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Sabato, 20 Aprile 2024
L'Onu inerme / Israele

Un cessate il fuoco tra Israele e Gaza è all'orizzonte?

Un'altra notte di raid e morte. "L'operazione a Gaza richiederà ancora tempo" ha detto il premier Netanyahu. Il segretario di stato americano Blinken: "Tutte le parti devono favorire una de-escalation delle tensioni". Secondo Haaretz qualcosa si muove: qual è lo scenario più credibile. Intanto il Consiglio di Sicurezza dell'Onu non trova una posizione condivisa

Ancora bombe su Gaza. Decine di missili sono caduti in diversi punti dell'enclave palestinese. In una settimana di continui attacchi israeliani a Gaza 192 palestinesi sono rimasti uccisi. Di essi - precisa il ministero della sanità di Hamas - 58 erano bambini e 34 donne. I feriti sono al momento 1235. Il ministero aggiunge che sotto le macerie di edifici bombardati da Israele vi sono ancora morti e feriti.

Dopo una domenica di sangue, giornata che ha fatto registrare il bilancio più alto di vittime palestinesi dall'inizio del conflitto con Israele - almeno 42, secondo fonti di Gaza, tra cui 16 donne e 10 bambini - le forze di Difesa israeliane hanno ripreso nella notte i loro bombardamenti contro obiettivi del movimento islamista Hamas nell'enclave.

Ancora raid israeliani: nel mirini i tunnel di Gaza

Le forze di difesa israeliane hanno colpito nella notte il sistema di tunnel sotterranei del movimento islamista palestinese Hamas nel Nord della Striscia di Gaza. Secondo quanto si legge sul Times of Israel, sono stati bombardati 15 chilometri di quella che lo Stato ebraico definisce "la metropolitana" di Hamas. La rete colpita durante la notte è quella denominata "linea C". "Come parte dell'attacco, circa 35 obiettivi terroristici sono stati presi di mira in un periodo di tempo di circa 20 minuti", si afferma in un comunicato dei militari. Secondo le forze armate israeliane, all'attacco hanno partecipato 54 aerei da combattimento che hanno sganciato circa 110 munizioni di precisione, distruggendo 15 chilometri di tunnel. "Questo attacco faceva parte di un'ampia operazione dell'IDF per danneggiare in modo significativo il sistema sotterraneo delle organizzazioni terroristiche a Gaza", ha riferito l'esercito.

"L'operazione a Gaza richiederà ancora tempo" ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che Israele "ha il sostegno degli Usa". "Continueremo quanto necessario - ha spiegato - per riportare la calma". Netanyahu ha poi escluso che ci siano pressioni: "Non è vero. Ringrazio Biden e gli altri leader che ci sostengono", ha detto.

Migliaia di israeliani sono stati costretti a ripararsi nei rifugi anti missile per le raffiche di razzi lanciate dalla Striscia. Le sirene d'allarme hanno sunonato ripetutamente a Kerem Shalom, al confinee con l'enclave palestinese, ad Ashkelon e Shavuot. L'esercito israeliano ha detto di aver visto la più alta concentrazione di attacchi missilistici sul suo territorio rispetto a tutta la settimana, ma le autorità locali hanno confermato che non ci sono state vittime

Blinken: "La violenza deve cessare immediatamente"

"Tutte le parti devono favorire una de-escalation delle tensioni. La violenza deve cessare immediatamente". A dichiararlo, in un tweet in nottata, è stato il segretario di stato americano Antony Blinken, annunciando di aver parlato ieri con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Hassan Shoukry delle violenze in Israele, Cisgiordania, Gaza. Il segretario di stato americano ha avuto colloqui anche con il ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani e il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan.

grattacielo gaza bombardato ansa2-2

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu non trova una posizione condivisa

