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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il punto / Ucraina

Cosa cambia se Odessa diventa la città chiave della guerra di Putin in Ucraina

Gli occhi del mondo sono puntati su Mariupol e sul Donbass. Ma se Mosca ha davvero in mente di garantire un corridoio fino alla Transnistria, gli scenari cambiano e le sorti della guerra si decidono a ovest

Le forze russe aumentano in queste ore la pressione lungo i vari fronti dell'offensiva nel Donbass, conseguendo limitati successi. Ieri il vice-comandante del Distretto Militare Centrale russo ha dichiarato come l'obiettivo dell'offensiva militare di Mosca in Ucraina consista nel controllo del Donbass, del sud dell'Ucraina e nella creazione dell'ormai famigerato "corridoio terrestre" che colleghi la Crimea alle regioni orientali. Non una novità, dal momento che le intenzioni russe erano chiare da tempo. Ma c'è un'implicazione importante in queste parole: se il piano è espressamente quello di controllare l'intera Ucraina meridionale, la guerra sul terreno e sul mare rischia di spostarsi presto anche nella regione di Odessa, ai confini con Transnistria. Negli scorsi due mesi Odessa è stata attaccata con sporadici raid aerei e missilistici. Una vera offensiva su larga scala contro Odessa coinvolgerebbe inevitabilmente anche la città di Mykolaiv.

Guerra in Ucraina: l'avanzata russa nel Donbass

Il conflitto in Ucraina prosegue e nemmeno domani, il giorno della Pasqua ortodossa, è prevista una tregua. L'esercito russo sta completando il raggruppamento delle sue truppe e cercando di determinare i punti più vulnerabili delle forze armate ucraine al fine di lanciare un'offensiva su larga scala nella regione di Donetsk. L'avanzata russa nel Donbass prosegue a fatica, ma le forze armate di Mosca non avrebbero rinunciato a una vittoria più ampia in Ucraina. Il piano sembra essere quello di procedere lentamente, per fasi, per soffocare l’economia di Kiev. Se Putin ha davvero in mente di garantire un "corridoio fino alla Transnistria", l’enclave all’interno della Moldavia, l’Europa si ritrova a riflettere sulle eventuali risposte politiche e militari alla prospettiva di un’invasione destinata a non fermarsi ai confini ucraini. Riecheggiano anche le parole delle scorse ore del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "L'invasione russa in Ucraina è solo l'inizio, loro vogliono conquistare anche altri paesi. La notizia diffusa oggi secondo cui il compito dei soldati russi sarebbe quello di prendere il controllo del sud dell'Ucraina e raggiungere il confine con la Moldavia conferma quellio che ho detto molte volte".

Il discorso del generale Rustam Minnekaev in una irrituale conferenza stampa apre nuovi scenari: si tratta - nota oggi Gianluca Di Feo su Repubblica -  di "un ufficiale poco noto, con l’incarico limitato di numero due del Distretto Militare Centrale, che copre l’area del Volga, degli Urali e della Siberia. Ma il suo superiore diretto è Alexander Lapin: uno degli artefici della campagna in Siria, che da due anni promuove la riforma dell’esercito sottolineando proprio i problemi emersi in Ucraina. Lapin a fine marzo è andato al fronte, per incontrare i soldati che combattevano alle porte di Kiev". Ora è proprio il suo vice a presentare il disegno della "seconda fase dell’operazione": "Uno dei compiti dell’esercito russo è stabilire il pieno controllo del Donbass e dell’Ucraina meridionale. Ciò consentirà di fornire un corridoio terrestre alla Crimea, oltre a permettere di influenzare le strutture vitali ucraine e i porti del Mar Nero, attraverso i quali prodotti agricoli e metallurgici vengono esportati". La Russia, se così stanno le cose, punta di fatto anche alla conquista di Odessa, il più grande porto ucraino. Secondo Minnekaev, il controllo dell'Ucraina meridionale dovrebbe anche consentire di venire in aiuto dei separatisti filorussi in Transnistria, che controllano questo territorio della Moldova al confine con l'Ucraina occidentale dal 1992 e dove c'è già una guarnigione militare russa. "Il controllo dell'Ucraina meridionale è anche un corridoio per la Transnistria, dove ci sono anche casi di oppressione della popolazione di lingua russa", ha concluso il generale Minnekayev. La retorica di fondo è la stessa utilizzata all'inizio dell'invasione, due mesi fa, nel Donbass.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta 

