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Giovedì, 25 Aprile 2024
IRAQ / Iraq

Iraq, malformazioni infantili a Falluja, Usa sotto attacco

Washington avrebbe usato armi non convenzionali durante la guerra, contaminando così il territorio

A quasi 10 anni dall'attacco statunitense contro l'Iraq, la popolazione di Falluja continua a fare i conti con i costi della guerra. Dal 2004, anno in cui Washington bombardò la città, i reparti di maternità degli ospedali continuano a riempirsi di bambini nati con gravi malformazioni congenite. Questo fenomeno riguarda il 15% dei neonati, come riferisce The Independent. 

“Penso che tutto questo sia causato dal fosforo bianco utilizzato dagli statunitensi nelle due grandi battaglie (del 2004 e del 2007, ndr)” ha spiegato al giornale britannico Mohamed, padre di un bambino di 14 mesi nato con gravi malformazioni. “Ho sentito di tantissimi casi di difetti congeniti alla nascita. Deve esserci una ragione. Quando abbiamo portato mio figlio per la prima volta all'ospedale, ho visto famiglie che avevano lo stesso problema”. 

Questo fenomeno non è sfuggito a Sebastian Walker, giornalista di Al Jazeera. “Quello che abbiamo scoperto visitando gli ospedali è che c'è un tasso molto alto di malattie congenite, 5 volte al di sopra della media mondiale, e molti dei dottori che lavorano in queste strutture sono convinti che questo sia il risultato delle armi utilizzate dagli Stati Uniti”. 

Nel 2011 alcuni studiosi hanno eseguito delle analisi sui genitori dei bambini nati con le malformazioni. I risultati pubblicati nel rapporto finale non lasciano dubbi. “Anche se è necessario essere cauti nell'escludere altre possibilità … i risultati suggeriscono che l'esposizione all'uranio arricchito possa essere la causa primaria o una delle cause delle anomalie congenite e dell'aumento dei casi di cancro. Ci si pone quindi delle domande circa le caratteristiche e la composizione delle armi che sono state utilizzate nei recenti campi di battaglia”. 

Che l'utilizzo di queste “armi non convenzionali” provocasse danni alla salute era già chiaro nel 2001, anno in cui su Le Monde Diplomatique uscì un articolo di Robert James Parson. “Dopo che le munizioni ad uranio impoverito sono state utilizzate dagli Stati Uniti contro l'Iraq, decessi e malattie inspiegabili si sono moltiplicate nei militari che hanno combattuto nella guerra del Golfo, ma anche in Bosnia e in Kosovo”.

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