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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il pensionato morto mentre scontava una condanna in carcere perché ascoltava la musica a volume troppo alto

Ian Trainer era stato incarcerato per aver violato ripetutamente un ordine restrittivo emesso dal giudice. La notizia della sua morte è stata confermata dalla autorità e ha suscitato molta rabbia a Liverpool

Un pensionato inglese di 83 anni è morto mentre stava scontando una pena in carcere per aver ripetutamente ascoltato musica classica alla radio a un volume troppo alto. Nel 2019 Ian Trainer, di Aintree, Merseyside, aveva ricevuto un ordine restrittivo da parte del giudice che gli vietata di ascoltare qualsiasi cosa “a un volume più alto del normale livello di conversazione al di sopra di 65 decibel”, dalle 9 del mattino alle 10 di sera. Trainer, come riportato i media locali britannici, era entrato e uscito più volte dal carcere per aver violato quest’ordine. L’ultima poco tempo fa.

“Il detenuto dell’HMP Liverpool Ian Trainer è morto in ospedale il 23 novembre. Il difensore civico per le carceri e la libertà vigilata è stato informato”, ha fatto sapere un portavoce dell’amministrazione penitenziaria e la morte delll’83enne Trainer è stata confermata anche dal Ministero della Giustizia. Non è chiaro tuttavia cosa abbia causato la morte del pensionato, bisognerà aspettare l’intervento del medico legale.  

Il pensionato morto mentre era detenuto per aver ascoltato la radio a volume troppo alto

Durante un’udienza in tribunale a Liverpool lo scorso febbraio, un vicino di Trainer aveva raccontato di essere stato vittima per anni di “inquinamento acustico” da parte dell’uomo. Nel dicembre 2019 un’agente di polizia era dovuto intervenuto in casa di Trainer in seguito a una denuncia presentata proprio da quello stesso vicino. Quando l’agente ha arrestato Trainer per aver violato l’ordine restrittivo, il pensionato ha risposto semplicemente: “Mi piace ascoltare la musica al volume che pare a me”. Trainer aveva poi spiegato all’agente di avere problemi d’udito, di poter sentire soltanto da un orecchio solo e di non essere in grado di indossare le cuffie a causa di un problema medico che gli dava dolore alle orecchie, irritandogliele. Era stato comunque condannato a 24 settimane di prigione. A giugno c’era stata una nuova udienza, con Trainer collegato via internet dal carcere di Altcourse (una struttura carceraria gestita da privati), e il giudice lo aveva condannato a rimanere ancora in custodia. Trainer in quell’occasione si era dichiarato non colpevole, definendo le accuse contro di lui come “malvagie bugie” e ribadendo di avere problemi di salute. 

La morte di Trainer è stata accolta con rabbia in tutta la città, come riporta il Daily Mail. “Questo pover’uomo avrebbe dovuto essere curato per problemi alle orecchie o di salute mentale, avrebbero dovuto esaminare il motivo per cui continuava a violare le restrizioni”, è il commento di un cittadino. “Sicuramente avrebbe dovuto essere aiutato, non incarcerato”, aggiunge un altro. Ma c’è anche chi ha opinioni opposte: “Non si tratta di un fatto solo recente. Avveniva da anni e (Trainer) non sembrava interessato a cambiare. Sì, è triste che sia morto, ma la soluzione era nelle sue mani e si è rifiutato di cambiare”. 

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