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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Israele, stop agli attivisti del progetto "Welcome to Palestine"

In 1500 sarebbero dovute arrivare a Betlemme, e spunta un video dove un ufficiale israeliano attacca ragazzo danese

Continuano le polemiche in tutta Europa sui fermi degli attivisti pro-palestinesi diretti a Betlemme, per partecipare a progetti educativi a favore della popolazione. La Flytilla, nome con cui è conosciuto il progetto “Welcome to Palestine”, avrebbe dovuto coinvolgere 1500 persone, ma non tutti sono riusciti ad arrivare a destinazione.


Alcune compagnie aeree, tra cui Alitalia e Air France, non hanno permesso l’imbarco di alcuni attivisti, i cui nomi (circa 400) erano stati segnalti da Israele. “E’ atroce che il governo israeliano possa costringere la Jet2 a rifiutarci l’imbarco” ha dichiarato Mick Napier, coordinatore del gruppo britannico, come riporta la Bbc. Quelli che sono riusciti a imbarcarsi e ad arrivare all’aeroporto di Ben Gurion hanno trovato ad aspettarli 600 poliziotti, alcuni dei quali in borghese, che hanno disposto il rimpatrio di molti degli attivisti.


In queste ore hanno suscitato l’indignazione del web (e non solo) le immagini che mostrano un ufficiale israeliano picchiare un ragazzo danese a Gerico, in Cisgiordania, come riporta il quotidiano francese Le Parisien. Shalom Eisner, che ha colpito il giovane in pieno volto con il suo fucile M-16, è stato sospeso dal servizio. Le autorità israeliane hanno condannato l’aggressione. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha aggiunto che questo comportamento “non è usuale tra i soldati e i comandanti delle forze armate israeliane”, e il capo di Stato maggiore Benny Gantz ha annunciato l’apertura di un’inchiesta.  


Tra gli italiani fermati all’aeroporto di Fiumicino ci sarebbe dovuto essere anche Vauro Senesi. Il suo nome era tra gli "indesiderati" ma alla fine aveva rinunciato al viaggio per impegni professionali. La missione della Flytilla riveste inoltre un’importanza particolare, dato che cade nell’anniversario della morte di Vittorio Arrigoni, attivista e scrittore ucciso il 15 aprile del 2011 da un gruppo di estremisti islamici salafiti. Uno degli obiettivi di “Welcome to Palestine” era anche quello di mostrare le difficoltà negli spostamenti che riscontrano coloro che vivono nelle zone occupate e la mancanza di contatto con l’esterno della popolazione palestinese. L’operazione israeliana ha quindi messo in luce le problematiche che gli attivisti volevano evidenziare.

(Foto: Euronews)
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