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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ferguson, la rabbia "nera"

Ferguson brucia, ma il poliziotto non si pente: "Ho fatto solo il mio lavoro"

Per la prima volta dal nove agosto scorso parla Darren Wilson, il poliziotto accusato dell'omicidio del diciottenne Michael Brown: "Ho fatto solo il mio lavoro, non l'ho giustiziato". Ma la rabbia degli Usa non si ferma: proteste in 170 città

ROMA - Da un lato la rabbia della gente e la frustrazione dei "neri d'America". Dall'altro la difesa di un agente che ha sparato e ucciso ma che giura di aver fatto solo il proprio lavoro. Quella appena trascorsa è stata la seconda notte di tensione massima per il Missouri, epicentro della "protesta nera", esplosa dopo che Darren Wilson, il poliziotto accusato di aver ucciso il nove agosto scorso il diciottenne afroamericano Michael Brown, è stato ritenuto non perseguibile. A St. Louis ci sono stati ancora scontri, mentre a Ferguson una massiccia presenza di agenti ha impedito che ci fossero nuove gravi violenze, che comunque non sono mancate.

La manifestazione che si teneva nella città è stata bollata dalle forze dell'ordine come "assembramento illegale" e la polizia ha avvertito i dimostranti, ma anche i giornalisti, che rischiano l'arresto. A Ferguson la Guardia nazionale ha isolato la West Florissant, la strada che attraversa la città che è stata teatro dei saccheggi e degli incendi lunedì notte, dopo che è stato annunciato il verdetto che ha prosciolto Wilson, l'agente che il Gran giurì ha ritenuto non perseguibile per l'omicidio di Brown.

Non è bastato comunque l'intervento della polizia, in assetto anti sommossa, per evitare altre manifestazioni e proteste. I manifestanti, che hanno sfilato per le vie della città, hanno mostrato cartelli in cui promettevano: "Non resteremo in silenzio". La folla si è quindi mossa verso il municipio di Ferguson, dove un'auto della polizia è stata incendiata, con gli agenti che hanno sparato gas lacrimogeni e hanno ripreso il controllo della situazione. Bollettino dell'ennesima serata di proteste: dodici edifici distrutti dalle fiamme, ottanta arresti e centocinquanta colpi di arma da fuoco sparati. 

Ma la rabbia non è solo del Missouri. Manifestanti sono scesi in piazza anche a New York, dove ci sono stati arresti, e alcuni manifestanti pacifici si sono fatti vedere anche di fronte alla Casa bianca. Altri cortei si sono tenuti a Oakland, Seattle, Atlanta, Philadelphia e Baltimora. A Los Angeles circa cinquecento persone hanno inscenato una manifestazione, a cui non hanno partecipato solo neri. A Portland e Denver la polizia è intervenuta con spray al peperoncino. La Cnn ha riferito che dimostrazioni hanno avuto luogo in centosettanta comunità nel paese. Momenti di paura a Minneapolis dove, durante le proteste, un'auto si è lanciata contro la folla investendo una donna e trascinandola per alcuni metri. La macchina è piombata sui dimostranti, e ha trascinato la donna lungo la strada, mentre un altro manifestante si aggrappava disperatamente al veicolo cercando di fermarlo. 

OMICIDIO MICHAEL BROWN: TENSIONI A FERGUSON | INFOPHOTO

Il presidente Barack Obama ha detto che i manifestanti violenti vanno perseguiti, ma ha preso atto della percezione della minoranza di essere trattata in maniera iniqua dalla polizia. "Ci sono modi produttivi per rispondere ed esprimere queste frustrazioni e ci sono modi distruttivi di rispondere" ha detto l'inquilino della Casa bianca. "Incendiare edifici, auto, distruggere proprietà, mettere la gente a rischio: questo è distruttivo e non è scusabile - ha chiarito Obama - Si tratta di atti criminali". 

Intanto, martedì sera, per la prima volta ha parlato Darren Wilson, l'agente che ha ucciso il diciottenne Michael Brown. "Non ho giustiziato Brown - si è difeso in un'intervista esclusiva all'Abc - ma ero spaventato per la mia vita e ho fatto il mio lavoro. Mi dispiace molto per la perdita di una vita, ma ho la coscienza pulita perché stavo facendo il mio lavoro" ha sottolineato. Wilson ha poi descritto la dinamica di quanto accaduto quel giorno e ha raccontato che il teenager ha afferrato la sua pistola mentre lui era dentro l'auto. "Ho dovuto sparargli. Mi dispiace - ha ripetuto - ma non avrei fatto nulla di diverso" quel giorno. 

Ferguson: ancora rabbia a due mesi dalla morte di Michael Brown | Foto da Twitter

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