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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il cambio di scenario / India

La guerra ricompatta India e Cina: ecco perché

La visita assume un valore rilevante se si guardano le posizioni di “neutralità” che Pechino e New Delhi hanno assunto nei confronti di Mosca

Giornata intensa per il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Dopo una cruciale visita a sorpresa a Kabul, la prima da quando i talebani hanno preso il potere nel paese lo scorso agosto, il capo della diplomazia di Pechino è volato in India.

Un appuntamento voluto dalla dirigenza cinese per dirimere il conflitto diplomatico scoppiato dopo i sanguinosi scontri militari tra gli eserciti dei due paesi a Galwan, nel 2020, sul confine conteso sull’Himalaya. Secondo i media indiani, Wang dovrebbe incontrare il consigliere per la Sicurezza Nazionale indiano, Ajit Doval, e il suo omologo Subrahmanyam Jaishankar.

La visita assume un valore rilevante se si guardano le posizioni di “neutralità” che Pechino e New Delhi hanno assunto nei confronti di Mosca, all’indomani dell’invasione dell’Ucraina.

Il cambio di passo

I molteplici round di colloqui tra le delegazioni di Cina e India per assicurare una stabilità sulle zone di confine si sono risolti sempre in un fallimento. Nonostante le difficoltà, Pechino e New Delhi vedono come priorità lo spegnimento della tensione bilaterale lungo i confini contesi. Questa posizione è stata confermata da diverse dichiarazioni ufficiali. La scorsa settimana, il ministro degli Esteri indiano Harsh Vardhan Shringla ha espresso alla Cina il bisogno di “pace e la tranquillità nelle aree di confine” inteso come elemento “essenziale per lo sviluppo delle nostre relazioni”.

New Delhi, che ha una partnership con Washington, è scettica su una probabile discesa in campo degli Usa a favore dell’India in caso di minaccia alla sua sicurezza nazionale. Per questo il paese guidato dall’induista Narendra Modi fatica a vedere nel cosiddetto gruppo Quad, cui sono presenti anche Stati Uniti, Giappone e Australia, una garanzia di sicurezza. Il paradosso è proprio nel motivo per cui è nato il gruppo delle quattro grandi potenze che ha il chiaro obiettivo di contrastare l'influenza della Cina nell’Indo Pacifico.

L’avvicinamento

Ma allora perché l’India si sta avvicinando alla Cina proprio in questo momento? Ci sono due tesi dibattute da diversi esperti. Alcuni analisti ritengono che Washington stia concedendo a New Delhi di mantenere una parzialità sul conflitto russo in Ucraina per permetterle di avvicinarsi a Mosca che, a sua volta, non sarebbe costretta a interloquire solo con Pechino. Ma l’interesse indiano verso la Russia trova le sue spiegazioni nell’acquisto di armamenti russi (l’India importa tra il 60 e l’80% degli equipaggiamenti militari dal Cremlino) e di petrolio.

Solo nel mese di marzo, l'India ha acquistato una quantità di greggio russo quattro volte superiore rispetto al mese scorso – tuttavia, meno del 5% del petrolio nazionale proviene dalla Russia. E questo spiega le interlocuzioni tra il governo di New Delhi e le cinque banche indiane nazionalizzate per l’approvazione di un accordo commerciale rupia-rublo con Mosca. La Russia, secondo gli analisti, potrebbe così stringere con l’India relazioni import-export di diversi beni e svincolarsi dal rapporto commerciale con la Cina.

In parallelo, altri studiosi ritengono che Pechino e New Delhi stiano ritrovando una sintonia persa. L'India sta rapidamente diventando un improbabile alleato sia per la Cina che per la Russia e per questo il presidente cinese Xi Jinping potrebbe avere un'enorme opportunità per creare un cuneo tra l'India e gli Usa, tutto a suo favore.

D’altronde l’India, che comunque abbraccia la retorica della minaccia comune della Cina, non sembra dare la giusta considerazione alle tematiche relative alla violazione dei diritti umani da parte del gigante asiatico. Come sottolinea la testata The DiplomatNew Delhi non ha condannato né promosso la posizione cinese su Taiwan, Xinjiang e Hong Kong. E a Pechino piace il silenzio indiano su temi per cui riceve pressioni dall’Occidente.

New Delhi, soprattutto, non ha limitato i tentativi di Pechino di presentarsi come nuovo leader dell’economia globale al posto degli Usa. Forse per l'India, la tranquillità al confine con la Cina è l'obiettivo principale e, probabilmente, unico, conclude la testata statunitense.

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