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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Guerra e anziani

Anziani in trappola e senza cibo: la crisi invisibile della guerra in Ucraina

Quasi un quarto della popolazione ucraina ha più di 60 anni e gli anziani non vogliono abbandonare la propria casa anche se privi dei mezzi per sopravvivere. La crisi senza precedenti nell'intervista alla direttrice di HelpAge Italia Emilia Romano

“Una crisi umanitaria senza precedenti". Con queste parole il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha definito l’esodo degli ucraini che fuggono dal loro Paese per mettersi in salvo dalla guerra. Si tratta del più grave flusso migratorio in Europa dal Secondo dopoguerra. In poche settimane più di tre milioni di persone sono fuggite oltrefrontiera, di queste il 60% è arrivato in Polonia, con Varsavia capofila che conta ad oggi 445 mila profughi (un 17% in più dei suoi abitanti abituali). In Italia, invece, dal 24 febbraio sono arrivate circa 47mila persone. A riferire i dati, il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio in audizione al Comitato Schengen, che ha anche sottolineato come “gli strumenti dell’attuale sistema di accoglienza sono insufficienti, e che, se una parte di chi ha trovato ospitalità da amici e parenti chiedesse accoglienza allo Stato, il sistema sarebbe messo in crisi”. Ad oggi quasi tutti i profughi ucraini in Italia sono ospiti di connazionali (nel nostro Paese la comunità ucraina sfiora le 250mila persone), mentre solo 2500 circa sono accolti dal sistema pubblico. Secondo le previsioni Onu i numeri sono destinati a crescere a meno che Russia e Ucraina non trovino un accordo per porre fine alla guerra: si attendono oltre 5 milioni di profughi, e la gran parte sono donne e bambini. A restare nel Paese sono soprattutto gli uomini tra i 18 e i 60 anni, perché arruolabili nell’esercito, e quasi tutti gli anziani: secondo i dati HelpAge Italia il 99% delle persone anziane non vuole abbandonare la propria casa nonostante non abbia più i mezzi per sopravvivere. E, tenendo conto che una persona su quattro in Ucraina ha più di 60 anni, questo rende il conflitto in atto la crisi umanitaria “più anziana” del mondo.

“Molte donne e bambini stanno lasciando il paese – ha riferito a Today Emilia Romano, direttrice generale di HelpAge Italia (associazione attiva in 86 paesi nel mondo per promuovere i diritti delle persone anziane) -, molti uomini rimangono per difenderlo, ma la stragrande maggioranza delle persone anziane non può e non vuole lasciare il paese, rimanendo isolata. Abbiamo la volontà e il dovere di garantire anche a loro il sostegno umanitario necessario alla sopravvivenza. Il nostro staff, i nostri volontari e le associazioni locali con le quali collaboriamo stanno facendo un grande lavoro, ma abbiamo bisogno di altre risorse per espandere l’intervento e per questo abbiamo lanciato un appello di raccolta fondi attivo sul sito dell’associazione”. Today ha raccolto l’appello di Emilia ma anche una sua testimonianza su quel che sta accadendo alle porte dell’Europa.

Emilia, qual è la situazione attuale nelle regioni di Donetsk e Luhansk?

“Nella prima settimana di marzo, nelle regioni di Donetsk e Luhansk, i nostri volontari hanno condotto un sondaggio su 1.513 persone anziane, per verificare gli effettivi bisogni primari e utilizzando un breve questionario. I risultati sono molto preoccupanti: il 99% ha dichiarato di non voler essere evacuato dalle proprie case; il 91% (ovvero nove persone su dieci) ha bisogno di aiuto per procurarsi il cibo perché ha problemi di mobilità o vive da solo; il 79% non ha accesso ad acqua potabile, mentre oltre il 90% degli anziani intervistati è senza energia elettrica, con temperature esterne costantemente sotto lo zero; il 75% ha riferito di aver bisogno di articoli per l'igiene personale e il 34% di farmaci per malattie croniche, inclusi i farmaci per il diabete, per l’ipertensione e antidolorifici. È essenziale, quindi, agire rapidamente per salvare quante più vite umane possibili”.

