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Giovedì, 28 Marzo 2024
SALUTE

Charlie, il bimbo di sette mesi tenuto in vita dalle macchine: "Non staccate la spina"

Charlie Gard è affetto da una rarissima malattia che causa un progressivo indebolimento dei muscoli. Secondo i medici non ha nessuna speranza di sopravvivere, ma i genitori non vogliono lasciarlo morire: "Reagisce agli stimoli, non sta soffrendo". Sul caso deciderà un tribunale

È diventata un caso in Inghilterra la vicenda del piccolo Charlie Gard, un bimbo di appena sette mesi affetto da una rarissima malattia genetica, la sindrome di deperimento mitocondriale, che causa un progressivo indebolimento dei muscoli.

Tra meno di un mese un tribunale di Londra dovrà decidere se dare ragione ai genitori, che vorrebbero tentare una nuova cura, oppure staccare la spina. Quella del piccolo Charlie è una patologia di cui si conoscono solo 16 casi al mondo: il bambino è nato apparentemente sano (al momento del parto pesava quasi 4 kg) ma già dai primi giorni di vita, invece di svilupparsi normalmente, il suo corpo ha iniziato a indebolirsi, tanto che dopo otto settimane si è reso necessario il ricovero. Da allora Charlie è in terapia intensiva, intubato: secondo i medici il suo è un caso senza speranza, per cui è meglio staccare la spina onde evitare ulteriori sofferenze al bambino.

Ma i genitori di Charlie, Connie Yates e Chris Gard, non si arrendono. La coppia vorrebbe portare il bimbo in America per sottoporlo ad un trattamento sperimentale: per questo hanno lanciato una raccolta fondi che in pochi giorni, dopo che il caso è rimbalzato sui media britannici dal Daily Mail alla Bbc, ha raggiunto quota 200mila sterline (per dare una speranza a Charlie ne servono circa un milione). Ma non è solo una questione di soldi. È giusto un simile accanimento terapeutico nei confronti di un bambino? Perfino il giudice dell’alta corte ha mostrato qualche tentennamento: "È una situazione terribile", ha detto in udienza. "Vorrei che la famiglia di Charlie sapesse quanta empatia provo nei loro confronti".

"I genitori credono che Charlie stia molto meglio di quanto non pensino i medici", ha detto ai magistrati il legale della famiglia. Un concetto che Connie e Chris hanno poi ribadito in tv sulla Bbc: "Charlie riesce a muovere la bocca, le mani. Non le apre del tutto, ma può aprire gli occhi e vederci, può reagire a noi. Non crediamo affatto che stia soffrendo". Ma i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra la pensano diversamente: "La posizione dell’ospedale è che ogni giorno che passa è un giorno che non è nell’interesse del bambino". Una frase forse infelice se l’alternativa è staccare le macchine e condannare Chris a una morte certa. La sentenza è attesa nei primi giorni di aprile.    

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