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Giovedì, 25 Aprile 2024
Integralismo islamico

L'Isis ha un altro ostaggio americano: "Non pagheremo riscatti"

Dopo la morte di Kayla Mueller, nella regione c'è "almeno un altro ostaggio" americano. Si tratta, spiegano i media Usa dopo le rivelazioni della famiglia, dell'ex marine e giornalista freelance Austin Tice. Obama duro: "Nessun riscatto, è un nostro punto fermo"

ROMA - Lo hanno sequestrato in Siria il 12 agosto 2012. Di lui non si hanno più notizie da novecentosei giorni. Austin Tice, ex marine e giornalista freelance statunitense, sarebbe nelle mani dell'Isis. Lo rende noto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, nel giorno della conferma della morte di Kayla Mueller, forse uccisa durante un raid giordano, anche se il Pentagono per ora smentisce. L'uomo stava scrivendo un reportage sulla guerra civile. Ha lavorato, fra gli altri per Washington Post, McClatchy Newspapers, Associated Press, CBS e altri media, vincendo anche il premio Polk per i cronisti di guerra. Le circostanze della sua scomparsa sono tuttora un mistero.

I genitori di Austin hanno chiesto alla Casa Bianca un aiuto per riportarlo a casa, e, insieme all'associazione Reporters senza frontiere, hanno sollecitato politiche più efficaci a tutela degli ostaggi. Marc e Debra Tice, di Houston, hanno riferito di aver preso parte ad alcuni incontri per la revisione della politica della Casa Bianca sulla gestione dei rapimenti. "Dopo quasi due anni e mezzo - ha detto la madre in una conferenza stampa - sentiamo di avere bisogno di far sapere a tutti che nostro figlio è scomparso. Potete aiutarci a riportarlo a casa?". La famiglia lancerà una campagna online a partire dal 16 febbraio con il supporto di Usa Today e altri media per diffondere il messaggio "Free Austin Tice" e far firmare una petizione da presentare al presidente Obama affinché faccia di più. 

E proprio Barack Obama ha ribadito che gli Stati Uniti non pagano riscatti richiesti per cittadini tenuti in ostaggio da terroristi. "E' un punto fermo la nostra politica di non pagare riscatti con organizzazioni come l'Isis", ha detto in un'intervista a BuzzFeed News diffusa poche ore dopo la conferma della morte di Kayla Jean Mueller. La ragione è che, una volta che cominciassimo a farlo - ha continuato il presidente degli Stati Uniti nell'intervista - non solo finanzieremmo il massacro da parte loro di persone innocenti e rafforzeremmo la loro organizzazione, ma di fatto renderemmo gli americani ancor di più un bersaglio di futuri rapimenti". "Dire alle famiglie degli ostaggi nelle mani di terroristi che gli Stati Uniti non pagano riscatti è tra le cose più dure", ha ammesso Obama.

Ecco il volto del "califfo"

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