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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il voto / Ucraina

Guerra in Ucraina, risoluzione Onu per "pace giusta": chi sta con Putin

Voto (non vincolante) all'Assemblea generale. 141 voti a favore, 7 contrari e 32 astenuti: quali sono i paesi che si schierano con la Russia. Tra voci di colloqui (ma non ad alto livello) in Svizzera e un nuovo piano di pace promosso da Pechino, la fine del conflitto non è vicina

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato con 141 voti a favore, 7 contrari e 32 astenuti la risoluzione con cui sottolinea "la necessità di raggiungere al più presto possibile una pace giusta, duratura e complessiva" alla guerra in Ucraina e chiede alla Russia "il ritiro immediato, completo e incondizionato di tutte le forze sul campo".

L'Italia ha votato a favore della "Risoluzione per la pace" in Ucraina. Un testo "che difende l'Ucraina ma che è soprattutto in favore della pace. Una grande vittoria in nome della libertà", ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

La risoluzione non è vincolante

Quella adottata alla vigilia del primo anniversario della guerra in Ucraina è la sesta risoluzione approvata dall'Assemblea generale in 11 mesi dopo quelle del 2 e del 24 marzo, del 7 aprile, del 12 ottobre e del 14 novembre.

Le risoluzioni dell'Assemblea generale non sono legalmente vincolanti, ma hanno un peso politico importante. Sono il segno più tangibile di quale sia il sentimento prevalente nel mondo a proposito del conflitto. Per oggi è prevista una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il testo sottolinea "la necessità di una pace giusta, duratura e globale" in Ucraina e chiede "il ritiro immediato, completo e incondizionato di tutte le forze russe".

Aspettando la nuova grande offensiva della Russia 

Chi sta con Putin

Contro la risoluzione hanno votato sette Paesi: oltre alla Russia, come già avvenuto in altre occasioni, la Bielorussia, la Siria, la Corea del Nord, l'Eritrea e il Mali e il Nicaragua. Trentadue gli astenuti, tra cui la Cina, l'India - nonostante il forte pressing delle ultime ore - l'Iran, Cuba, l'Armenia e poi molti Paesi africani, dal Congo all'Uganda, e poi il Kazakistan e l'Uzbekistan.

"141 Paesi hanno chiesto il ripristino della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina" twitta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Un anno dopo, la comunità internazionale è forte con l'Ucraina. La richiesta è chiara: la Russia deve porre fine alla sua guerra di aggressione".

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L'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha criticato la risoluzione all'inizio di questa settimana definendola "squilibrata e anti-russa". Già a marzo 2022 141 paesi avevano votato per condannare l'invasione russa dell'Ucraina, chiedendo il ritiro immediato. 

Un anno di guerra

"Siamo grati a tutti i Paesi che hanno sostenuto l'importante risoluzione dell'Assemblea Onu. Questa è una potente testimonianza della solidarietà della comunità mondiale per il popolo ucraino, nel contesto dell'anniversario dell'aggressione su vasta scala della Russi. Una potente manifestazione di sostegno globale alla pace", afferma il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo il voto alle Nazioni Unite.

Oggi intanto l'Ucraina commemorerà "non il primo anniversario dell'invasione russa, ma un anno di vittoriosa resistenza", ha detto nelle scorse ore la first lady ucraina Olena Zelenska.

Tra voci di colloqui (ma non ad alto livello) in Svizzera e un nuovo piano di pace promosso da Pechino, la fine della guerra in Ucraina non è vicina.

Cavo Dragone: "Soluzione militare non esiste"

"Sono sempre dell'idea che una soluzione militare non si possa trovare. Né gli uni, i russi, riusciranno mai a disarcionare la leadership ucraina, né gli ucraini potranno riuscire a riconquistare tutti i territori che sono stati invasi dalla Russia. Questo è un dato che rimane costante nel tempo. Sicuramente non possiamo permetterci un altro conflitto "congelato" nel cuore dell'Europa". Lo dice in un'intervista alla Stampa il capo di stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

"Putin decise in segreto l'invasione, Lavrov all'oscuro"

Il presidente russo Vladimir Putin decise in segreto l'invasione dell'Ucraina, parlando solo con pochi consiglieri super-fidati, tenendo all'oscuro praticamente l'intera leadership di Mosca, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. A scriverlo oggi è il Financial Times. "Intorno all'una del mattino del 24 febbraio, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ricevette una telefonata inquietante. Dopo mesi passati a preparare una forza di invasione da 100.000 uomini sui confini con l'Ucraina, Vladimir Putin aveva dato il via libera all'invasione. La decisione prese Lavrov totalmente di sorpresa", scrive l'Ft. 

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