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Giovedì, 25 Aprile 2024
Venti di guerra / Moldavia

Wizz Air sospende voli in Moldavia: a un passo da una nuova crisi

Un segnale inquietante per le serenità del paese candidato ad entrare in Ue ma nelle mire dell'espansionismo russo

La compagnia aerea ungherese Wizz Air ha deciso di sospendere i suoi voli da e per la capitale della Moldavia, Chisinau, a partire dal prossimo 14 marzo per ragioni di sicurezza, dopo che alcune settimane fa lo spazio aereo moldavo era stato invaso da un missile russo diretto in Ucraina. La compagnia ha spiegato la decisione in un comunicato parlando del "rischio elevato" che potrebbe comportare viaggiare nello spazio aereo del paese. Il ministro delle Infrastrutture moldavo ha commentato negativamente la scelta di Wizz Air, spiegando che "i voli che rispettano una serie di procedure possono essere portati a termine in sicurezza".

La decisione della compagnia aerea ungherese rappresenta un segnale inquietante per le serenità della Moldavia (o Moldova secondo la denominazione cara a Chișinău), paese candidato a entrare nell'Unione Europea dal 23 giugno 2022 ma nelle mire del nuovo espansionismo di Mosca: secondo la visione del Cremlino l'ambizione a riprendere possesso della regione storica della Novorossija tocca direttamente la regione russofona della Transnistria

Così Mosca cavalca l'opposizione in Moldavia

Prima della decisione di Wizz Air - e forse direttamente collegate - le informazioni di intelligence declassificate una settimana fa dal presidente ucraino Zelensky in un'intervista concessa a "Die Welt": Zelensky aveva infatti rivelato che i servizi ucraini erano venuti in possesso di un presunto piano di Mosca per prendere il controllo dell'aeroporto di Chisinau, sfruttandolo come testa di ponte per aprire un nuovo fronte nell'Ucraina occidentale. Lo stesso neo-primo ministro moldavo, Dorin Recean, aveva confermato queste preoccupazioni, ammettendo l'esistenza di diversi scenari di destabilizzazione di matrice russa. 

Il partito filorusso Shor è infatti da tempo impegnato in una campagna di delegittimazione della presidentessa Maia Sandu, autrice dell’avvicinamento di Chisinau alle istituzioni europee. Lo scorso autunno la Russia aveva tagliato le forniture energetiche dopo la decisione di Bruxelles di concedere a Chisinau lo stesso di candidata all'adesione nell'Ue. Il taglio delle forniture di gas russo ha provocato una forte pressione sui risparmi delle famiglie moldave, amplificando esponenzialmente il disappunto di ampi strati della popolazione. Questo ha dato fiato alle forze più vicine a Mosca. "Qui non abbiamo paura di un intervento russo, se Mosca lo volesse davvero, prenderebbe il nostro Paese in mezza giornata", ha detto Iurie Berenchi, uomo vicino a Shor.  

Lo stesso ministero degli esteri italiano ha evidenziato la repubblica di Moldavia come aria di rischio in particolare raccomanda di non recarsi nella regione separatista della Transnistria.

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