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Sabato, 20 Aprile 2024
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La super cattolica Irlanda dice sì all'aborto

Con una valanga di voti favorevoli, gli irlandesi hanno scelto per l'abrogazione dell'ottavo emendamento della Costituzione in base al quale sia la madre che il feto hanno "pari diritto alla vita"

“Yes, yes, yes”: con una valanga di sì al referendum, l'Irlanda va verso la liberalizzazione dell'aborto. Secondo i dati degli exit poll forniti dall'Irish Times, circa il 68% degli elettori ha espresso un voto favorevole alla cancellazione dell'ottavo emendamento della Costituzione in base al quale sia la madre che il feto hanno "pari diritto alla vita".

Un altro rilevamento dell'emittente nazionale Rte segnala una percentuale ancora più alta di favorevoli, con il 69,4%. I risultati ufficiali arriveranno nel pomeriggio, ma il primo ministro Leo Varadkar, favorevole al 'sì', ha già twittato : "Sembra che abbiamo fatto la storia".

Paese 'spaccato'

Il voto ha profondamente diviso l'Irlanda cattolica, dove l'interruzione di gravidanza è possibile solo nei casi in cui la vita della madre è in pericolo, ma non in caso di stupro e incesto. Secondo i fautori del "", l'ottavo emendamento ostacolava le interruzioni di gravidanza anche quando vi erano gravi rischi per la madre.

Giovani per il sì

Gli exit poll mostrano una netta divisione dell'elettorato per età con l'87,6% della fascia dei 18-24enni favorevole alla liberalizzazione, mentre il "no" ha prevalso soltanto nella fascia degli ultra 65enni con il 58,7%. Più di 3,2 milioni di persone erano chiamate al voto, che ha registrato un alto tasso di partecipazione, superiore al 70% in alcune aree.

Antiabortisti riconoscono la sconfitta

Gli antiabortisti hanno riconosciuto la sconfitta al referendum in Irlanda. "I bambini non ancora nati non hanno più il riconoscimento del diritto alla vita da parte dello Stato", ha detto John McGuirk, portavoce del gruppo "Save the 8th". "Presto verrà approvata una legge che permetterà di uccidere i bambini nel nostro paese", ha aggiunto McGuirk, preannunciando l'impegno a battersi contro la futura legislazione. L'amara ammissione di sconfitta arriva mentre lo spoglio conferma le anticipazioni degli exit poll su un ampio successo del "sì" al referendum sull'aborto in Irlanda. A quanto riferisce l'Irish Times, a Dublino Bay south, dove è stato scrutinato il 50% dei voti, il "sì" arriva al 78%, mentre a Dublino centro, dove è stato contato il 61% delle schede, i favorevoli alla liberalizzazione dell'aborto sono il 77%. A Cork, dove lo spoglio è arrivato solo al 15%, il "sì" è in testa al 64%.

Il voto per posta, compreso quello di poliziotti e militari, vede prevalere il "sì" al 62%, mentre quello degli anziani e malati in ospedale si attesta su un 60% di favorevoli a liberalizzare l'interruzione volontaria di gravidanza. Il referendum chiedeva l'abolizione dell'ottavo emendamento della costituzione irlandese, che sancisce "pari diritto alla vita" per la madre e il feto. La sua revoca renderà possibile la revisione sulla legge per l'aborto che in Irlanda è possibile solo in caso di pericolo di vita della madre.

L'esistenza dell'ottavo emendamento rendeva però difficile anche la tutela della madre, come viene evidenziato dalla tragedia di Savita Halappanavar una immigrata indiana che morì nel 2012 perchè i medici non vollero intervenire su un aborto spontaneo che era in corso. Ed è un'ironia della storia che un cambiamento di tali proporzioni nella cattolicissima Irlanda arrivi mentre il governo è guidato da Leo Varadkar, di madre irlandese e padre indiano. "Sembra che abbiamo fatto la storia", ha twittato oggi Varadkar, che aveva fatto campagna per il "sì". Il suo governo intende introdurre una legge che permetta l'aborto entro la 12 settimana di gravidanza. Intanto il Guardian sottolinea come il risultato del referendum potrebbe spingere a cambiamenti anche in Irlanda del nord, unica parte del Regno Unito dove l'aborto è possibile solo in caso di rischio per la vita o la salute mentale della madre. In teoria, ricorda il giornale, le donne che abortiscono illegalmente rischiano pene fino all'ergastolo.

Intanto, Brexit permettendo, una volta cambiata la legge a Dublino le donne nordirlandesi potranno interrompere la gravidanza traversando il confine senza andare in Gran Bretagna come hanno fatto finora a migliaia: nel 2016 sono state in 700. In Irlanda si calcola che un totale di 170mila donne abbia attraversato il mare per interrompere la gravidanza a partire dal 1992, quando un referendum autorizzò le donne ad abortire all'estero.

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