Domenica la riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è conclusa senza una posizione condivisa dai 15 Paesi membri per l'opposizione degli Stati Uniti. In un comunicato congiunto di Cina, Norvegia e Tunisia, è stata espressa una ferma condanna degli attacchi di Hamas ed è stato rivolto un invito a Israele, di cui si riconosce il diritto a difendersi, a misurare le proprie reazioni. "Esprimiamo forte preoccupazione per la crisi in Medio Oriente, chiediamo la fine immediata delle ostilità e l'invio immediato di aiuti umanitari a Gaza, specie per i bambini che non devono mai essere un obiettivo", ha detto l'ambasciatrice della Norvegia all'Onu, Mona Juul. "Siamo preoccupati per le violenze a Gerusalemme est in particolare vicino ai luoghi di culto che chiediamo di rispettare", ha continuato Mona Juul che ha invitato israeliani e palestinesi a riprendere "rapidamente il dialogo". Anche a Gaza, dove si sono concentrati i bombardamenti di Israele, è richiesto "l'invio immediato di aiuti umanitari, cibo e beni di prima necessità".

António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite,  ha avvertito che ulteriori combattimenti potrebbero far precipitare la regione in una "crisi incontenibile" ed ha implorato la fine immediata di una violenza "assolutamente spaventosa". L'Onu ha anche avvertito della carenza di carburante a Gaza, che potrebbe portare a una perdita di capacità di ospedali e altre strutture essenziali.

Cessate il fuoco tra Gaza e Israele: le ultime voci e il ruolo dell'Egitto

Secondo alcune fonti ONU e Qatar starebbero portando avanti negoziati con il governo israeliano perché dichiari una tregua. Ma non sembra all'orizzonte nell'immediato. Domenica infatti la riunione del Gabinetto di sicurezza del governo israeliano non ha affrontato l’opzione di un cessate il fuoco. 

Ma sarebbero stati attivati canali diplomatici e militari. Il quotidiano Haaretz ha scritto, in un articolo del corrispondente militare Amos Harel, che Hamas "ha fatto pervenire a Israele "la richiesta di raggiungere rapidamente un cessate il fuoco". La giornata di oggi potrebbe portare novità. Secondo il beninformato Harel, uno scenario credibile potrebbe essere quello di una serie di brevi tregue, di volta in volta, per ridurre le ostilità in modo graduale. Ma una data ancora non c'è.

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha esortato a una fine degli scontri fra Hamas e Israele e ha segnalato che si spera in un "atto comune" che riporti la pace. Secondo al-Sisi "bisogna che la calma torni immediatamente e con urgenza, che la violenza e le uccisioni finiscano", fa sapere Al Arabiya, che per prima riporta le dichiarazioni del leader egiziano. I mediatori egiziani nei  giorni scorsi si sono recati nella Striscia per incontrare i  leader di Hamas e in Israele per cercare di mediare una tregua di un anno tra le parti. Il tentativo si era nell'immediato risolto con un nulla di fatto ma Hamas tiene nella massima considerazione le parole del governo egiziano, e lo deve fare per un motivo molto preciso: l’Egitto ha riaperto il valico di Rafah, che è ormai l’unico punto di collegamento della Striscia di Gaza con il mondo esterno.

Rete Pace e Disarmo: "Due popoli, due Stati? Nessuno agisce"

 "Se ci sarà una tregua tra Hamas e Israele sicuramente sarà un segnale positivo che anche noi abbiamo chiesto a gran voce, anche se sembra che il governo israeliano non abbia ancora terminato il suo lavoro. Noi ovviamente chiediamo il cessate il fuoco ma non tutti la pensano allo stesso modo. Basta guardare il veto degli Stati Uniti che ha bloccato ogni risoluzione, che è certamente un allarme negativo. Credo che in primis bisogna lavorare per rimuovere le cause che hanno generato l'ennesimo massacro e perciò è necessario portare a termine l'autodeterminazione del popolo palestinese. La comunità internazionale deve intervenire al più presto". Lo ha detto all'AdnKronos Sergio Bassoli, coordinatore nazionale dell'Ong "Rete Italiana Pace e Disarmo". "In questi anni - ha aggiunto - abbiamo assistito alle dichiarazioni di molti leader politici che richiamavano la soluzione "due popoli, due Stati", ma poi non si è fatto nulla di concreto. Lo stato di Israele non ha confini definiti e continua a occupare i territori di quello che dovrebbe essere lo stato di Palestina e tutto ciò non è più tollerabile".

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