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Venerdì, 29 Marzo 2024
Scenari / Ucraina

Cosa cambia se la guerra in Ucraina diventa "di logoramento"

Se un mese fa poteva sembrare fantascienza, ora un conflitto di logoramento, che duri mesi o anni, è uno scenario vero. Possibile. Realistico. Nessun chiaro vincitore e una situazione di stasi: cosa può succedere

Quanto durerà la guerra? Secondo Konrad Muzyka, analista indipendente della Rochan Consulting, la guerra lampo trasformatasi in una possibile guerra di logoramento è segno dei piani sbagliati di Mosca e della resistenza ucraina. Ma sul lungo periodo i rapporti di forza restano sbilanciati a favore del Cremlino. Le perdite stimate (numeri ufficiali non ce ne sono) dei carri armati di Mosca rappresentano tra il 5 e il 10 percento della forza d’invasione ma nella disponibilità del Cremlino ne restano migliaia. Kiev, che ne ha persi circa il 10 per cento, ne ha una riserva di qualche centinaio, e inoltre logisticamente spostarli e traferire risorse sulla riva sinistra del Dnepr, dove si combatte di più e più ferocemente, è una missione molto complicata per le forza armate ucraine. 

Come è cambiata la strategia della Russia

La strategia della Russia sembra ora diversa, per ridurre le perdite. Sono stati riorganizzati i rifornimenti. Non a caso, da una settimana almeno non sono più filtrate immagini di lunghe file di camion bruciati o catturati. C'è anche una cautela superiore al passato nell'inviare colonne di carri armati dentro alle periferie delle città sotto attacco. L'avanzata è molto più lenta, e Mosca punta al massimo ormai sulla brutale potenza dell'artiglieria che spiana il terreno.  Nonostante il supporto occidentale, la guerra di logoramento potrebbe finire per incidere soprattutto sugli ucraini, che a milioni vivono in territori sotto attacco. I russi hanno perso 534 veicoli blindati contro 145 ucraini? Ne hanno altri 10mila contro i 2.500 di Kiev. I quotidiani ucraini pubblicavano ieri il tragico bilancio di un mese di guerra: 1.300 soldati uccisi; 977 civili; 128 bambini. Tre milioni e seicentomila rifugiati, 4.431 palazzi residenziali distrutti. Milleduecento missili lanciati dalla Russia, 148 attacchi a giornalisti e media. Le perdite russe sono altissime secondo la Nato, 15.000 morti: se corrette, cifre sono simili a quelle dei russi uccisi in un decennio in Afghanistan negli anni ottanta.

Gli analisti militari vedono le forze ucraine riguadagnare un po' di terreno, a sorpresa, in alcune zone del Sud e attorno a Kyiv. I russi mancano di una vera politica di comando e controllo, secondo un ex alto ufficiale militare francese, che sottolinea la mancanza di coordinamento tra le forze aeree e di terra e la mancanza di precisione degli attacchi. Poi ci sono i problemi logistici russi nel dare sostegno a un'armata di 200 mila uomini, disposta su un fronte molto largo.Non c'è solo la guerra sul terreno, c'è anche quella dentro le menti e i cuori. Il morale della popolazione. Se la determinazione ucraina appare compatta, resta da capire quanto in futuro peseranno le bare con le salme dei soldati russi uccisi che tornano in patria. Si segnalano decine e decine di funerali al giorno, spesso collettivi. 

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Guerra di logoramento

Se un mese fa poteva sembrare fantascienza, ora una guerra di logoramento, che duri mesi o anni, è uno scenario vero. Possibile. Realistico. Nessun chiaro vincitore e una situazione di stasi. Il fronte rimane più o meno sulle posizioni odierne, i bombardamenti russi proseguono, Mosca invia rinforzi e i negoziati vanno avanti. E' quel che succede dal 2014 nel Donbass, a Donetsk e Lughansk, dove dopo l'avanzata rapida iniziale delle forze filo-russe il conflitto è diventato una sfibrante guerra di posizione, con i due eserciti in trincea, una terra di nessuno nel mezzo, sporadici combattimenti, bombardamenti, colpi di cecchini. Una guerra che riporta le lancette della storia indietro di un secolo.

Nelle province orientali è andata avanti così per sette anni, quasi otto. L'Ucraina non ancora  toccata dall'invasione da truppe terrestri è enorme, una pianura infita: a oggi è la maggior parte del suo territorio, grosso modo i tre quarti della nazione. La resistenza ucraina potrebbe attestarsi nella parte centrale e occidentale del Paese, per conquistare la quale, in assenza di una resa, a Mosca servirebbero forze largamente superiori a quelle schierate.

C'è anche un altro punto da tenere in forte considerazione, un accordo diplomatico (che è ancora lontanissimo) potrebeb tradursi "solo" in un cessate il fuoco. Tutti gli altri punti chiave, dalle concessioni eventuali di Kiev come la eventuale neutralità futura del'Ucraina, andrebbero sottoposti a un referendum secondo il piano di Zelensky. Anche il riconoscimento che Donbass e Crimea appartengono alla Russia, richiedere mesi o anni. Tempo durante il quale è improbabile un ritiro delle forze russe da parte dei territori conquistati.  

Ci sono indiscrezioni secondo cui l'Occidente (Nato in primis) stua ragionando su aiuti militari sempre più a lungo termine all'Ucraina. Oggi come oggi la costa del Mar d’Azov e in parte quella del Mar Nero, a sinistra e a destra della penisola crimeana, sono il fronte che ha visto i successi più consistenti dei russi. Ma nessuna grande città è caduta, neppure Mariupol.  Molti analisti dubitano che Putin avrebbe bombardato in modo così brutale la città sul Mare d'Azov, ridotta in macerie in varii quartieri, se pensasse di ritirarsi da quello che per Mosca rappresenta un territorio strategico.

In una guerra di logoramento, come sempre, il prezzo più alto lo pagano i civili. La guerra in questi conflitti "di attrito", negli anni può diventare meno "strategica" e basarsi fortemente sulla guerriglia, con incursioni, imboscate e prendendo di mira i civili. Il capo dei servizi segreti della difesa del Regno Unito, il tenente generale Sir Jim Hockenhull, ha  spiegato: "Finora il Cremlino non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi originali. Le operazioni russe sono cambiate. La Russia sta perseguendo una strategia di logoramento. Ciò comporterà l'uso sconsiderato e indiscriminato della potenza di fuoco. Ciò comporterà un aumento delle vittime civili, la distruzione delle infrastrutture ucraine e un'intensificazione della crisi umanitaria". Qualsiasi scenario è da incubo, per chi non è fuggito dall'Ucraina. E chissà per quanto resterà da incubo.

In una guerra di logoramento non vince nessuno: una fase di stallo durante la quale entrambe le parti hanno una capacità limitata di condurre operazioni offensive mentre la devastazione e la sofferenza umana continuano. 

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