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Giovedì, 25 Aprile 2024
RUSSIA / Russia

Incriminati per pirateria in Russia cinque attivisti di Greenpeace

Rischiano fino a 15 anni di carcere. Restano altri 25 attivisti in arresto, compreso un italiano, Cristian D'Alessandro, il cui destino non è chiaro

Cinque dei trenta attivisti di Greenpeace arrestati sulla nave rompighiaccio Arctic Sunrise - nel corso di una protesta pacifica alla piattaforma petrolifera "Prirazlomnaya" - sono stati incriminati ai sensi del codice penale della Federazione Russa per pirateria perpetrata da un gruppo organizzato. Lo rende noto Greenpeace. Al momento si tratta di Ana Paula Alminhana, biologa brasiliana, Kieron Bryan, video operatore britannico, Sini Saarela, finlandese, Dima Litvinov, svedese/americano, Roman Dolgov, russo. Rischiano fino a 15 anni di carcere. Ma restano altri 25 attivisti in arresto, compreso un italiano, Cristian D'Alessandro, il cui destino non è chiaro.

IL VIDEO DELL'AZIONE CONTRO LA PIATTAFORMA GAZPROM

Mentre l'incriminazione per cinque attivisti c'è già, sebbene lo stesso presidente russo Vladimir Putin avesse affermato: "è chiaro che non sono pirati". L'azione ambientalista nel Mar di Pechora è stata pacifica, e questo è dimostrato dai documenti sequestrati dalla polizia a bordo della Arctic Sunrise, fanno sapere da Greenpeace.

Intanto il Ministero degli Esteri argentino ha formalmente chiesto alle autorità russe di modificare le misure di contenzione per gli attivisti di Greenpeace, commutandole da arresto in arresti domiciliari. Buenos Aires vuole andare "in aiuto di quei ragazzi che si trovavano in una situazione difficile". Greenpeace invece non esclude un reclamo alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

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