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Venerdì, 19 Aprile 2024
l'incontro / Uzbekistan

La Russia può ancora contare sull'appoggio della Cina?

Il faccia a faccia tra Xi Jinping e Vladimir Putin a margine del summit dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) a Samarcanda, in Uzbekistan

Era stato annunciato in pompa magna dalla Russia, ma la Cina non aveva fatto lo stesso. Già da settimane circolava la voce di un faccia a faccia tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cinese Xi Jinping, confermata poi durante l'intensa giornata di oggi 15 settembre di incontri bilaterali a margine del summit dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) a Samarcanda, in Uzbekistan.

L'importanza dell'incontro con il leader kazako 

Pechino ha voluto mantenere un profilo basso a dispetto di quanto fatto da Mosca, che necessita dell'appoggio cinese nel peggiore momento della guerra in Ucraina a seguito della controffensiva di Kiev nel nord-est del Paese. La premura della Cina di non preannunciare l'incontro bilaterale tra i due leader si spiega anche con l'importanza che Pechino dà al summit SCO e alla visita di ieri 14 settembre in Kazakistan, la prima di Xi dallo scoppio della pandemia di Covid: il Paese dell’Asia centrale svolge infatti un ruolo chiave nella regione ed è al centro delle strategie di Xi. Ad Astana, Xi ha incontrato il suo amico e omologo kazako, Kassym-Jomart Tokayev, a cui ha espresso "forte" sostegno alle misure di riforma del presidente kazako “per salvaguardare la stabilità, lo sviluppo e l’indipendenza del Kazakistan”, ma si è anche opposto “con forza” a qualsiasi interferenza negli affari interni.

Tra le righe, si leggono riferimenti alla Russia, con la quale Tokayev è entrata in rotta di collisione a seguito del mancato appoggio alla guerra in Ucraina. Ma le parole di Xi sottolineano quanto sia alta l’attenzione di Pechino alle difficili circostanze interne del Kazakistan e alla sua precaria posizione geopolitica. 

Da un'amicizia "senza limiti" a "tandem"

Adesso Xi sembra alzare la posta sul sostegno al presidente Putin. Sono cambiati i toni del dialogo tra i due, il primo dallo scorso febbraio, quando Xi e Putin suggellarono un'amicizia "senza limiti", criticando l'influenza degli Stati Uniti nelle loro regioni. 

Come riporta la Tass, il presidente russo ha dichiarato che il "tandem in politica estera tra Mosca e Pechino" svolge "un ruolo chiave" nel garantire la stabilità globale e regionale. Nell'offrire sostegno alla Cina, la Russia ha condannato le provocazioni degli Stati Uniti e dei suoi satelliti nello Stretto di Taiwan. “In pratica, aderiamo fermamente al principio della Cina unica, condanniamo le provocazioni degli Stati Uniti e dei suoi satelliti nello Stretto di Taiwan”, ha detto Putin, che assicura come l'amicizia tra Russia e Cina resti immutata. Il presidente Xi Jinping ha apprezzato l'adesione della Russia "al principio della 'Unica Cina' e ha sottolineato che "Taiwan fa parte della Cina", che "si oppone con fermezza alle forze separatiste dell'indipendenza di Taiwan" e alle "interferenze esterne". Per questo motivo, ha aggiunto Xi riproponendo un mantra caro a Pechino, "nessun Paese ha il diritto di ergersi a giudice sulla questione di Taiwan". Inoltre, Xi ha offerto a Putin la garanzia che la Cina è pronta a lavorare con la Russia "come grandi potenze" per apportare "stabilità ed energia positiva in un mondo caotico". 

Xi e Putin e la partnership "senza limiti": nuovo vertice su Ucraina e Taiwan?

