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Venerdì, 19 Aprile 2024
La testimonianza / Ucraina

La guerra vista dagli italiani in Ucraina: "Rastrellamenti e civili morti in strada"

Loris, pensionato emiliano, tre anni fa ha scelto di trasferirsi in una cittadina vicino al confine con la Russia ''per trovare un posto tranquillo dopo una vita stressante in Italia''. Adesso vive l'incubo dei bombardamenti: "Abbiamo dormito per terra per evitare di essere raggiunti da colpi dalle finestre"

Ha dormito per terra questa notte Loris, pensionato emiliano che tre anni fa aveva scelto di trasferirsi a Konotop, in Ucraina vicino al confine con la Russia, ''per trovare un posto tranquillo dopo una vita stressante in Italia''. Insieme alla moglie ucraina ha ''dormito per terra per evitare di essere raggiunti da colpi dalle finestre'', racconta ad Adnkronos, parlando di ''ore di bombardamenti, di spari e di scontri fino a quando la città non è caduta in mano ai russi''. A quel punto è seguita una calma relativa. ''I russi sono entrati, hanno fatto rastrellamento e allestito check point di controllo fuori dalla città'', racconta. ''Hanno sparato fino alle 22, poi è entrato in vigore il coprifuoco. Fino alle 23 le postazioni russe hanno sparato bengala in aria per segnalare la posizione. Poi si vedevano le luci dei droni, i rumori'', racconta.

Stamattina Loris è uscito, doveva recarsi in ospedale per delle cure, ma lo scenario che gli è apparso davanti lo ha fatto desistere. ''La città è semi deserta. I negozi, le banche, tutto chiuso. La polizia è sparita. Le caserme sono vuote, i cancelli sono aperti, non c'è in giro un militare'', ci racconta dalla città dove si trova una base dell'aeronautica militare ucraina e caserme che ospitano il 36esimo battaglione dell'esercito di Kiev. ''Ho visto un carro armato russo esploso qui vicino e i danni che ha fatto nel raggio di cinquecento metri, due case vicine sono state danneggiate, una completamente distrutta. Poi c'era una macchina colpita con due civili morti all'interno. Li ho visti personalmente, ma il sindaco di Konotop ha detto di lasciarli lì. Di lasciare per strada tutti i civili morti, ce ne sono diversi, perché siccome non c'è la polizia, nessuno li deve rimuovere. E' scabroso'', afferma. Poi, sempre stamattina, ''verso le 10.30 ho sentito dei colpi di cannone e sono tornato a casa''. 'Konotop si trova proprio sulla strada statale che collega Mosca a Kiev. Una strada che è stata bombardata, dove sono stati abbattuti i ponti. Per andarcene dovremmo evitare di prendere l'arteria principale e scegliere strade secondarie. Ma ci vorrebbe un trattore. Sono strade pessime, rischiamo di rimanere impantanati, anche perché la neve si sta sciogliendo. Ecco perché rimango qui a Konotop''. Lo racconta ad Adnkronos il pensionato emiliano Loris, che da tre anni vive a Konotop, nel nordest dell'Ucraina. La città è caduta in mano ai russi, così come anche Sumy. ''Sono le due città principali della regione di Sumy e in 5, 6 ore sono state prese. Tanto che il presidente della regione di Sumy si è lamentato con l'esercito ucraino dicendo che la regione è stata abbandonata'', afferma.

''Fino a che c'è da mangiare stiamo qui. Per fortuna non hanno tolto la luce, il gas e l'acqua. Il problema subentra ora dal punto di vista politico e amministrativo perché Konotop e Sumy sono sotto scacco dei russi e sono senza un governo, senza polizia'', afferma. ''Cinicamente - dice - mi auguro che Zelensky si arrenda e non permetta che la guerra venga portata dentro Kiev, non permetta uno spargimento di sangue. E' vero, parlo da italiano, ma mia moglie è ucraina e pensa così anche lei. Konotop è una città di 100mila abitanti, a Kiev ce ne sono tre milioni. Se portano la guerra nella capitale sarà un disastro totale''.

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