Mykola Trofymenko rettore dell'Università di Mariupol, è fuggito a Kiev. Racconta della distruzione della città sul mare d'Azov: "Stanno cercando di catturare la città, ma non possono prendere l'ultima fortezza, l'acciaieria. È enorme, con un sacco di bunker e rifugi costruiti durante l'Urss, pronti per la guerra nucleare. È impossibile per i soldati russi prendere questi rifugi. Non riescono nemmeno a prendere i territori di Donetsk e Lugansk. Non possono prendere tutta l'Ucraina e uccidere il nostro presidente - dice alla Stampa - Stanno cercando di occupare qualcosa, per dimostrare al loro popolo che non tornano a casa a mani vuote. Ma presto dovranno trattare". L'inizio di maggio sarà decisivo per capire quanto durerà la guerra in Ucraina. "Il futuro di questa guerra sarà deciso nelle prossime settimane - contina il rettore - Putin, da leader sovietico, ama le ricorrenze di era sovietica. Pensiamo al 9 maggio, la vittoria contro i nazisti della Seconda guerra mondiale. Ma le nostre truppe sono forti e li stanno battendo. Gli eroi dell'acciaieria non si arrenderanno mai".

Ma se gli occhi del mondo sono puntati su Mariupol e sul Donbass, le sorti del conflitto rischiano di decidersi nelle acque di Odessa, il terminale dei cereali (e di molto altro) da cui dipende il Pil ucraino. 

Le sorti della guerra si decidono a Odessa?

Aggrappata alla pace, Odessa si prepara alla guerra. Dal 24 febbraio in avanti le notizie di un possibile sbarco dei russi a Odessa si sono susseguite a fasi alterne. Non è mai successo, e forse non accadrà. Ma i timori aumentano. La città, la "capitale meridionale dell'Ucraina", è un obiettivo strategico ed è sul mare. Per la flotta del Mar Nero è e resta un possibile obiettivo. Uno sbarco come quelli visti nella Seconda guerra mondiale è una teoria lontana dalla realtà attuale. Impossibile. Se in Sicilia e in Normandia gli alleati fecero convogliare più di 100.000 uomini, i russi hanno solo circa 2.000 uomini, fanti di marina, a Sebastopoli. Impossibile, oggi come oggi, conquistare una città così grande, che ha avuto settimane di tempo per prepararsi alla resistenza. Il tempo è dalla parte di Odessa: in questi due mesi la resistenza di Mariupol e Mykolayiv, a est, ha permesso di mettere da parte armi, cibo, medicine e rendere la città "una fortezza inespugnabile", assicura il sindaco.

Odessa finora è stata in gran parte risparmiata. Ci sono stati attacchi missilistici su Mikolayiv, la città portuale del Mar Nero cruciale per gli eventuali piani russi di prendere Odessa. Mikolayiv ha uno dei tre porti più grandi dell'Ucraina e nel primo mese di guerra ha ostacolato le truppe russe mentre marciavano a ovest lungo la costa del Mar Nero: è stato tra i centri ucraini più colpiti dai bombardamenti, è una città fantasma, deserta, da cui sono scappati quasi tutti quelli che potevano farlo. Odessa ha evitato per ora attacchi feroci come quelli a Mykolayiv e Mariupol: è un porto cosmopolita sulla costa meridionale dell'Ucraina, dove da centinaia di anni convivono persone di lingua ucraina e russa e minoranze bulgare ed ebraiche. L'avanzata russa dalla Crimea occupata si è in parte rivolta a oriente per collegare il territorio con i separatisti sostenuti dalla Russia nell'est e per impadronirsi del porto di Mariupol nel Mar d'Azov. La città è anche vicina al confine con la Moldova e alla regione contesa della Transnistria. E' il più grande porto marittimo dell'Ucraina. Il 70 percento delle esportazioni passa attraverso il mare. Se i russi la conquistassero, insieme ad altre città portuali del sud, l'Ucraina nei fatti diventerebbe un Paese senza sbocco sul mare.

