Guerra in Ucraina, combattimenti feroci nel Donbass: "800mila case danneggiate"
Zelensky: "Gli attacchi aerei sono proseguiti e combattimenti feroci continuano lungo l'intera linea del fronte nel Donbass". Shoigu ha riferito a Putin che è stata conquistata la città di Lysychansk
Si combatte in Ucraina. Ci sarebbero state delle esplosioni nella notte a Melitopol e nell'aeroporto controllato dalle forze russe. Lo riferisce l'agenzia di stampa russa 'Ria Novosti'. Non si registrerebbero vittime, sostiene su Telegram Yevgeny Balitsky, nominato di recente dalla Russia a capo delle aree occupate nella regione di Zaporizhzhia. Secondo Balitsky, che accusa gli ucraini, "non ci sono vittime" ma sono state danneggiate abitazioni che si trovano nell'area. Le forze armate ucraine avrebbero intanto respinto con successo un assalto nemico vicino a Prudyanka. Lo riferisce, secondo quanto riporta 'Ukrainska Pravda', lo Stato maggiore delle forze armate ucraine. Le forze russe avrebbero effettuato un attacco aereo vicino a Mospanovo e Grakove. Ci sarebbero stati anche dei bombardamenti a Ruska Lozova, Perepod, Verkhniy Saltiv, Zamulivka, Volobuivka, Milova, Protopopivka, Pytomnyk, Prudyanka e Nortsivka.
Il ministro della Difesa russo, Serghey Shoigu ha riferito al capo del Cremlino, Vladimir Putin che è stata conquistata la città di Lysychansk e dunque "interamente liberata" la Repubblica popolare di Lugansk. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo.
Combattimenti feroci nel Donbass
"Decine di città in altre regioni dell'Ucraina sono state colpite da razzi. Centinaia di imprese sono state distrutte e tra queste ci sono anche industrie complesse e molto pericolose, di chimica e metallurgia", evidenziava ieri sera in un messaggio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Le forze russe, riferisce lo Stato maggiore, hanno tentato senza successo di condurre un assalto vicino a Mazanivka. Sono stati respinti e se ne sono andati. Nella direzione di Donetsk, i principali sforzi delle forze russe si concentrano sul consolidamento delle posizioni nell'area di Lysychansk e Verkhnokamenka. Nelle ultime ore "gli attacchi aerei sono proseguiti e combattimenti feroci continuano lungo l'intera linea del fronte nel Donbass: l'epicentro è nelle città della regione di Luhansk". Così il presidente ucraino Zelensky faceva riferimento ieri ad attacchi missilistici, che "alla sera erano già sei, per un totale di 12 missili, contro le regioni di Mykolaiv e Donetsk".
Un bombardamento russo nella regione di Donetsk ha inoltre causato la morte di 4 civili. Tre adulti e due bambini sono rimasti feriti. Ad affermarlo, secondo quanto riferisce 'Ukrainska Pravda', è il capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk Pavlo Kyrylenko su Telegram. Dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nella regione di Donetsk, sottolinea, sarebbero stati uccisi almeno 554 civili, altri 1.442 sarebbero rimasti feriti. Kyrylenko ha sottolineato che è attualmente impossibile stabilire il numero esatto delle vittime a Mariupol e Volnovakha.
Almeno 800.000 case danneggiate o distrutte dal 24 febbraio. E' una delle conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina, secondo le stime delle autorità ucraine, come ha denunciato la deputata Olena Shulyak. Shulyak ha ricordato che il Parlamento di Kiev ha già approvato un provvedimento per indennizzi che indica alcune categorie. "Si tratta di personale militare e familiari, famiglie numerose, persone con disabilità - ha detto, in dichiarazioni riportate dall'agenzia Unn - Crediamo debbano essere i primi a ricevere risarcimenti o un alloggio".
Le forze russe hanno inoltre colpito Zelenodolsk, nella regione di Dnipropetrovsk. Tre case sono state distrutte ma non ci sarebbero vittime. Lo riferisce il Capo dell'amministrazione statale regionale di Dnipropetrovsk Valentyn Reznichenko secondo quanto riporta 'Ukrainska Pravda'. Ieri le forze russe hanno bombardato i distretti Bashtansky e Nikolaev della regione di Nikolaev, uccidendo una persona. Lo riferisce 'Ukrainska Pravda' che cita il capo dell'amministrazione militare regionale di Nikolaev Vitaliy Kim su Telegram. "Questa mattina, a seguito di bombardamenti nel villaggio di Pervomaiske, c'è stato un incendio in un edificio residenziale e garage. Nei distretti di Voznesensky e Pervomaisk, invece, la notte è stata calma", aggiunge. Intanto, circa 11 immobili sarebbero stati danneggiati a Belgorod, città di confine in Russia, dopo un attacco. Il bilancio delle vittime attualmente sarebbe di almeno 3 morti. Lo riferisce su Telegram è il governatore della regione di Belgorod Vyacheslav Gladkov. I sistemi di difesa aerea russi hanno inoltre abbattuto due droni ucraini Strizh in avvicinamento a Kursk. Non si sono registrate vittime. Lo riferisce il governatore della regione russa di Kursk, Roman Starovoit, sul suo canale Telegram secondo quanto riporta l'agenzia di stampa russa 'Tass'.
Kherson verso il referendum
L'amministrazione filo-russa nella regione ucraina occupata di Kherson ha fatto sapere che si terrà "entro l'autunno" un "referendum sull'adesione dell'oblast di Kherson alla Federazione russa" ed è "probabile" che la Russia "dia priorità a un voto pseudo-costituzionale nel tentativo di legittimare il suo controllo della regione". E' quanto evidenzia l'ultimo aggiornamento di intelligence del ministero della Difesa di Londra, secondo cui "trovare una soluzione costituzionale per l'occupazione è probabilmente un obiettivo politico prioritario" per la Russia ed è "molto probabile che sia disposta a truccare il voto per ottenere un risultato accettabile". La regione di Kherson è stata la prima a essere occupata dalle forze russe dopo l'inizio dell'invasione. La valutazione ricorda l'arresto, lo scorso 28 giugno, del sindaco eletto della città di Kherson, Ihor Kolykhaiev, "molto probabilmente nel tentativo di reprimere l'opposizione all'occupazione", ma - si legge - "continua nelle aree occupate" una "diffusa resistenza armata e pacifica". A fine giugno Kirill Stremousov, numero due dell'amministrazione filo-russa nella regione ucraina occupata di Kherson, ha parlato dell'inizio dei preparativi in vista di un "referendum" sull'adesione alla Federazione russa, senza però indicare alcuna data.