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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pace lontana / Russia

La finta mano tesa della Russia all'Ucraina

Le condizioni di Mosca non cambiano e passano dalla rinuncia alla Nato e dal riconoscimento delle Repubbliche separatiste nel Donbass. Premesse pessime per il terzo round di colloqui

La pace? Possibile, ma solo se l'Ucraina accetta le condizioni della Russia. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov,  in un'intervista telefonica a Reuters, ripete ancora una volta la strada di Mosca per porre fine alle ostilità. Le richieste sono sempre le stesse: dichiararsi neutrale rinunciando a entrare nella Nato; riconoscere la Crimea come territorio russo; riconoscere le Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk nel Donbass. 

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Nessun cambio di passo quindi rispetto ai giorni scorsi. Una presa di posizione che non promette bene per l'avvio del terzo round di colloqui. Le parole di Peskov non rendono certo più disteso il clima. Si consideri anche che nonostante l'annuncio del "cessate il fuoco" per permettere l'evacuazione dei civili, il ministero degli Esteri ucraino anche oggi accusa la Russia di continuare a bombardare città e villaggi: "Stanno volutamente prendendo di mira i civili".

Dal canto suo Peskov ripete il "copione" già sentito: "La Russia è intervenuta in Ucraina perché era solo questione di tempo prima che la Nato vi dispiegasse missili come in Polonia e Romania. Non siamo noi a portare via il Lugansk e il Donetsk all'Ucraina, sono il Donetsk e il Lugansk a non voler essere parte dell'Ucraina. Per il resto, l'Ucraina è uno Stato indipendente che vivrà come vuole ma in condizioni di neutralità".

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