Sinai, l'Egitto combatte l'Isis: "Uccisi cento miliziani"
Il Cairo afferma che "tutto è sotto controllo". Intanto gli aerei continuano a bombardare i miliziani dell'Isis. Il bilancio delle vittime è da guerra: 17 tra soldati e poliziotti e più di cento jihadisti
L'esercito egiziano lo ha confermato subito: "La situazione sul Sinai è sotto controllo" dopo gli scontri con i miliziani dell'Isis. Il bilancio ufficiale delle vittime è di almeno 100 terroristi uccisi e 17 morti tra militari e ufficiali. I militari de Il Cairo sono determinati: "Non ci fermeremo fino a quando non avremo purificato il Sinai dai terroristi" si legge in un comunicato ufficiale.
Per bloccare l'avanzata dei miliziani, l'esercito egiziano ha bombardato con jet F-16 ed elicotteri Apache: "L'area sarà bonificata". L'attacco dei jihadisti nel Sinai, che hanno colpito contemporaneamente i checkpoint di Sheikh Zuweid e Rafah, è stato il più violento e su larga scala mai effettuato dallo Stato islamico. La penisola è sotto coprifuoco da ottobre scorso. "E' la guerra" ha commentato poi un alto responsabile militare egiziano, "visto il numero di terroristi mobilitati e le armi utilizzate, senza precedenti".
PAURA PER ISRAELE - "Isis non è solo sul Golan, è anche in Egitto, vicino Rafah, vicino al nostro confine - ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu - Questo terrorismo è diretto da due differenti entità: l'Iran e gli sciiti radicali da una parte, e l'Isis con i sunniti radicali, così come da fazioni come Hamas". Intanto alcuni droni israeliani hanno sorvolato la cittadina di Sheikh Zuweid nel nord del Sinai e la frontiera israelo-egiziana. Secondo le fonti della sicurezza lungo tutta la frontiera con Israele è stato decretato lo stato di massima allerta, in particolare ai valichi di Rafah e al posto di confine di Al Oga.