La caduta di Mariupol permetterebbe a Mosca di controllare l'intera costa nord del Mar d'Azov, Odessa permetterebbe lo stesso ma su un mare molto più importante, il Mar Nero. "Prendere" Odessa vorrebbe dire garantire la contiguità territoriale su tutta la costa meridionale e con la Crimea. Il sindaco di Odessa Gennadiy Trukhanov fino al 2017 aveva un passaporto russo ed era stato visto con sospetto dai filo-ucraini. Nelle scorse settimane i suoi video su Facebook esprimevano lo sgomento di una città intera. Odessa è sempre stata cruciale per la sopravvivenza economica del paese: è la quarta città ucraina per numero di abitanti, ma la sua importanza va molto al di là della questione demografica: controlla l'accesso sul Mar Nero e il suo porto è il polmone economico ucraino da cui passano gli scambi con l’Europa e l’Asia, da cui passano presente e futuro.

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Odessa è un simbolo

Odessa non è "solo" una città, è un simbolo. Fondata da Caterina la Grande alla fine del 1700, era un gioiello della corona dell'Impero russo e un importante porto commerciale per l'Unione Sovietica. Un luogo di vacanza per la nomenklatura sovietica ai tempi dell’Urss al pari della Crimea. Sebbene non sia militarmente significativa come la penisola di Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014, per le mire imperiali del presidente russo Vladimir Putin la regione lungo il Mar Nero con "capoluogo" Odessa è centrale.

Come le regioni orientali di Donetsk e Luhansk , Odessa è stata teatro di una rivolta separatista sostenuta dalla Russia nel 2014 che ha cercato di creare uno stato indipendente. Odessa ospita una numerosa popolazione di residenti filo-russi. Per le mire imperiali di Putin è una città simbolo, o almeno lo è diventata da otto anni a questa parte. Nel 2014 gruppi filo-russi si sono scontrati con i sostenitori della cosiddetta rivoluzione Maidan, provocando 48 morti. Tutte le vittime tranne due erano filo-russi e 42 morirono quando un edificio, il palazzo dei sindacati, in cui uomini e donne si erano nascosti, fu dato alle fiamme. Una folla composta da ultrà calcistici ed estremisti di destra, sostenitori del governo auto-proclamatosi, aveva circondato il palazzo e l'aveva incendiato con un fitto lancio di bombe molotov.

Alcuni giorni prima dell'inizio dell'invasione del 24 febbraio, Putin aveva lanciato una minaccia contro coloro che avevano appiccato proprio quell'incendio, suggerendo che Odessa fosse realmente nella sua mente. "I criminali che hanno commesso questo atto malvagio non sono stati puniti", ha detto. "Nessuno li cerca, ma li conosciamo per nome". Odessa resta un obiettivo culturale e politico che Putin ha menzionato molte volte nei suoi discorsi. La certezza è che se le truppe russe proveranno a sfondare, la battaglia durerà a lungo. Gli abitanti di Odessa "non sono guerrieri", ha detto il sindaco Trukhanov. "Ma quando abbiamo ospiti indesiderati, qui diventiamo veri eroi". E l'Ucraina ha avuto mesi di tempo per preparare la resistenza.

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