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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'analisi / Ucraina

Guerra in Ucraina: “L'Italia sarebbe in prima linea”

Secondo gli analisti, il nostro Paese sarebbe impegnato soprattutto con l'aeronautica e non sarebbe un ruolo marginale

A quasi otto anni di distanza dalla guerra del Donbass, sembra si stia per profilare un'invasione armata della Russia ai danni dell'Ucraina. Un'operazione che potrebbe essere il frutto di anni di tensioni alimentate da Mosca e che la pandemia sembrava aver scongiurato. Tensioni che hanno continuato a covare sotto la cenere e che adesso sembrano aver raggiunto il proprio culmine. Un attacco armato che non riguarderebbe solo le forze in campo ma che scatenerebbe una durissima reazione a catena. Nel caso in cui la Russia dovesse attaccare, scenderebbe in campo la Nato con in testa gli Stati Uniti. Proprio la possibilità che l'Ucraina entri a far parte dell'alleanza atlantica avrebbe spinto Mosca a prepararsi a un attacco. L'obiettivo è quello di evitare che la Nato si allarghi a Est in maniera “pericolosa” per Putin e alleati. In caso di reazione armata da parte della Russia, l'Ucraina potrebbe contare sull'appoggio di Washington e di tutti i suoi alleati.

Un conflitto che potrebbe diventare durissimo e che finirebbe per riguardare anche l'Italia e le sue forze armate. Il nostro Paese dovrebbe rispondere “presente” al richiamo degli alleati e il suo impegno non sarebbe marginale. A spiegare in che misura le forze armate italiane dovrebbero scendere in campo ci ha pensato l'osservatorio Milex che si occupa di monitorare le spese militari italiane. Il dato che dà la misura dell'impegno nostrano è il costo complessivo nelle missioni Nato a Est. Un impegno che vale 78 milioni di euro. Milex specifica anche in quali settori l'Italia è più impegnata tracciando un quadro che fa ritenere un'eventuale guerra tutt'altro che lontana.

"L'Aeronautica Militare – spiega Milex - schiera una squadriglia di quattro caccia Typhoon (la 'Black Storm') e 140 uomini in una base aera rumena nei pressi di Costanza, a due passi dal confine ucraino, che fino ad aprile svolgerà missioni quotidiane di pattugliamento sui turbolenti e affollati cieli del Mar Nero. La missione di 'polizia aerea rafforzata' (che segue quella analoga condotta nei mesi scorsi nei Paesi Baltici) è stata finanziata nel 2021 con oltre 33 milioni di euro e può essere incrementata fino a 12 aerei e 260 uomini. Il Mar Nero, insieme al Mediterraneo Orientale, è il teatro operativo anche della missione della forza navale permanente della NATO cui la Marina Militare partecipa attualmente con la fregata Fremm Carlo Margottini e con il cacciamine Viareggio, per un totale di oltre 200 marinai e un costo (finanziamento 2021) di oltre 17 milioni di euro”.

La geografia dell'impegno italiano viene ulteriormente aggiornata con altre zone in cui siamo impegnati. “Nel quadrante mediterraneo orientale, dove Mosca sta concentrando una flotta senza precedenti, incrocerà nelle prossime settimane anche la portaerei Cavour con F-35 imbarcati, partecipando a un’esercitazione NATO insieme alla portaerei americana Truman e alla francese Clemenceau. Nelle foreste innevate della Lettonia, altro potenziale fronte caldo in caso di confronto militare con la Russia, nell'ambito della missione NATO 'Baltic Guardian' l’Esercito Italiano schiera infine piu' di 200 alpini della Brigata Taurinense con decine di carri armati ruotati Centauro e cingolati da neve. Fanno parte di un Battle Group di oltre 1.200 soldati a comando Canadese con base a nord di Riga. La missione ha ricevuto oltre 27 milioni di finanziamento nel 2021" conclude Milex. Al momento dall'altra parte della barricata la Russia ha schierato 100mila soldati dislocati in varie zone. È il caso del Donbass, lungo il confine orientale dell’Ucraina. Del confine meridionale e nella Crimea annessa nel 2014. Stesso discorso anche per la Bielorussia sul confine settentrionale per quella che come copertura sta utilizzando un'esercitazione congiunta con Minsk. Di fatto l'Ucraina è accerchiata.

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