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Martedì, 23 Aprile 2024
MEDIO ORIENTE

"Dalle bombe agli appartamenti": così continua la guerra tra Israele e Palestina

Finiti i negoziati, Netanyahu annuncia l'arrivo di nuove abitazioni nei territori occupati di Gerusalemme Est. A costruirle muratori palestinesi. La comunità internazionale alza la voce, Farnesina compresa

Le ostilità sono finite e il cessate il fuoco è stato bilaterale: l'operazione Margine di Protezione, cominciata l'8 luglio e terminata il 26 agosto, si è conclusa con più di duemila vittime palestinesi (per la maggior parte civili della Striscia di Gaza) e più di 60 vittime israeliane (per la maggior parte soldati). Ma "cessate il fuoco" non significa pace e dopo la guerra sul campo il conflitto continua "diplomaticamente".

Tel Aviv ha annunciato di voler spostare oltre dodici mila beduini nella Valle del Giordano dalle proprie terre a est di Gerusalemme: qui infatti il governo Natanyahu avrebbe convalidato un nuovo piano urbanistico per la costruzione di 2160 nuove abitazioni. Alla conferma dell'intenzione di dare avvio a nuovi insediamenti la comunità internazionale ha reagito. L'Unione europea ha condannato il piano, avvertendo che le prospettive delle sue relazioni con Israele dipenderanno dal suo impegno per la pace:

Questo è un nuovo passo molto dannoso che mina la prospettiva di una soluzione a due stati e mette in dubbio l'impegno di Israele per una soluzione pacifica e negoziata con i palestinesi. Chiediamo al governo israeliano di cambiare strada urgentemente e porre fine alla sua politica di insediamenti a Gerusalemme est e nella Cisgiordania. L'Unione europea non riconoscerà alcun cambio rispetto ai confini prima del 1967, compreso per quanto riguarda Gerusalemme

UNA STORIA D'OCCUPAZIONE - In ebraico si chiamano "hitnakhluyot", un termine che evoca i comandi biblici e le promesse di ereditare una terra (Eretz Yisrael). In Arabo sono chiamati "mustawtanat" (da "mustawtinin") e significa colonie. Nel diritto internazionale sono conusciuti come "insediamenti". Da 47 anni alcune comunità ebraiche vivono in questi territori occupati militarmente. Nel 1967 con la "Guerra dei sei giorni" venne occupata militarmente parte della Cisgiordania, zona oggi sotto amministrazione militare da parte d'Israele e parzialmente sotto il controllo dell'Autorità Nazionale Palestinese.

Gli insedimenti in più di quarant'anni sono passati da essere territori occupati militarmente a zone sotto amministrazione e autorità del codice civile israeliano. Tra queste ci sono le alture del Golan e Gerusalemme Est, che è incorporata all'interno dei confini della municipalità di Gerusalemme e non è riconosciuta dalla comunità internazionale.

"VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI" - Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, l'Unione Europea, Amnesty International e la Human Rights Watch, oltre a numerosi studiosi ed esperti hanno qualificato gli insediamenti come una violazione del diritto internazionale. Stavolta a dire no ai nuovi insediamenti c'è anche la Farnesina, che come l'Unione europea ha preso una posizione chiara e netta contro la costruzione di nuove abitazioni da parte del governo Netanyahu:

E' un ostacolo di fronte agli sforzi per arrivare a una soluzione definitiva di un conflitto che ha già condizionato, quando non spezzato, la vita di troppe generazioni. È un provvedimento che appare incompatibile con la volontà, più volte ribadita dal governo israeliano, di arrivare alla pace con una soluzione a due Stati. Non solo. È una scelta che pregiudicherebbe la possibilità che l'intesa preveda Gerusalemme futura capitale dei due Stati.

Intanto dall'opposizione arrivano le prime critiche. In prima linea il Movimento 5 stelle, che alle dichiarazioni diffuse dal ministero degli Esteri risponde così:

Durante l'Operazione Margine di protezione il Movimento 5 Stelle è stata la sola formazione politica in Parlamento a presentare una serie di iniziative concrete per fermare il massacro a Gaza. Mogherini oggi si è affrettata a condannare la decisione israeliana di costruire 2160 abitazioni a Givat Hamatos, nell'area di Gerusalemme. Per quanto ci riguarda, le sue parole rappresentano un puro esercizio alla demagogia. Ma dov'era questa estate mentre l'esercito israeliano bombardava a tappeto la Striscia uccidendo centinaia di innocenti?

I LAVORI SONO GIA' COMINCIATI - Ma nonostante la contrarietà della comunità internazionale, i lavori per la costruzione delle nuove abitazioni sono già cominciate. E come in tutte le colonie o insediamenti israeliani, impiegati nella costruzione sono i muratori palestinesi.

 

Lavoratori palestinesi costruiscono nuove abitazioni israeliane | Infophoto


 

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