Cina e Russia sono disposte a fornire "forte sostegno reciproco" sulle questioni che riguardano gli "interessi fondamentali" dei due Paesi e ad approfondire la cooperazione in vari campi, ha proseguito Xi, citato dall'emittente televisiva statale China Central Television. Secondo il leader cinese, le due potenze "dovrebbero rafforzare il coordinamento e la cooperazione all'interno di quadri multilaterali", tra cui Xi ha citato la stessa Sco e i Brics (la sigla che riunisce le economie emergenti di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Mosca e Pechino, ha aggiunto il presidente cinese, devono "promuovere la solidarietà e la fiducia reciproca tra tutte le parti, espandere la cooperazione concreta, salvaguardare gli interessi comuni dei Paesi in via di sviluppo e dei mercati emergenti".

Tuttavia, il leader del Cremlino ha sferrato un attacco all'occidente, denunciando i tentativi di creare un "mondo unipolare che hanno recentemente assunto una forma assolutamente brutta e sono totalmente inaccettabili", ha detto Putin a Xi. Il leader del Cremlino ha poi messo sul tavolo il tema caldo della guerra russa in Ucraina. Pur riconoscendo che l'invasione russa ha innescato "domande e preoccupazioni" a Pechino, il presidente russo sottolineato di apprezzare "la posizione equilibrata dei nostri amici cinesi riguardo alla crisi ucraina". Putin ha infatti rimarcato la linea battuta negli ultimi giorni dai media russi, che raccontavano delle parole espresse dal numero tre della nomenclatura cinese, Li Zhanshu, a Mosca, a sostegno della guerra in Ucraina. Parole mai rilanciate dai media ufficiali di Pechino, che però non ha mai condannato ufficialmente l'invasione russa in Ucraina. E anche durante l'incontro odierno con Putin, Xi non ha offerto un assist al leader del Cremlino a quella che Mosca definisce "operazione militare speciale", che non viene nemmeno citata nei comunicati ufficiali cinesi del faccia a facia tra i due presidenti. 

La Cina avrebbe espresso sostegno alla Russia per la guerra in Ucraina  

Il cruciale sostegno cinese per Mosca

Il supporto cinese è importante - se non cruciale -  per la Russia. Putin guarda anche alla Cina come un'ancora di salvezza in un momento di debolezza politica ed economica. La Cina ha acquistato livelli record di petrolio russo a maggio, giugno e luglio. Lo ha fatto notare lo stesso Putin durante il faccia a faccia con Xi, rilanciando un nuovo record di interscambio commerciale tra Russia e Cina che entro la fine del 2022 supererà i 200 miliardi di dollari. "I legami multiformi tra i nostri Paesi si stanno sviluppando attivamente - ha detto il leader del Cremlino - L'anno scorso il volume degli scambi commerciali è aumentato del 35% e ha superato i 140 miliardi di dollari. Nei primi sette mesi di quest'anno, il volume degli scambi bilaterali è aumentato di un altro 25%. Sono convinto che raggiungeremo nuovi record entro la fine dell'anno e nel prossimo futuro, come abbiamo concordato, aumenteremo il fatturato commerciale annuale a 200 miliardi di dollari e oltre".

Ma Pechino è stata attenta a evitare di violare le sanzioni occidentali imposte alla Russia, per non essere colpito a sua volta. Come sottolineato dall'analista Temur Umarov del Carnegie Endowment for International Peace al New York Times, l'incontro non è così cruciale per Pechino come lo è per Mosca. 

Per alcuni analisti, però, Xi è sembrato mantenere le distanze dal leader russo: al summit, ha fatto notare alla Bbc Evan Feigenbaum del Carnegie Endowment for International Peace, sono presenti molti Paesi dell'ex Urss - oggi vicini a Pechino - che non sostengono l'invasione dell'Ucraina, e con cui la Cina vuole continuare a mantenere buoni rapporti, in particolare per salvaguardare i propri investimenti infrastrutturali nella regione ed evitare critiche rispetto alle violazioni dei diritti umani ai danni degli uiguri nello Xinjiang, la provincia nord-occidentale cinese che confina con l'Asia centrale.

Fornire ulteriore aiuto alla Russia, sia economicamente che militarmente, metterebbe in pericolo l'economia cinese. E Xi Jinping, che probabilmente a breve riceverà un terzo mandato durante il XX Congresso del Partito Comunista Cinese, non è quello che vuole. 

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