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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Haiti chiede 2 miliardi per l'epidemia di colera: "L'hanno portata i peacekeeper"

Un gruppo di associazioni e avvocati ha presentato una causa multimiliardaria al quartiere generale della missione internazionale. Chiedono 100mila dollari per ciascuna famiglia delle vittime

L'epidemia di colera continua a mettere ko Haiti. Non bastava la "fama" di paese più povero delle Americhe, non bastava il terzo terremoto più catastrofico della storia, il 12 gennaio 2010, non bastava l'uragano Sandy. Haiti da più di due anni affronta un'emergenza colera sempre più difficile da frenare.

Il governo chiederà alla comunità internazionale più di 2 miliardi di dollari per combattere l'epidemia. Intanto aumentano le prove: il batterio, come avrebbero dimostrato diversi studi, si sarebbe propagandato all’interno della base nepalese della missione dell’Onu Minustah (Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti). In Nepal il colera è endemico e da alcune indagini scientifiche sarebbe emerso come il ceppo identificato ad Haiti proverrebbe proprio dal sud dell’Asia.

Il primo caso risale all'ottobre 2010, quando morì un contadino che viveva a due passi dal campo della missione internazionale a Mirebalais. Da allora, il colera si è diffuso lungo il fiume fino agli slum della capitale, Port-au-Prince. Circa il 6% della popolazione dell'isola è stato infettato e più di 7.500 persone sono morte. Il colera è una malattia facilmente curabile ma, senza i supporti sanitari adeguati, può diventare fatale, portando alla morte per disidratazione anche nel giro di 24 ore.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità lo scorso anno ad Haiti ci sono stati 340mila casi di colera, più che in tutto il resto del mondo messo insieme.

L'intervento delle Nazioni Unite sull'isola è sotto accusa: rischia di diventare uno dei più grossi fallimenti nella storia degli aiuti internazionali. I soldati nepalesi sono stato sostituiti dai soldati uruguaiani, e il canale delle acque di scolo da cui tutto ebbe inizio è stato ripulito, ma gli abitanti del luogo non dimenticano. Johnson Pierre, che vive lì, racconta: "Le truppe facevano i bisogni nel fiume, c'era una puzza indescrivibile. Tanta gente si è ammalata.  Non ci piacciono le Nazioni Unite, non ci hanno dato nulla, e il colera c'è ancora".

Thelisma Heber, una dottoressa, spiega come non ci siano prove certe che l'epidemia sia iniziata nella base delle Nazioni Unite: "Quello che so è che prima del 2010 il colera ad Haiti non esisteva". Un gruppo di associazioni e avvocati ha presentato una causa multimiliardaria al quartiere generale della missione internazionale. Chiedono 100mila dollari per ciascuna famiglia delle vittime e chiedono alle Nazioni Unite di investire 750 milioni di dollari per costruire un sistema idrico di fognature ad Haiti. Fonte: The Guardian

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