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Venerdì, 19 Aprile 2024
La mobilitazione / Israele

Gli israeliani che protestano contro gli insediamenti dei coloni in Palestina

Migliaia in strada per dire no al governo di estrema destra di Netanyahu: “Minaccia per la pace nel mondo”. Intanto, altri 5 morti in un nuovo raid in Cisgiordania

Migliaia di israeliani sono scesi in strada nel weekend a Tel Aviv e in altre città del Paese per protestare contro il governo di Benjamin Netanyahu. Sotto accusa non solo la riforma della giustizia proposta dal nuovo esecutivo, ma anche la strategia del premier, sempre più spostata sulle posizioni di estrema destra, che sta promuovendo ulteriori insediamenti di coloni nei territori palestinesi, in particolare in Cisgiordania. Una strategia che, per l'opposizione, rappresenta una “minaccia per la pace nel mondo”.

Si tratta della quinta settimana di mobilitazione dei contestatori di Netanyahu. Da un lato, la contestazione riguarda la riforma della giustizia, che potrebbe dare al parlamento israeliano il potere di annullare qualsiasi decisione della Corte suprema con un voto a maggioranza semplice. Dall'altro, c'è la politica di espansione nei territori occupati della Cisgiordania, favoriti dai partiti sionisti dell'esecutivo che fanno dei coloni nei territori palestinesi la loro base elettorale. 

Estremisti al potere

Insediatosi a fine 2022, dopo un anno (a dirla tutta) caratterizzato dal triste record di palestinesi uccisi (146, a cui aggiungere circa 7mila arresti, ma c'è chi parla di numeri ancora più alti), il nuovo governo di Tel Aviv ha imbarcato nei posti chiave le punte di diamante del sionismo più estremista. Tra queste spicca il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir: a inizio gennaio, Ben Gvir ha pensato bene di recarsi alla spianata delle moschee di Gerusalemme, azione considerata "una provocazione senza precedenti" non solo dall'Autorità palestinese, ma anche dall'opposione israeliana e dalla comunità internazionale. Non contento, il ministro ha chiesto di abolire la bandiera palestinese, equiparandola a un simbolo del terrorismo, e di introdurre la pena di morte contro i "terroristi", chiaramente palestinesi. 

Le provocazioni di Ben Gvir hanno fatto il pari con un numero impressionante di raid da parte delle forze israeliane contro i presunti terroristi palestinesi, soprattutto in Cisgiordania. Da inizio anno, i morti provocati da questi attacchi sarebbero oltre quaranta. L'ultimo è stato effettuato in queste ore, provocando almeno cinque vittime. Secondo Tel Aviv, l'operazione ha sventato un attacco terroristico in fase di preparazione da parte di Hamas. 

Le tensioni israelo-palestinesi sono aumentate vertiginosamente due settimane fa, quando un raid dell'esercuto di Tel Aviv ha provocato la morte di dieci persone, tra cui due civili, nella città di Jenin, sempre in Cisgiordania. Anche in quell'occasione, le forze israeliane hanno giustificato l'attacco alla luce di un potenziale attentato da parte degli estremisti palestinesi.

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