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Venerdì, 26 Aprile 2024
boom di casi / Cina

In Cina c'è una regione dove ha il covid il 90% della popolazione

Il paese sta accelerando la corsa ai "farmaci antivirali" ma sta incontrando ostacoli nelle trattative con le aziende farmaceutiche

Abbracci, lacrime e tanta amarezza. Dopo tre anni di chiusure, migliaia di espatriati cinesi si sono finalmente ricongiunti con le proprie famiglie e propri cari. È l'effetto positivo delle aperture delle frontiere della Cina che c'è stato ieri 8 gennaio dopo la decisione tanto attesa del governo cinese di aprire nuovamente il paese.

Arrivi e partenze dalla Cina 

Era dal 2020, da quando è scoppiato il primo focolaio di Wuhan, che la Repubblica popolare aveva limitato l'arrivo di viaggiatori stranieri e imposto dure regole agli ingressi in base alla politica Zero Covid. Niente più quarantena e serrati controlli: adesso l'unico requisito previsto per entrare nel paese è un tampone negativo effettuato entro le 48 ore precedenti l'arrivo. La revoca delle misure di quarantena è stata accolta con entusiasmo dai primi viaggiatori che sono sbarcati negli scali cinesi, e giunge con l'annuncio del governo di voler declassare presto il Covid a "malattia endemica", come già accaduto nel resto del mondo. 

Ma Pechino teme che con l'ingresso di viaggiatori internazionali arrivino nuove varianti del Covid. Lo scorso 7 gennaio, il giorno prima dell'apertura dei confini, il governo centrale ha introdotto un nuovo pacchetto di misure di controllo per valutare la presenza di nuove varianti attraverso la raccolta di campioni dagli ospedali e il sequenziamento del genoma del virus.

Il nuovo piano di controllo - che prevede anche l'introduzione nelle diverse province di nuove restrizioni in caso di aumento dei contagi - arriva in un momento in cui il paese sta registrando un boom di casi dall'inizio della pandemia. Le decisioni prese dal governo di Pechino di non comunicare più i dati giornalieri dei contagi hanno alimentato speculazioni sulla poca trasparenza dei numeri di casi e decessi trasmessi dalle autorità sanitarie cinesi. Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie segnalerà infatti solo i casi gravi e che i numeri dei decessi verranno forniti solo una volta al mese.

Verso il Capodanno lunare: aumenteranno i contagi?

L'entrata in vigore degli allentamenti alla politica di tolleranza zero verso il virus giunge a poche settimane dal Capodanno lunare, che quest'anno cade il 22 gennaio, e con l'inizio del "chunyun", ovvero il periodo di circa quaranta giorni durante il quale i cinesi si spostano all'interno del paese per tornare nelle località di origine, o per andare in vacanza con la famiglia, durante le feste.

L'esodo e il contro-esodo (sono previsti oltre due miliardi di passeggeri sui treni cinesi nel primo capodanno dal 2020 senza restrizioni sanitarie) potrebbero innescare nuove ondate di contagi nel paese, e le previsioni riflettono una situazione decisamente critica: il gruppo britannico di dati sanitari Airfinity ha stimato, nell'ultimo aggiornamento, che dal primo dicembre scorso ci siano state 35,6 milioni di infezioni nel paese, e che i decessi siano stati 209mila (contro i poco più di venti annunciati ufficialmente). L'attuale ondata raggiungerà il picco il 13 gennaio prossimo, con 3,7 milioni di contagi al giorno, mentre il picco di decessi si verificherà dieci giorni più tardi, a quota 25mila al giorno. Rimane invariata la stima di decessi entro la fine di aprile, a quota 1,7 milioni.

Il flop degli antivirali

I dati non fanno ben sperare. Nella regione dell'Henan, la terza provincia più popolosa della Cina, almeno il 90% dei residenti è rimasto contagiato dal virus: si tratta di circa 88,5 milioni di persone sui quasi 100 milioni di abitanti della provincia. Il paese sta accelerando la corsa ai "farmaci antivirali" ma sta incontrando ostacoli nelle trattative con le aziende farmaceutiche: il colosso Pfizer ha quotato a un prezzo troppo elevato l'antivirale Paxlovid che l'Amministrazione nazionale cinese per la sicurezza sanitaria avrebbe voluto inserire nella lista dei farmaci coperti dall'assicurazione sanitaria nazionale. Tuttavia, l'ente nazionale ha trovato una quadra per includere altri due farmaci coperti dal sistema assicurativo sanitario: l'antivirale di fabbricazione cinese Azvudine e la medicina a base di erbe Qingfei Paidu Granules. Nel frattempo, però, il paese corre per garantire una copertura vaccinale ai più anziani: al 14 dicembre risulta vaccinato con due dosi l’86,6% degli over 60 cinesi, con tre dosi il 69,8%). 

La revoca delle restrizioni, avvenuta in contemporanea con l'ondata di contagi in Cina, ha spinto diversi paesi, tra cui l'Italia, a imporre il tampone obbligatorio per chi arriva dalla Cina, destando l'irritazione di Pechino, che ha minacciato contromisure e che dai suoi organi di stampa ha pesantemente criticato le decisioni dei governi che hanno deciso restrizioni ai viaggiatori dalla Cina.

Pechino difende la nuova linea adottata dopo le proteste anti-lockdown di fine novembre in molte città cinesi, a cui lo stesso presidente cinese, Xi Jinping, avrebbe fatto indiretto riferimento durante il discorso di fine anno, quando ha accennato alla diversità punti di visita all'interno del Paese, sottolineando la necessità di costruire un consenso condiviso.

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