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Giovedì, 18 Aprile 2024
IL CASO

Caso Cucchi all'inglese, ma la polizia di Londra si scusa

Ian Tomlinson morì durante le proteste contro il G20 a causa di un'emorragia interna dopo le bastonate prese da un agente. Dopo quattro anni le forze dell'ordine ammettono "l'uso eccessivo e illegale della forza"

LONDRA - Ian Tomlinson, edicolante di 47 anni, stava tornando a casa dal lavoro quando venne circondato da alcuni poliziotti. Fu colpito da uno di loro e cadde a terra. Si rialzò, ma poco dopo venne trovato morto a poche decine di metri. Era il primo aprile del 2009 e a Londra, nei giorni del G20, c'erano scontri e proteste in strada tra la polizia e i manifestanti.

Dopo quattro anni, il vice commissario del Metropolitan Police Service londinese, Maxine de Brunner, ha chiesto scusa alla famiglia di Ian, riconoscendo che "l'uomo è stato ucciso illegalmente da uno dei suoi agenti a causa dell'uso di una forza eccessiva". La polizia ha anche risarcito la famiglia dell'uomo. L'agente in questione è Simon Harwood, che all'epoca faceva parte dell'unità di polizia che si occupava di mantenere l'ordine pubblico durante le proteste contro "i potenti del pianeta". Nel procedimento legale, però, il poliziotto ritenuto responsabile dell'omicidio è stato dichiarato non colpevole.

Il caso di Ian ricorda molto da vicino le vicende italiane di Stefano Cucchi, di Giuseppe Uva e di Federico Aldrovandi. Subito dopo la morte dell'edicolante circolarono due versioni: all'inizio si parlò di un malore improvviso, senza un coinvolgimento diretto della polizia. Poi il Guardian, che ha seguito il caso con molta attenzione, pubblicò un video che mostrava Tomlinson mentre camminava con le mani in tasca lungo la strada e alcuni poliziotti che, dopo averlo raggiunto, iniziarono a colpirlo alle gambe, gettandolo a terra con violenza.

COLPITO DAI POLIZIOTTI MENTRE CAMMINA: GUARDA IL VIDEO

Sul suo corpo furono fatte diverse autopsie: la prima, due giorni dopo la morte, concluse che Tomlinson aveva avuto un infarto, ma parlava anche di circa tre litri di sangue ritrovati nell’addome. C’era stata insomma un’emorragia interna. Dopo la pubblicazione del video del Guardian si decise di fare una seconda autopsia: fu concluso che Tomlinson era stato ucciso da un colpo all’addome che aveva causato un’emorragia interna mortale, aggravata dalla sua cirrosi epatica. Una terza autopsia confermò successivamente questo risultato. La polizia fu molto criticata per come aveva condotto le indagini sul caso e l’IPCC (l’organo di garanzia britannico che si occupa dei procedimenti contro le forze dell’ordine) decise di togliere l’inchiesta alla polizia di Londra.

Nel luglio del 2012 il tribunale ha stabilito che l'agente Simon Harwood non era colpevole della morte del commerciante. La famiglia di Tomlinson ha più volte sottolineato le contraddizioni del procedimento penale, senza ottenere però nulla. Tranne le scuse formali e il risarcimento. Ma possono bastare?

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