È iniziata la terza fase della guerra in Ucraina: "Bombardamenti folli e caotici"
L'esercito russo prova a sfondare le difese del caposaldo Bakhmut: la cattura della città darebbe a Mosca un nuovo punto d'appoggio nella regione di Donetsk e costituirebbe una rara vittoria dopo mesi di battute d'arresto.
La città ucraina orientale di Bakhmut sta affrontando un pesante fuoco di artiglieria, secondo quanto riferito da funzionari locali. I difensori ucraini della città, che hanno resistito per mesi, si stanno preparando a nuovi - e preventivati -attacchi di terra, come hanno detto i vertici militari locali. "La città, i sobborghi della città, l'intero perimetro e essenzialmente l'intera direzione tra Bakhmut e Kostyantynivka sono sotto bombardamenti folli e caotici", ha confermato Volodymyr Nazarenko, vice comandante del battaglione ucraino Svoboda.
L'esercito ucraino ha anche riferito che 16 insediamenti sono stati bombardati vicino a Bakhmut. La cattura della città darebbe alla Russia un nuovo punto d'appoggio nella regione di Donetsk e costituirebbe una rara vittoria dopo mesi di battute d'arresto.
Se la prima fase dell'invasione a tutto campo della Russia si è conclusa con una debacle per le forze di Putin - respinte dal nord, poi dalla regione di Kharkiv a settembre, e poi ancora dall'oblast di Kherson settentrionale e dall'oblast di Kherson a ovest del Dnepr a novembre - la seconda fase è stata un tentativo di guerra di logoramento, con migliaia di mercenari e detenuti russi sacrificati per piccole conquiste territoriali intorno alle città di Bakhmut e Soledar, combinata con attacchi missilistici di massa alle centrali elettriche, infrastrutture di trasmissione dell'energia elettrica e impianti idrici. Con la nuova offensiva sul Donbass è iniziata una terza fase della guerra che potrebbe sfociare secondo gli analisti in una battaglia a tutto campo come non si vedeva in Europa dalla seconda guerra mondiale.
La capacità russa di sostenere manovre offensive su larga scala in questo momento "sarà davvero messa alla prova", dice Dara Massicot, ex analista senior del Pentagono. "Ci hanno provato l'anno scorso, e non è andata bene, e le forze che hanno lasciato sul campo non sono così professionali e l'attrezzatura non è così buona". Ma anche le truppe mal guidate, scarsamente equipaggiate e male addestrate possono essere schiaccianti, se in numero sufficiente. L'Ucraina, secondo vari analisti, cercherà di colpire ovunque ritenga che le linee russe siano più deboli e fragili, e ciò potrebbe avvenire soprattutto nell'est, nella zona di Luhansk, dove le truppe nemiche sono più esauste e demoralizzate. Su un elemento altri analisti però concordano appieno: il Cremlino può permettersi di gettare in battaglia un numero enorme di persone e subire enormi perdite senza reali conseguenze sociali su larga scala. Ma per quanto ancora potrà permettersi di farlo? Su questo non ci sono certezze.
Oggi intanto i ministri della Difesa della Nato si riuniranno a Bruxelles per rafforzare la deterrenza dell'Alleanza e confermare e intensificare il sostegno all'Ucraina. In vista dell'incontro, il segretario generale Jens Stoltenberg ha notato l'urgenza di fornire capacità chiave a Kiev prima che la Russia possa prendere l'iniziativa di una nuova vasta offensiva sul terreno. "A quasi un anno dall'invasione, il presidente Putin non si prepara alla pace. Sta lanciando nuove offensive. Quindi dobbiamo continuare a fornire all'Ucraina ciò di cui ha bisogno per vincere. E per raggiungere una pace giusta e sostenibile", ha detto il leader della Nato.
A Bruxelles ci sarà anche il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, che parteciperà sia alla riunione del Gruppo di contatto per l'Ucraina, a guida americana, sia all'incontro con i ministri Nato. "Insieme affronteremo i bisogni urgenti dell'Ucraina", ha precisato Stoltenberg, che ha parlato di una vera e propria "gara di logistica". Capacità chiave come munizioni, carburante e pezzi di ricambio "devono raggiungere l'Ucraina prima che la Russia possa prendere l'iniziativa sul campo di battaglia", ha insistito. "La velocità salverà vite". Il segretario generale ha rivolto un plauso a tutti gli alleati che, di recente, si sono impegnati a fornire a Kiev "nuovi carri armati, armi pesanti e addestramento". "Non vedo l'ora di ulteriori consegne", ha commentato. Più complessa la questione dei caccia richiesti a gran voce dal presidente Volodymyr Zelensky. "Se la Nato inviasse aerei per organizzare una 'no-fly zone' sopra i cieli dell'Ucraina, sarebbe un intervento diretto nel conflitto e non lo faremo", ha precisato, aggiungendo: "il nostro messaggio è chiaro. La Nato sta con l'Ucraina, per tutto il tempo necessario".
Gli alleati prenderanno inoltre decisioni per rafforzare ulteriormente la deterrenza e difesa del blocco transatlantico. "Abbiamo già fatto molto. L'obiettivo è assicurare forze e capacità giuste per il lungo termine", ha spiegato il segretario generale. A questo proposito, Stoltenberg si attende che gli alleati concordino nuove linee guida per la pianificazione della difesa dell'Alleanza e si concentrino anche sui modi per aumentare la capacità industriale della difesa e per ricostituire le scorte alleate. D'altra parte, ha notato il leader della Nato, "la guerra in Ucraina sta consumando un'enorme quantità di munizioni e sta esaurendo le scorte alleate". "L'attuale tasso di spesa per le munizioni dell'Ucraina è molte volte superiore al tasso di produzione della Nato. Questo mette a dura prova le nostre industrie della difesa", ha precisato.
L'Europa a corto di munizioni pensa agli acquisti congiunti per riempire le scorte
Nell'agenda dei lavori del vertice figura poi la protezione delle infrastrutture sottomarine critiche. La Nato lavora su questo da molti anni. "Abbiamo deciso di istituire una nuova cellula di coordinamento presso il quartier generale dell'Alleanza per mappare le nostre vulnerabilità e impegnarci con l'industria", ha confermato Stoltenberg. "Ciò sosterrà i nostri sforzi per prevenire e contrastare le minacce alle infrastrutture critiche, inclusi cavi e condutture sottomarini", ha aggiunto, annunciando anche una discussione su una nuova rete virtuale di satelliti nazionali e commerciali. Un lavoro, insomma, che dovrà "aprire la strada al Vertice di Vilnius", previsto a luglio. E che servirà, ha detto il segretario generale, a "mantenere la nostra gente al sicuro in un mondo più pericoloso".