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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Il reportage

Tra i volontari ucraini "imprigionati" in prima linea nella controffensiva contro i russi a Kherson

Sul fronte di guerra con il battaglione 206: un centinaio di uomini e donne, molto giovani, arrivati da Kyiv per evacuare i civili e ora impiegati a combattere i russi nella controffensiva verso Kherson. Il reportage di Cristiano Tinazzi

La jeep sfreccia lungo un viottolo di terra battuta circondata da un paesaggio di campagna spettrale. I segni della distruzione sono ovunque. Mura sbrecciate dalle schegge dei colpi di artiglieria, tetti bruciati, resti anneriti di quelle che una volta erano abitazioni. Non c'è più nessuno qui, gli abitanti sono stati tutti portati via. Rimangono gli animali. Galline, mucche e cavalli, abbandonati e destinati a morire di sete o feriti dai bombardamenti. Siamo nella regione di Kherson e questo è il villaggio di Tavriis'ke. A circa cinque chilometri di distanza si trova Pravdyne, controllata dai russi. In mezzo, campi e filari di alberi.

'Validol', veterano del Donbas, alla guida del veicolo, è il comandante di una delle compagnie del battaglione 206 che mantengono le posizioni in questo settore. Un centinaio di uomini e donne, molto giovani, che da ormai più di sei mesi hanno lasciato le loro vite da civili per combattere accanto all'esercito ucraino. Validol fuma una sigaretta dopo l'altra, i suoi occhi azzurri scrutano con attenzione il territorio. “Le nostre postazioni avanzate sono attestate a circa tre chilometri dai russi”, dice il comandante. “Sono quelle case bianche in fondo. Da lì è zona loro”. In una delle abitazioni di Tavriis'ke si trova un centro comando. Si dorme tutti insieme, soldati e ufficiali, in alcune stanze di una cantina umida trasformata in sala radio, armeria e dormitorio.

In foto il centro di comando di Tavriis'ke

Gli animali "usati" come radar per le bombe

Sul prato c'è il cadavere di un gattino. È stato ucciso da un colpo di artiglieria piovuto nel giardino solo un paio di giorni prima. I soldati tengono cani e gatti, con loro, sia come compagnia sia come 'radar'. Gli animali intuiscono in anticipo i colpi in arrivo e scappano a nascondersi. Questione di secondi o forse anche meno, ma a volte bastano per salvarsi la vita.

Poco distante, a un chilometro circa da qui, alcuni giorni fa tre soldati ucraini sono stati uccisi dai russi, la carcassa di un’auto bruciata e un mucchio di terra sollevata è tutto quello che rimane della loro presenza. Non hanno fatto in tempo a nascondersi nelle trincee. Persone comuni, ognuno in passato con un lavoro, ognuno con una famiglia in pensiero per loro, lontana. Hanno deciso di arruolarsi nelle unità territoriali di difesa per difendere il proprio Paese. Come questi uomini e donne del battaglione 206, molti arrivati da Kyiv. Inizialmente impiegati per evacuare civili e aiutare i soldati impegnati a combattere contro i russi a Irpin lo scorso marzo, da giugno sono stati inviati sul fronte di guerra verso Kherson.

Igor, nome di battaglia Wolf, ha studiato medicina a Kyiv specializzandosi in chirurgia. Non ha neanche trent'anni, come tanti, qui. “Non ho scelto di essere un militare. Quando siamo stati invasi non c'erano altre opzioni, è stato per me un dovere arruolarmi. Dovevo salvare me, la mia famiglia e il mio paese”. Qualcosa è cambiato nei loro occhi, dopo tutti questi mesi. Alcuni sono stanchi, altri avrebbero solo voglia di tornare a casa per pochi giorni per vedere i loro cari, ma non possono farlo, non adesso. Hanno appena dato l'ordine di attaccare. I soldati si preparano, mettendosi del nastro adesivo giallo su entrambe le braccia in modo da essere riconosciuti dai loro compagni durante la battaglia.

Wolf è un paramedico come Albina, detta 'Shark', e suo marito, nome di battaglia 'Vitamin'. Si sono sposati in caserma, davanti ai loro commilitoni. E poi c'è Nata e il suo compagno, anche loro volontari. Persone di diversa estrazione sociale e provenienza, che dividono ormai da mesi lo stesso tetto, gli stessi rischi, le stesse fatiche e sacrifici. Yura ha trentatré anni, Albina ne ha ventisette e quando la guerra è iniziata erano nella loro città, Leopoli.

Albina detta 'Shark' con altri soldati in un momento di riposo

Una passione in comune per le motociclette, la musica rock i tatuaggi e i piercing. Lui lavorava in una concessionaria, lei insegnava disegno. Oggi si preparano anche loro per la battaglia. Validol arriva a una postazione avanzata. Un camion Kamaz con un cannone da contraerea AZP S-60 utilizzato per il tiro indiretto è nascosto in un boschetto a soli tre chilometri dai russi. Alle otto e cinquanta l'ordine di attacco. Primo colpo. La controffensiva è partita su tutta la linea del fronte di Kherson.

Il fronte della controffensiva ucraina verso Kherson occupata dai russi

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