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Giovedì, 25 Aprile 2024
GAZA

Ma Israele davvero invaderà la Striscia di Gaza?

Perché l'invasione terrestre sarebbe davvero una mossa estrema, e molto pericolosa? Lo prova a spiegare il corrispondente della BBC Jonathan Marcus. Gli obiettivi militari di qualsiasi operazione israeliana sono inevitabilmente vaghi

L'invasione di terra si avvicina? L'aviazione israeliana ha colpito nella notte almeno 300 bersagli nella Striscia in risposta al lancio di razzi di Hamas verso Israele. "Proseguiremo la nostra operazione per mettere sotto pressione Hamas", dicono dall'Esercito israeliano, affermando che "un'operazione terrestre resta un'ipotesi possibile". "Sono stati richiamati altri 20.000 riservisti ma un attacco terrestre sarà l'ultima opzione, unicamente se la giudicheremo necessaria". I carri armati israeliani sono ammassati al confite tra il sud di Israele e Gaza, mentre il premier Benjamin Netanyahu è sotto pressione da parte dei falchi del suo governo per sferrare l'offensiva terrestre.

Ma perché l'invasione terrestre sarebbe davvero una mossa estrema, e molto pericolosa? Lo prova a spiegare il corrispondente della BBC Jonathan Marcus. Pur insistendo sul fatto che non vuole essere coinvolto in una operazione di terra a Gaza, tutti i segnali indicano che Israele sta portando avanti tutti i preparativi necessari per intraprendere proprio questa mossa. Tutto dipende da ciò che accadrà nei prossimi giorni. Forse il segnale inviato con la mobilitazione dei riservisti incoraggerà alcuni ripensamenti da parte di comandanti militari di Hamas, incoraggiandoli a stoppare il lancio di razzi su Israele. Forse gli sforzi diplomatici dietro le quinte degli Egiziani e di altri stati della regione possono dare qualche risultato, ma i dubbi sono tanti.

Persino una mobilitazione di riservisti però non significa che una guerra di terra sia inevitabile. Durante l'ultima vera grande crisi nel 2012 Israele ha ammassato le sue forze al confine con la Striscia di Gaza, ma dopo otto giorni di attacchi aerei israeliani e razzi palestinesi, una tregua è stata concordata, senza arrivare a una grande incursione israeliana. E' difficile capire quali benefici ci potrebbero essere per i palestinesi nello spingere questa crisi in un precipizio. Al di là delle dichiarazioni in cui promettono resistenza contro l'esercito israeliano, i palestinesi quasi inevitabilmente avrebbero la peggio e i civili palestinesi sarebbero i più colpiti.

Ci sono rischi significativi anche per gli israeliani, comunque sia. Gli obiettivi militari di qualsiasi operazione israeliana sono inevitabilmente vaghi: "Portare la tranquillità nel sud di Israele" significa solo una cosa: causare danni alle infrastrutture militari di Hamas. "Quanti" danni dipende in modo cruciale dalla durata di qualsiasi operazione. Ciò che va sottolineato è che Israele sta facendo sapere in ogni modo ad Hamas di avere in mano informazioni dettagliate sugli obiettivi specifici che colpirebbe nella Striscia e i nomi dei membri di Hamas che potrebbero essere nel mirino.  E' quasi come se le Forze di Difesa israeliane stessero dicendo ad Hamas: "La nostra intelligence sa molto più di quanto crediate. Davvero volete spingere questa situazione fino a un'invasione?".

Morte e distruzione nella Striscia di Gaza

Come nella operazione israeliana Piombo Fuso nel 2008-2009 il rischio di vittime civili è significativo. Gruppi palestinesi potrebbero ricorrere a missili a lungo raggio per raggiungere grandi centri abitati israeliani. Tutta la pressione internazionale sarà volta ad arrestare qualsiasi escalation. Ma il tempo stringe. Perché i riservisti - una volta richiamati - non possono rimanere pronti a tempo indeterminato. I prossimi giorni saranno decisivi.

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