L’emergenza in Ucraina non riguarda solo i bambini, ma anche gli anziani: molti di loro hanno scelto di rimanere. Perché non vogliono evacuare le loro abitazioni?

“Quasi un quarto della popolazione ucraina ha più di 60 anni e, anche prima del 24 febbraio, le persone di età pari o superiore a 60 anni rappresentavano un terzo delle persone bisognose di aiuti umanitari nell'est del Paese, una delle percentuali più alte di persone anziane bisognose tra le crisi umanitarie in tutto il mondo. Sappiamo dall'esperienza nell'Ucraina orientale e altrove che le persone anziane colpite da crisi come questa spesso non sono in grado di mettersi in salvo, sono separate dalle proprie famiglie, lottano per accedere al supporto e ai servizi di base, e subiscono traumi e soffrono di angoscia”.

I mezzi per sopravvivere stanno diventando sempre più scarsi. Per quanto tempo ancora potranno sopravvivere in queste condizioni?

“Difficile dire per quanto tempo ancora potranno sopravvivere a queste condizioni, già molto critiche, soprattutto nelle aree che stanno subendo i bombardamenti. Noi stiamo fornendo aiuti, in questo momento principalmente cibo e acqua, ma la priorità assoluta per la comunità internazionale è il cessate il fuoco, solo così potremo fornire gli aiuti umanitari necessari a tutta la popolazione e in tutte le zone del Paese”.

In che modo HelpAge Italia sta fornendo loro aiuti? Come vi siete organizzati sul territorio?

“HelpAge lavora nell'Ucraina orientale dal 2014 e collabora una rete di partner e volontari per aiutare le persone anziane, fornendo viveri, medicinali e supporto psicologico, attraverso visite o telefonate regolari. In questo momento siamo presenti direttamente, con i nostri 300 volontari, o tramite associazioni partner, in 11 regioni (oblast) su 20. Stiamo, inoltre, prendendo accordi con reti di distribuzione locale in Ucraina orientale, che possano garantire il trasporto di beni primari anche in condizioni critiche come quelle attuali. La nostra risposta si concentra, quindi, sulla fornitura immediata di beni primari come cibo, acqua e forniture per l'igiene, ma anche attraverso denaro contante e beni non alimentari. Forniamo, inoltre, supporto per l'accesso ai servizi sanitari e supporto psicosociale, per aiutare le persone anziane ad affrontare il trauma che stanno subendo”.

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I russi stanno ostacolando le forniture di aiuti umanitari?

“Ad oggi non abbiamo alcuna notizia specifica su questo, ma i bombardamenti in sé sono naturalmente un ostacolo alle forniture di aiuti umanitari”.

Avete bisogno di altre risorse per espandere l’intervento. Quale appello vuole lanciare a chi vorrebbe darvi una mano?

“Sì, abbiamo urgente bisogno di altre risorse, perché l’intervento si sta espandendo non solo all’interno del paese, ma anche nei paesi confinanti, dove stanno arrivando i profughi ed in particolare in Moldova e in Polonia, dove già stiamo lavorando. Potete fare donazioni attraverso il nostro sito (www.helpage.itscegliendo "HelpAge" come destinataria della vostra generosità in supporto delle popolazioni colpite da questa guerra. Noi siamo una delle pochissime organizzazioni che sta già intervenendo all’interno del paese, sin dal primo intensificarsi del conflitto. E la profonda conoscenza del tessuto socio-economico e il contatto quotidiano con la popolazione coinvolta, essendo presenti sul territorio già dal 2014, ci hanno consentito di estendere rapidamente la risposta, tenendo conto degli specifici bisogni degli anziani e delle loro famiglie”.

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