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Martedì, 28 Novembre 2023
La storia / Ucraina

Marina, la ragazzina disabile arrivata dall'Ucraina in Italia per tornare a camminare

Ha 14 anni e una lesione spinale provocata da un incidente. Un volontario della Croce rossa ucraina ha contattato i colleghi italiani per metterla in salvo e permetterle di curarsi

Da Kiev a Leopoli e poi in Italia, in Puglia, grazie alla Croce Rossa. E’ il viaggio di Marina, una ragazza ucraina di 14 anni, affetta da una paralisi dovuta a una lesione spinale provocata da un incidente e che adesso è seguita da un gruppo di specialisti che si sta prendendo cura di lei, grazie alla collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, la Regione Puglia e la Protezione Civile. 

Quella di Marina è una storia di solidarietà che inizia con un giovane volontario della Croce Rossa Ucraina, Sehii, che contatta la Croce Rossa Italiana (Cri) chiedendo di aiutarla perché, con la guerra in corso, non avrebbe potuto ricevere le cure necessarie per poter sperare di tornare a camminare. Così la Cri si fa carico di Marina nell’operazione di evacuazione di persone fragili da Leopoli e la fa arrivare in Puglia, accompagnata dalla madre Olga e dai volontari del Comitato di Martina Franca in collaborazione con il Comitato di Carovigno. Ora Marina si trova nel presidio di riabilitazione ad alta specialità della Asl Br “Fondazione San Raffaele”, centro di riferimento nazionale nel trattamento delle lesioni spinali, delle malattie cerebrovascolari e delle gravi cerebrolesioni acquisite.

“Questa storia tocca le corde dell’amicizia, della fratellanza, della solidarietà e, in definitiva, dell’Umanità. E dimostra come la forza del nostro Movimento – commenta il presidente della Cri, Francesco Rocca – e il dialogo tra consorelle consenta di realizzare piccoli e grandi miracoli. Abbiamo dimostrato di saper arrivare lì dove è importante giungere in un momento così drammatico. Sono certo che questa vicenda toccherà il cuore di molti e mi auguro faccia riflettere sulle tragiche conseguenze che le guerre hanno sui civili”.

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