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Venerdì, 19 Aprile 2024
Solidarietà

Continua la raccolta fondi per la bambina tedesca derisa dai tifosi inglesi, ma la piccola ancora non si trova

Un gallese ha deciso di "ripagare" la bimba per tutto l’odio che le è stato scatenato contro sui social. Attraverso la piattaforma Just Giving si sta cercando di trovare un contatto con la sua famiglia

Non ha ancora un nome la piccola tifosa tedesca in lacrime dopo la sconfitta della sua nazionale contro l'Inghilterra gli Europei, ma la raccolta fondi lanciata per "ripagarla" di tutto l'odio e del fango che le sono stati gettati addosso su Twitter da alcuni supporter inglesi continua.

La raccolta fondi per la piccola tifosa tedesca in lacrime

A dare il via alla raccolta fondi è stato Joel Hughes, di Pontypridd, in Galles, sconvolto dall'ondata di insulti social contro la piccola: dopo il match dello scorso 29 giugno, le telecamere dello stadio di Wembley avevano inquadrato tra gli spalti la scena della bambima che piangeva disperata, tra le braccia del papà che cercava di consolarla. Un'immagine che anziché suscitare tenerezza e partecipazione, in alcuni aveva fatto scattare una vera e propria campagna d'odio, un crescendo di insulti e derisione sempre più violento e negativo: qualcuno era arrivata persino a definirla "piccola nazista".

L'ex calciatore Stan Collymore aveva twittato gli screenshot di numerosi di questi commenti, esprimendo condanna e biasimo e Hughes aveva deciso che non sarebbe rimasto in silenzio di fronte a tutto questo e che avrebbe fatto qualcosa per dimostrare che "non tutti nel Regno Unito sono così orribili".

Nel giro di poco tempo, la raccolta fondi sulla piattaforma JustGiving è lievitata fino a più di 32mila sterline, rispetto all’obiettivo iniziale fissato a 500£. Hughes aveva chiesto aiuto proprio agli utenti di Twitter per rintracciare la bambina. Il team di JustGiving sarebbe però sulla buona strada per risalire alla famiglia della piccola tifosa. Qualora però non si dovesse riuscire a contattarli, oppure nel caso in cui la famiglia dovesse decidere di non voler accettare il denaro, il ricavato della raccolta fondi potrebbe andare in beneficenza, scegliendo un'ente o un'associazione in linea con lo spirito che ha animato l'azione di Hughes. Lui stesso, ha raccontato a Sky News, in passato è stato vittima di cyberbullismo.

"Mi piace pensare che i genitori della bambina spenderanno questo denaro per farle una bella sorpresa per farle sapere che non tutti nel Regno Uniti siamo così orribili e abbiamo cuore. No, non credo che questo cambierà il mondo. Ma forse potrà fare qualcosa per quella bambina", si legge nel testo che accompagna la raccolta fondi. Tanti donatori hanno voluto commentare e spiegare perché hanno deciso di partecipare. "Non ci sono parole per esprimere la mia delusione per il modo in cui alcuni inglesi pensano, parlano e agiscono, è stato disgustoso", è uno dei messaggi comparsi su Just Giving. 

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