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Sabato, 20 Aprile 2024
Repressione e processi-farsa / Iran

Impiccati a 20 anni nell'Iran che protesta contro il regime

Dopo Mohsen Shekari, sarebbe imminente l'esecuzione di Mahan Sedarat Madani e Mohammad Broghani. Amnesty: "Almeno 28 persone arrestate durante le proteste delle ultime settimane rischiano". La micidiale repressione della rivolta popolare non si ferma

L'Iran sprofonda nell'orrore della più feroce delle repressioni. Potrebbe avvenire già oggi o nei prossimi giorni l'esecuzione di Mahan Sedarat Madani, 23enne tra i condannati a morte per le proteste contro il regime. Stando a quanto scrive la Bbc, inoltre, la Corte Suprema ha deliberato la sentenza di esecuzione imminente di un terzo giovane, Mohammad Broghani, 20 anni. Gli è stato negato l'accesso ad un avvocato. 

All'alba dell'8 dicembre Mohsen Shekari, 23 anni è stato impiccato al termine di un processo che ha rappresentato una messinscena della giustizia. Shekari era stato arrestato appena tre settimane prima ed era stato accusato di reato di "inimicizia contro Dio" per aver "bloccato la circolazione stradale" nella capitale Teheran, "alimentato paura", "privato le persone della libertà e della sicurezza" e "intenzionalmente ferito un agente della sicurezza" con un coltello. Un membro del parlamento ha protestato per l'esecuzione, ma solo per lamentarne la "lentezza", perché nella Sharia "le esecuzioni vanno fatte istantaneamente". 

Tutti e tre i giovani, appena ventenni, sono stati giudicati "nemici di Dio".

28 persone rischiano l'esecuzione

Amnesty International ha raccolto informazioni secondo cui almeno 28 persone, tra cui tre minorenni, rischiano l'esecuzione in relazione alle proteste in corso in Iran. "Le autorità iraniane usano la pena di morte come mezzo di repressione politica per instillare la paura tra i manifestanti e mettere fine alle proteste. Almeno sei persone sono già state condannate a morte in processi-farsa. Le 28 persone sono state sottoposte a processi iniqui: sono stati negati i loro diritti a essere difesi da un avvocato di propria scelta, alla presunzione di innocenza, a rimanere in silenzio non rispondendo alle domande e ad avere un processo giusto e pubblico. Secondo fonti ben informate - continua Amnesty - numerosi imputati sono stati torturati e le loro confessioni, estorte con la tortura, sono state usate come prove nel corso dei processi. Le TV di stato hanno mandato in onda le 'confessioni' forzate di almeno nove imputati, prima dei loro processi".

I tre minorenni sarebbero inoltre sotto processo in tribunali per adulti, in violazione della Convenzione dei diritti dell’infanzia, che l’Iran ha ratificato.Amnesty International teme che oltre a queste 28 persone, molte altre rischino l'esecuzione, considerate le migliaia di rinvii a giudizio disposti finora. Il timore di imminenti esecuzioni è accresciuto dalle richieste da parte del parlamento e di altre istituzioni di avere processi rapidi ed esecuzioni pubbliche. Amnesty International ha reso noto di aver documentato nomi e dati di 44 minorenni uccisi durante le proteste e di aver raccolto informazioni sulle minacce ricevute dai parenti di 13 delle piccole vittime da parte del governo. Secondo il rapporto 34 minori sono stati uccisi da proiettili, 4 a colpi d'arma da fuoco da distanza ravvicinata, 5 sono morti per aggressioni e uno è rimasto soffocato per i lacrimogeni.

Secondo il codice penale iraniano, i maschi sopra i 15 anni e le femmine sopra i 9 possono essere giustiziati. Nel 2004 è stata vietata l'esecuzione di minori di 18 anni, ma il decreto non è stato rispettato.

Il rapper Saman Yasin è stato condannato a morte

Il rapper iraniano Saman Yasin è stato condannato a morte, ''colpevole'' di aver scritto canzoni che, secondo quanto hanno sostenuto le autorità di Teheran, ''incitano alla rivolta'' contro la Repubblica islamica. La decisione formale è stata comunicata alla famiglia del cantante, come spiega Nessuno Tocchi Caino. Sui social gli attivisti iraniani sottolineano come Yasin non sia l'unico rapper finito dietro le sbarre dopo lo scoppio a metà settembre delle proteste. Insieme a lui sarebbero stati arrestati anche i cantanti Toomaj Salehi e Behrad Ali Konari, attualmente nel braccio della morte. L'attivista politica iraniana Masih Alinejad ha scritto su Twitter che Saman Yasin è stato tenuto per tre giorni in isolamento in una cella al freddo e ammanettato per potergli estorcere una confessione.

Arrestate quattro ragazze Qashqai, di origine turca

Il gruppo Inclub international su Telegram ha reso noto che lo scorso 24 novembre sono state arrestate quattro ragazze Qashqai, ossia di origine turca. Si tratta di Fateme Safari Rad, le sue sorelle Ghazal Safari Rad e Sara Safari Rad, e della cugina Zahra Attai. Sono state sequestrate durante un’imboscata, con l’accusa di essere una minaccia per la sicurezza del Paese. Hanno un'età compresa fra 16 e 20 anni. Su internet sono comparse alcune loro foto. Lo stesso gruppo ha diffuso l'immagine di un cadavere con la schiena tumefatta: si tratterebbe di un 19enne evidentemente malmenato. Secondo la polizia iraniana, sarebbe morto suicida.

Ragazze arrestate in Iran

Le proteste in Iran contro il regime

Il 13 settembre 2022 Mahsa (Zhina) Amini, una ragazza di 22 anni di origini curde, è stata arrestata a Teheran dalla cosiddetta polizia "morale" iraniana, che regolarmente sottopone donne e ragazze ad arresti e detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti per non aver rispettato l'obbligo discriminatorio di indossare il velo.

Secondo testimoni oculari, Mahsa Amini è stata picchiata violentemente mentre veniva trasferita con la forza nel centro di detenzione di Vozara a Teheran. In poche ore, è stata trasferita all’ospedale di Kasra dopo essere entrata in coma. È morta tre giorni dopo.

La micidiale repressione da parte delle autorità iraniane della rivolta popolare in corso in Iran, scoppiata immediatamente dopo la morte di Mahsa, è l’ultima di un ciclo di violenti attacchi contro persone che, già negli anni precedenti, avevano espresso il loro legittimo dissenso. Ad oggi si parla di più di 400 persone uccise e di oltre 14.000 arresti durante le proteste.

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