i carri armati Leopard 2 nonostante le passate indecisioni.
Arrivati in Ucraina 18 carri armati tedeschi
Una guerra in stallo?
Lo stato maggiore ucraino ha dichiarato che nelle ultime 24 ore i russi hanno condotto 12 raid missilistici, 24 raid aerei e 55 attacchi con razzi in tutte le zone occupate. A Kiev si combatte ancora, così come nelle altre città. Al momento l'Ucraina sta dispiegando numerose forze per cercare di fermare l'offensiva russa, intenta a conquistare il villaggio di Bakhmut, nella parte orientale del paese; mentre nella città di Avdiivdka la situazione sta degenerando per via dei numerosi bombardamenti delle ultime ore, come dichiarato dal sindaco.
Al di là però delle terribili notizie quotidiane, la guerra sembra essere in una fase di stallo. Hanno fatto scalpore infatti le parole del portavoce del Cremlino riferite a un giornalista del Guardian. Secondo l'analisi del giornale britannico, Putin starebbe faticando a mantenere la motivazione dell'invasione sul piano geopolitico e sembra che stia portando la questione più sul versante ideologico, in una sorta di "sopravvivenza nazionale contro l'Occidente". D'altronde, l'operazione annunciata il 24 febbraio scorso doveva durare tre settimane, ma ormai sono 398 giorni che si combatte. E la vittoria non pare essere alle porte.
Secondo quanto dichiarato dall'analista politico russo filoccidentale Maxim Trudolyubov, Putin: "Ha smesso di parlare di obiettivi concreti della guerra", in quanto - continua - "Non propone più modi in cui si possa arrivare a una vittoria". La questione che l'analista solleva ai microfoni del Guardian è che la guerra non sia diventata più un fine, ma soltanto un mezzo per mantenere unito il paese.
Per questo motivo, secondo l'analisi del Guardian, la sola possibilità che resta a Putin per continuare a sostenere un'impresa che per ora si è rilevata un insuccesso è quella di mantenerla in una fase stallo. In questo senso, il dittatore sembra preparare il paese a una guerra "senza fine", sia concreta contro l'esercito ucraino, sia più ideologica verso l'Occidente in generale.
L'alleanza bielorussa
Restando, poi, sul piano concreto, Le dichiarazioni di questa mattina Lukashenko hanno fatto risalire la tensione. Egli, insieme a Putin, avrebbe siglato un accordo per tenere armi nucleari sul suo territorio. Si tratterebbe di una risposta all'Inghilterra, la quale aveva dichiarato di fornire proiettili arricchiti con uranio impoverito alle forze ucraine.
Putin: "Porteremo armi nucleari in Bielorussia, come fanno gli Stati Uniti"
Anche qui la questione tocca il tema sollevato dal Guardian. Si tratta di uno specchietto per le allodole la questione inglese? Perché Putin sta cercando di ricreare un clima di tensione simile a quello della Guerra Fredda, se ora ci sono anche altri attori molto potenti come la Cina che vogliono puntare a un equilibrio di potenza più multipolare? Forse, la risposta, sta nel fatto che per mantenere il potere non abbia altra scelta. E la prova può trovarsi nelle grandi perdite e nei tantissimi arresti che questi 398 giorni di guerra hanno portato con sé.