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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mondo Siria

Bombardare gli ospedali, la nuova strategia di guerra

Il dramma in Siria raccontato dai medici di Amnesty International: "Quelli contro gli ospedali sono attacchi deliberati e sistematici per favorire l'avanzata delle truppe di terra". Nel mirino le forze areee siriane e russe

SIRIA - Sulla base dell'analisi dei bombardamenti compiuti negli ultimi tre mesi dalle forze aeree siriane e russe contro ospedali e altre strutture mediche della zona nord della provincia di Aleppo, Amnesty International è giunta alla conclusione che "si sia trattato di attacchi deliberati e sistematici per favorire l'avanzata delle truppe di terra".

LA SITUAZIONE - A raccontare il dramma siriano è direttamente l'ong, che accusa: "Decine di attacchi contro le strutture mediche si sono verificati persino mentre veniva negoziato il fragile cessate-il-fuoco". Le forze siriane e russe "hanno deliberatamente attaccato strutture mediche in flagrante violazione del diritto internazionale umanitario. Ma quello è che davvero oltraggioso è che centrare gli ospedali pare essere diventato parte della loro strategia militare" ha dichiarato Tirana Hassan, direttrice del programma Risposta alle crisi di Amnesty International.

GLI ATTACCHI - "L'ultima serie di attacchi contro le strutture mediche della zona nord della provincia di Aleppo pare seguire lo stesso schema, in attuazione di una strategia che dall'inizio del conflitto ha distrutto decine di strutture mediche e ucciso centinaia di medici e infermieri" ha proseguito Hassan. In merito, Amnesty International ha raccolto diverse prove, "schiaccianti", su almeno sei attacchi lanciati nelle ultime settimane contro ospedali, ambulatori e altre strutture mediche situate nella zona nord della provincia di Aleppo. "Questi raid, che hanno causato la morte di almeno tre civili tra cui un sanitario, e ferito altre 44 persone, perpetuano uno schema di attacchi contro strutture mediche in varie parti della Siria e costituiscono crimini di guerra".

Ospedale di MSF colpito da un raid aereo in Siria |Infophoto

LE TESTIMONIANZE - I ricercatori dell'organizzazione per i diritti umani hanno parlato con operatori sanitari delle sei strutture colpite e con vari organismi umanitari, tanto in Turchia quanto in Siria. Tutti "hanno descritto le estreme difficoltà che stanno affrontando a causa dell'alto numero di civili bisognosi di cure mediche dopo la recente escalation, a febbraio, degli attacchi aerei nella zona". Numerosi operatori sanitari di Anadan e Hreitan, due centri a nord-ovest di Aleppo, hanno dichiarato che "la strategia del governo siriano di svuotare intere città o villaggi colpendone ospedali e altre infrastrutture serve a facilitare l'offensiva da terra". Ecco le parole di un medico di Anadan:

Gli ospedali e i servizi per la fornitura di acqua ed elettricità sono i primi a essere attaccati. Dopo, la gente non ha più modo di sopravvivere. 

"LIBERARE" LE ZONE DI GUERRA - Il piano raccontato da Amnesty è diabolico. Si inizia bombardando le strutture civili di base. Si distrugge ciò che difende la vita. "Vengono eliminate tutte le strutture fondamentali per la vita dei civili nelle zone di guerra". Così non rimane altra scelta che andar via. Il problema, però, "è che non tutti sono in grado di lasciare la città, in particolare gli anziani che hanno bisogno di essere curati". La prova è data dalle testimonianze raccolte dai volontari dell'associazione: tutte le persone intervistate, infatti, hanno riferito che nei pressi degli ospedali colpiti non c'erano veicoli militari, posti di blocco, combattenti o linee del fronte che potessero 'giustificare' un attacco aereo. Gli ospedali stavano svolgendo unicamente la loro funzione umanitaria.

Tutti gli operatori sanitari e le strutture mediche devono essere rispettati e protetti invece di essere colpiti. I feriti e gli ammalati sono bloccati al confine con la Turchia o stanno morendo in Siria da quando gli ospedali sono diventati il nuovo fronte di guerra.

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